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Cassano rivela il perché dei 4 no alla Juve e chiede pace Totti-Spalletti

FantAntonio confessa le cassanate inedite e le corse in Ferrari assieme al capitano della Roma

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Pensi sempre di sapere tutto su Antonio Cassano che, da quando è diventato ospite fisso della Bobo-tv e ha aperto ai suoi canali social ne racconta sempre di tutti i colori, ma poi lo risenti parlare e scopri che non è così, che ci sono ancora tante storie inedite del barese, che pure ne ha rivelate tante nei suoi libri autobiografici.

Cassano spiega i no alla Juventus

Non è un mistero che il talento di Bari Vecchia abbia rifiutato la Juve ma meno noto è che le abbia detto no quattro volte. Alla Repubblica Cassano dice: «Non mi ha mai affascinato la Juve, nemmeno per un secondo: non c’entrava nulla con la mia idea di calcio. Lì sarei durato tre giorni: il primo giorno mi acquistavano, il secondo presentazione, il terzo mi cacciavano via. Buffon mi diceva: sei un cretino, da noi potevi vincere il Pallone d’oro. Io gli rispondevo: Gigi, io non timbro il cartellino, io all’allenamento devo divertirmi».

Cassano, un rapporto difficile con Spalletti

Ha litigato con tutti nella sua carriera, Fantantonio. Anche con chi, come Spalletti, lo stimava: «Per colpa mia. Dopo l’allenamento alla Roma i più giovani portavano via le porte. Lui arrivò e ci disse: da oggi, le porte le toglie tutta la squadra. Metteva regole. Il volume della musica? Io lo tenevo alto, lui veniva e lo abbassava. Non guardava in faccia nessuno, Cassano, Totti o Montella: dopo tre giorni in cui mi sono comportato male mi ha tolto la fascia di vice capitano e mi ha messo fuori rosa, giustamente».

«Dopo che mi sono comportato bene, ma dovevo andare al Real, mi ha detto: tu potresti giocare con me. In 5 partite tra campionato e coppa feci 3 gol e 2 assist. Ancora oggi ci sentiamo: con lui puoi parlare di calcio, di vini, di cibo. A Roma lo hanno disintegrato, lui come Luis Enrique. Forse si saranno pentiti…».

Cassano e l’amicizia con Totti: quante corse in Ferrari

Anche con Totti prima amici per la pelle e poi la lite ma quante cassanate ha combinato con il suo ex capitano: «Ricordo le corse in Ferrari con Totti. Facevamo via di Trigoria a manetta, a chi arrivava primo al centro sportivo: chi si metteva davanti non faceva passare l’altro. Sa le volte che abbiamo rischiato di fare la frittata? All’Eur facevamo il circuito, dal Palaeur all’obelisco e ritorno, tre quattro giri alle 5 di mattina. Ieri ho fatto da Genova a Brescia, ci ho messo 4 ore. I figli cambiano tutto».

Oggi è tornato il sereno nei suoi rapporti sia con Spalletti che con Totti: il sogno è farli riappacificare: «Ma che gli dico, “Avete fatto casino, stringetevi la mano”? Però sarei contento se facessero due chiacchiere. Luciano guardava al bene della squadra. Se a Totti chiedi “giocheresti?”, lui ti dice di sì anche oggi. Qualcuno se ne è approfittato per metterli contro».

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