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Conferenza stampa Mourinho Siviglia-Roma: "I ragazzi sanno se resto o vado via"

Intervenuto in conferenza stampa per presentare la finale di Europa League che domani metterà la Roma contro il Siviglia, José Mourinho sfida Mendilibar, parla di futuro e svela l'autonomia di Dybala

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Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

José Mourinho ha presentato in conferenza stampa la finale di Europa League che domani sera vedrà la Roma sfidare il Siviglia di José Luis Mendilibar. Tanti i temi sul piatto, dalla possibilità di vedere in campo Paulo Dybala, al futuro in giallorosso, passando per il confronto tra i due tecnici e la due squadre.

Le ore dell’attesa

Le ore dell’attesa le ha vissute e rivissute molte volte nella sua lunga carriera, l’ultima giusto un anno fa, il 24 maggio 2022, con la finale della Conference League vinta il giorno successivo all’Arena Kombëtare di Tirana, il Albania, grazie al gol di Nicolò Zaniolo contro il Feyenoord.

Da allora, molte cose sono cambiate. È cambiato lui, José Mourinho, ovviamente, divenuto (volendo) ancora più pragmatico e attaccato ai colori giallorossi. Ed è cambiata la Roma, squadra più a immagine e somiglianza del proprio condottiero, più consapevole e capace di saper soffrire per raggiungere l’obiettivo.

Un obiettivo che si chiama Europa League e che ha come, ultimo, cinico, grande ostacolo il Siviglia, specialista assoluto della competizione, che in semifinale ha già fatto male a un’italiana, la Juventus di Massimiliano Allegri e che domani sera, alla Puskas Arena di Budapest, farà di tutto per prendersi la settima Europa League della sua storia.

Dybala a mezzo servizio

Parlare della conferenza stampa della vigilia lo Special One vuol dire iniziare dalla fine, con un Mourinho pronto a lasciare la sala, ma pregato dai giornalisti a rivelare l’autonomia di Paulo Dybala Venti-trenta minutini ce la fa…, una sentenza dura da digerire, ma confessata con un mezzo sorriso.

Per il resto, la conferenza ruota principalmente attorno al confronto tra i due tecnici: “Io dico che la storia non gioca, il mio collega, Mendilibar, la pensa diversamente. Io ho tanto rispetto per lui, anche se non la pensa come me. Lui pensa che il Siviglia è favorito perché la storia dice così, è un’opinione che si deve rispettare. Noi siamo in questa finale perché lo meritiamo”. E le due squadre: “Loro hanno una storia e un’esperienza che noi non abbiamo. Per loro è una cosa normale giocare gare come questa, per noi è un evento straordinario. Idem per i tifosi, però domani quando inizia la partita vogliamo essere lì.

La confessione di Mourinho sul futuro a Roma

Parallelismo con Mendilibar, anche sul futuro, con lo Special One che rivela di aver chiarito la propria posizione sul futuro con la squadra, ma che resta ermetico con la stampa:

Andare via da Roma come fatto con l’Inter dopo il Triplete? Domande come questa dovete farle a Mendilibar, perché lui non ha un contratto e vive una situazione diversa dalla mia. Io ho parlato con i miei due capitani (Mancini e Pellegrini, ndr). A loro ho risposto in modo molto obiettivo e non voglio che loro rivelino quello che ci siamo detti. Questa è una cosa che riguarda la nostra squadra. Però, loro sanno perfettamente quello che penso.

C’è una differenza molto grande con l’Inter, perché lì non avevo ancora firmato il contratto con il Real Madrid, ma era già tutto fatto. In questo momento, invece, zero contatti con altri club e, per questo, stiamo parlando di una situazione diversa. Io domani non interesso per niente, quello che è importante siamo noi, noi, noi, noi. Domani saremo noi, noi vogliamo giocare, noi.

Roma pronta per la finale

Infine, sulla finale, Mourinho spiega:

Il tragitto per arrivare qui è stato lungo e diverso da quello del nostro avversario, perché loro vengono dalla Champions League. Noi abbiamo fatto 14 partite e, senza dubbio, meritiamo la finale. Sta arrivando l’ora, la aspettiamo ed è per questo che abbiamo lavorato negli ultimi due-tre giorni, per cercare di arrivare in condizione per poter lottare per questo titolo. Quanto vale l’allenatore in una finale? L’allenatore non gioca, lavora tanto prima della partita, ma durante il match può dare un piccolo aiutino. Ora tocca ai ragazzi. Il Siviglia è una grande squadra, anzi due, perché ha 25 giocatori importanti, con qualità. Però, loro non conoscono i miei ragazzi e la mia squadra in quanto squadra. Domani saremo lì.

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