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Caos Coronavirus: cosa rischia il Napoli, è scontro tra Lega e Asl

A Torino il Napoli in campo contro la Juventus con Rrhamani, Lobotka e Zielinski nonostante lo stop imposto dalla Asl 2: società a rischio sanzione. La Lega all'attacco: "Le decisioni delle Asl sono illegittime".

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Juventus-Napoli avrebbe potuto essere una partita “fantasma”, al pari di Atalanta-Torino, Salernitana-Venezia, Fiorentina-Udinese e Bologna-Inter, i quattro match della prima giornata di ritorno della Serie A 2021-2022 non disputati a causa dei blocchi imposti dalle Asl di Bergamo, Salerno, Udine e Torino alle rispettive squadre.

E invece all’Allianz Stadium si è giocato eccome, per quasi 100 minuti all’insegna di ritmi altissimi, nonostante le tante assenze da una parte e dall’altra, in particolare sul fronte azzurro, con il vasto focolaio di Coronavirus che ha colpito il gruppo squadra, e le scorie della sosta natalizia, occasioni in serie e rimpianti diffusi.

Il Napoli disobbedisce alla Asl 2: Lobotka, Rrhamani e Zieliski in campo contro la Juventus

Ma la gara terminata sull’1-1 per i gol di Dries Mertens e Federico Chiesa potrebbe entrare nella storia del calcio italiano e del suo tormentato rapporto con la pandemia di Coronavirus per la decisione dello staff tecnico e medico del Napoli di mandare in campo, peraltro dall’inizio, i tre giocatori che erano stati fermati dalla Asl 2 del capoluogo campano pochi minuti dopo l’atterraggio a Torino del volo partito solo nel tardo pomeriggio di mercoledì, dopo che la Asl 1 non aveva bloccato la partenza di Insigne e compagni.

Stanislav Lobotka, Amir Rrahmani e Piotr Zielinski, secondo la Asl 2 di Napoli , avrebbero dovuto osservare un periodo di quarantena perché, pur sani, hanno avuto contatti con soggetti positivi prima della partenza e perché non hanno ancora completato il ciclo vaccinale con la dose booster.

Coronavirus, lega Serie A allo scontro con le Asl: “Provvedimenti illegittimi”

E invece i tre sono regolarmente scesi in campo, creando quello che può diventare un precedente, ma soprattutto scavando un solco sempre più evidente nei rapporti tra le istituzioni calcistiche italiane e le stesse Asl.

Solco già aperto dalla Lega Serie A , che nel pomeriggio di mercoledì 6 gennaio ha dato seguito a quanto già annunciato nella convulsa giornata di martedì 5, ovvero la decisione di fare ricorso contro le decisioni delle stesse Asl, definite “illegittime”.

Questo il comunicato diramato mercoledì pomeriggio dalla Lega Serie A, che fa leva sulle regole aggiornate in base alle indicazioni Uefa che prevedono la regolare disputa delle partite se almeno 13 giocatori sono disponibili:

“Il regolamento adottato permetterà di proseguire la stagione e portare a termine il campionato di Serie A TIM, con l’auspicio che non intervengano più le ASL con provvedimenti confusi e incoerenti che, al momento, stanno creando gravi danni al sistema sportivo italiano, con devastanti impatti economici e riflessi di carattere sociale. A tal proposito resta fermo il convincimento che le decisioni delle varie ASL, per diverse ragioni, siano illegittime, pertanto la Lega Serie A ricorrerà presso tutte le sedi opportune a tutela del libero svolgimento delle proprie competizioni, sempre salvaguardando la salute degli atleti e nel rispetto delle norme vigenti”.

Napoli, i rischi per aver mandato in campo i “quarantenati”

Il Napoli ha deciso di far giocare Rrhamani, Lobotka e Zielinski dopo aver consultato i propri legali, ritenendo la decisione corretta perché in linea con la quarantena “soft” istituita dalla Figc nel giugno 2020 e ancora valida, quella che consente agli atleti il percorso casa-lavoro, senza doversi isolare. La Asl 2 ha invece deliberato seguendo la quarantena “ammorbidita” istituita lo scorso 30 dicembre.

Ora, però, ci si chiede quanto rischi il Napoli per la decisione di non aver fatto rispettare la quarantena ai propri tesserati. Le possibili sanzioni sono contenute. La squadra non corre infatti alcun rischio di subire penalizzazioni in classifica o di perdere a tavolino, bensì solo un’ammenda amministrativa, sebbene si sia trattato di una violazione consapevole delle indicazioni arrivate dall’ente pubblico di sanità.

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