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Caos arbitri, Var sotto accusa, fischietti confusi, si schiera anche Collina: "Cambiamo le regole"

Si è chiusa con nuove polemiche in Inter-Fiorentina una giornata di serie A caratterizzata da sviste clamorose e sfoghi pesanti da parte di allenatori

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Non poteva che finire così, con nuove polemiche e tanta rabbia la giornata di serie A. Gli errori di La Penna, che in Inter-Fiorentina ha scontentato tutti ma soprattutto i viola per il primo gol nerazzurro nato da un corner inesistente, sono arrivati a coronamento di un weekend tutto da dimenticare per gli arbitri e la pazienza di tifosi ed addetti ai lavori è finita.

Bocciati sei arbitri su dieci in A

Errori gravissimi quelli di ieri a San Siro ma La Penna non è stato l’unico bocciato di giornata. E’ in buona compagnia con Feliciani che in Torino-Genoa, con la complicità del Var Di Paolo, non ha visto un netto rigore per i granata dopo la trattenuta di Sabelli su Sanabria. Un chiaro ed evidente errore sfuggito anche alla sala di Lissone. Poi c’è Pairetto che non sanziona il fallaccio di Cacace su Walker e non vede il fuorigioco di Colombo da cui nasce il secondo giallo a Tomori.

Colpe da condividere con il Var Serra. Poi c’è Abisso, anche qui confuso dal Var, che in Como-Juve non vede il mani da rigore di Gatti. Meno gravi gli errori di Zufferli, che concede un rigorino alla Roma contro il Venezia, di Di Bello – incerto in Cagliari-Parma. Insomma sei arbitri su dieci dietro la lavagna.

I lamenti dei club

Se solitamente eravamo abituati a uno, massimo due allenatori arrabbiati a fine gara, c’è stato il record questa settimana. Da Fabregas a Palladino, passando per Cairo e Ibrahimovic, il coro è stato univoco. E sono voci che vanno ad aggiungersi a quelle di tutti gli altri perché non c’è un solo tecnico che dall’inizio della stagione non abbia alzato la voce, da Conte a Inzaghi, mettendo sotto accusa soprattutto il Var.

Il protocollo del Var nel mirino

Nel mirino non solo gli errori “umani” di arbitro e Var ma anche lo stesso protocollo, che impedisce ad esempio di intervenire per le ammonizioni (come nel caso Tomori) o per i corner (come nel caso del gol dell’Inter). Il protocollo infatti recita che l’utilizzo del VAR in gare di calcio è vincolato a una serie di principi, che devono essere applicati in ogni gara. Un VAR è un ufficiale di gara, con accesso indipendente ai filmati della gara, che può assistere l’arbitro soltanto in caso di “chiaro ed evidente errore” o “grave episodio non visto” in relazione a:

  • rete segnata / non segnata
  • calcio di rigore / non calcio di rigore
  • espulsione diretta (non seconda ammonizione)
  • scambio d’identità (quando l’arbitro ammonisce o espelle il calciatore sbagliato)

L’intervento di Collina

Sul caos arbitrale è intervenuto anche Pierluigi Collina. L’ex arbitro viareggino, che tra pochi giorni compirà 65 anni, è il responsabile arbitrale della Fifa e parlando a Repubblica non entra nel merito del Var ma suggerisce comunque alcune riforme delle regole. A partire dai rigori: “Credo che esista un gap eccessivo tra le possibilità che ha l’attaccante e quelle del portiere. Già si segnano in media il 75% dei calci di rigore, e spesso il rigore è un’occasione maggiore di quella che è stata tolta con il fallo. In più si dà anche la possibilità di giocare la respinta del portiere? Secondo me i portieri dovrebbero lamentarsi”.

“L’ho già detto in discussioni che abbiamo avuto all’Ifab: una soluzione è il one shot. Come nei rigori dopo i supplementari: non c’è respinta, o fai gol o si riparte da un calcio di rinvio, punto. E così eviti anche il teatrino che oggi c’è prima di un calcio di rigore, con tutti lì intorno all’area. Sembrano i cavalli ai canapi prima della partenza del Palio di Siena”.

A tanti non piacciono i gol annullati per un centimetro di fuorigioco visto con il microscopio della telecamera: “L’accuratezza però è sempre un vantaggio. Poi potremmo dire: due centimetri sono così determinanti? A 40 metri dalla porta forse no, magari in area di rigore lo diventano. Mettere una soglia? Bisogna sempre cercare di capire se la soluzione risolve il problema, o se invece ne crea un altro, magari peggiore. E poi: fino a quanto i centimetri non sono rilevanti? Due, cinque, dieci? Oggi grazie alla tecnologia nel fuorigioco, così come nel gol-non gol, abbiamo una certezza quasi assoluta”.

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