Il baratro bianconero in cui stanno sprofondando la Juventus, il suo allenatore Max Allegri e soprattutto la gestione Agnelli, costretto a palesare con un mea culpa la drammatica e innegabile crisi che stanno attraversando società e squadra, è così evidente che non si può non condividere quanto sostenuto da Fabio Capello.
Ex allenatore proprio della Juventus, capace di lasciare in panchina anche Alessandro Del Piero per misurare le forze e le risorse di una squadra allora stellare, ha maturato alcune convinzione in base alla sua esperienza ad altissimo livello, da tecnico e dirigente. E che ha condiviso nel suo intervento, post gara.
- Capello, analisi impietosa sul baratro della Juventus
- Il discorso motivazionale che annienta Allegri
- Vlahovic isolato e difesa disattenta
Capello, analisi impietosa sul baratro della Juventus
Nella diretta del post partita di Sky, dopo l’umiliazione della Juve contro il Maccabi Haifa, Fabio Capello ha fornito un’analisi lucida quanto impietosa. L’ex allenatore e ct è certo che alla base del momento ci sia un problema di concentrazione e umore, implicitamente concausato dall’allenatore incapace di compattare e trasferire idee di gioco. Limiti a cui si aggiungono la motivazione e il richiamo allo spirito che ha attraversato decenni di storia juventina e la gestione Agnelli.
Fabio Capello con Max Allegri
Il discorso motivazionale che annienta Allegri
Secondo Capello, Allegri avrebbe dovuto comunicare queste sensazioni con un discorso motivazionale che, con queste parole avrebbe con una certa approssimazione recitato in questo modo:
“Ragazzi, serenamente vi dico che abbiamo toccato il fondo. Il primo colpevole sono io. Però tutti assieme dobbiamo risalire, perché dal fondo si può sempre risalire e abbiamo le possibilità per farlo. Serenamente, sì perché ci sono le colpe di tutti”, avrebbe detto don Fabio.
Un modo per demolire Allegri? Un esempio, neanche poi così estremo, per descrivere e suggerire una via di fuga in una delle fasi più delicate in termini di risultati e obiettivi mancati della gestione del presidente che è riuscito a dividere anche la famiglia, in merito a queste ultime scelte.
Non da ultimo andrebbe considerato il silenzio di Lapo Elkann, che alcuni tifosi continuano a ritenere il degno successore alla guida del club al posto del cugino Andrea Agnelli. Un silenzio che parla in maniera inequivocabile sullo stato dell’arte, incassati questi risultati e queste perdite.
Vlahovic
Vlahovic isolato e difesa disattenta
Altrettanto critica quanto altrettanto lucida l’analisi della prestazione effettuata da Capello, che non risparmia critiche alla difesa che pure era uno dei punti saldi dell’impostazione bianconera:
“Ho visto una squadra demoralizzata, che non arrivava mai prima sul pallone: prendevano sempre palla loro”, afferma Capello. “La difesa non è stata attenta, e quando la squadra andava in attacco erano tutti isolati, compreso Vlahovic. E la difesa era sempre oltre la metà campo creando buchi a centrocampo: sono mancati del tutto i movimenti di squadra”.
Nulla che non sia evidente, nulla che non si sotto gli occhi di chiunque anche se nelle parole scelte da Capello c’è l’indubbia capacità di interpretazione di un momento e di un ambiente che conosce alla perfezione, in ogni sua sfaccettatura. Dentro e fuori la Continassa.