Primo oro nel ciclismo per l’Italia alle Olimpiadi di Tokyo e a conquistarlo è lo strepitoso quartetto azzurro dell’inseguimento su pista, autore di una performance superlativa nella finale contro la Danimarca.
Filippo Ganna, Francesco Lamon, Simone Consonni e Jonathan Milan infatti, dopo esser partiti molto forte e aver distanziato i rivali, hanno subito la rimonta della nazionale scandinava che a poco più di due giri al termine della prova si è trovata ad avere più di otto decimi di vantaggio di loro.
A questo punto però Ganna (quinto nella crono olimpica qualche giorni fa) si è caricato la Nazionale sulle spalle e con una trenata sontuosa ha limato lo svantaggio fino ad annullarlo del tutto proprio sulla linea del traguardo.
Qui dunque, con un decisivo allineamento, l’Italia ha fermato il cronometro sul 3:42.032, un tempo che è valso non solo il nuovo record del mondo (migliorato già ieri dal quartetto nostrano nella semifinale contro la Nuova Zelanda) ma anche un incredibile oro, il sesto complessivamente di tutta la spedizione azzurra ai Giochi nipponici.
Il risultato conseguito, oltremodo emozionante per come è maturato, è storico: l’ultima medaglia nella specialità risaliva infatti alle Olimpiadi di Città del Messico 1968 quando Lorenzo Bosisio, Cipriano Chemello, Luigi Roncaglia e Giorgio Morbiato erano riusciti a far loro un preziosissimo bronzo.
Dopo di loro più il nulla fino ad oggi, un giorno che gli uomini di Marco Villa (e i tifosi italiani) faranno davvero fatica a dimenticare.