“L’arbitro deve essere Autorevole, Rigoroso, Bravo, Impermeabile, Tempestivo, Rapido e Orgoglioso”. Con questo acrostico Paolo Valeri, della sezione di Roma 2, definì il suo ruolo parlando ai suoi giovani colleghi durante una lezione tenuta al centro arbitrale di Aprilia.
Arbitro Valeri, professione e vita privata
Paolo Valeri è nato a Roma, il 16 maggio 1978. Sposato dal 2009 con Federica, insegnante, ha un figlio. Di professione è imprenditore nel settore del food, perché ha un locale a Roma. Ha esordito in Eccellenza nel 1999, due anni dopo sale nei Dilettanti quindi nel 2004 la Serie C. Inserito nella Can A-B nel 2007 esordisce di lì a poco nella massima serie in Udinese-Empoli (2-2), il 23 dicembre 2007. Dal 2010 stabilmente tra i fischietti in serie A.
Dal 1º gennaio 2011 è un arbitro internazionale collezionando presenze in Europa League, Champions e in giro per il mondo tra gare Uefa e Fifa che lo designa come arbitro Var ai Mondiali di Russia 2018 e alla Coppa d’Asia 2019 fino alla finale Giappone-Qatar. Molto fiscale, ha una media di oltre 5 cartellini gialli a partita. Nel suo palmares anche la finale di Supercoppa Italia del 2015/16 vinta dal Napoli ai rigori sulla Juventus a Doha. Durante la sua carriera ha ricevuto diversi premi come miglior arbitro.
Gli errori peggiori dell’arbitro Valeri
Per stessa ammissione di Valeri l’errore più grosso da lui commesso risale ad un Milan-Udinese del 3 febbraio 2013: in pieno recupero, sull’1-1, Valeri concede un rigore ai rossoneri, trasformato da Balotelli, per un presunto fallo di Hertaux su El Shaarawy molto dubbio da momento che il giocatore bianconero prende in pieno la palla.
Nel 2018/19 è invece protagonista di un Juve-Samp pieno di episodi. Concede due rigori, uno per parte, con l’ausilio del Var, per due falli di mani involontari in area, poi nel finale annulla il gol del possibile 2-2 di Saponara per un fuorigioco di rientro evidenziato solo al Var.