La richiesta della difesa è stata accolta: Wolfgang Rieke, il camionista tedesco accusato di aver provocato l’incidente in cui ha perso la vita Davide Rebellin il 30 novembre 2022, potrà andare al patteggiamento nel processo che lo vede coinvolto come unico imputato, e che salvo sorprese il prossimo 11 marzo stabilirà una pena di 3 anni e 11 mesi di reclusione. Un’accelerazione sorprendente pensando all’esito dell’udienza preliminare, dove la proposta di patteggiamento era stata respinta senza mezzi termine. Ora però il Pubblico Ministero del Tribunale di Vicenza ha ritenuto congrua la richiesta, e da qui alla prossima udienza resterà sostanzialmente da stabilire soltanto se il camionista tedesco potrà scontare la pena ai domiciliari.
- I familiari di Rebellin: "Ci aspettiamo una pena congrua"
- Le dichiarazioni di Rieke: "Pentito di quanto è avvenuto"
I familiari di Rebellin: “Ci aspettiamo una pena congrua”
Gli avvocati di Rieke hanno manifestato già una certa soddisfazione dopo aver trovato l’accordo per il patteggiamento. Toccherà ora al collegio giudicante pronunciarsi sull’eventualità di concedere anche i domiciliari. Dallo scorso giugno il camionista tedesco è ospitato nel carcere vicentino, in attesa che il processo definisca l’esatto ammontare della pena e le relative modalità.
La famiglia Rebellin, da sempre contraria all’ipotesi del patteggiamento, per il momento s’è limitata a commentare lo sviluppo del processo partendo dalla base secondo la quale “la famiglia si aspetta una pena congrua, pur ribadendo che in questi casi è sempre difficile dire quale possa essere”. I familiari di Rebellin hanno già ricevuto un rimborso di 825mila euro tramite l’assicurazione, ma restano comunque alla finestra per capire bene quale evoluzione potrà avere l’intera vicenda.
Le dichiarazioni di Rieke: “Pentito di quanto è avvenuto”
Nell’udienza tenuta oggi a Vicenza, Rieke era presente in aula e ha pure rilasciato una dichiarazione spontanea che è stata messa agli atti. “Quello che è successo è stato un errore e una tragedia. Mi dispiace tanto, tanto e tanto. Me ne pento e porterò con me questo peso per il resto della vita, accettando la pena che mi verrà inflitta”. Se venisse accolta la richiesta di convertire la detenzione da carceraria a domiciliare, per lui si aprirebbe da subito la possibilità di fare ritorno in Germania, ancor prima della sentenza di primo grado.
L’avvocato Davide Picco, che difende la famiglia Rebellin, ha aggiunto altri pensieri. “I familiari della vittima sono soddisfatti di quello che è stato sino ad oggi il corso della giustizia. Molto è stato fatto, pensando al momento in cui il camionista era tornato in Germania e non si poteva sapere se avrebbe fatto rientro in Italia. Invece è stato consegnato alla giustizia italiana e trasferito in carcere, cosa che testimonia che le cose sino a questo momento sono state fatte nel modo giusto”. Il prossimo 11 marzo è previsto il verdetto dei giudici, con tutte le implicazioni del caso.