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Arabia Saudita, Roberto Mancini si presenta: entusiasta di essere qui. Primi contatti a metà agosto

Le prime parole di Roberto Mancini da nuovo commissario tecnico della nazionale dell'Arabia Saudita, tra obiettivi, lavoro, assistenti e il ringraziamento speciale dall'Italia

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Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

Roberto Mancini inizia ufficialmente la sua avventura come commissario tecnico dell’Arabia Saudita. Nel corso della conferenza stampa di presentazione l’ex ct azzurro ha rivelato le tempistiche dei contatti con la federazione e gli obiettivi per una nazionale cui anche l’Italia deve dire grazie.

Le prime parole di Mancini da ct dell’Arabia Saudita

Dopo le frasi al veleno rilasciate a Italpress (“mi hanno trattato come il mostro di Firenze”, ndr), c’era estrema curiosità di ascoltare le prime parole di Roberto Mancini da commissario tecnico dell’Arabia Saudita. Dopo l’accoglienza del presidente della Federcalcio saudita, Yasser Al Misehal, il nuovo ct ha spiegato:

Voglio ringraziare il presidente sono davvero onorato di essere qui. Nel nostro lavoro è sempre difficile. Tutto può cambiare in ogni momento. Quando ho iniziato a lavorare con l’Italia ho avuto tre giorni per preparare la gara con l’Arabia Saudita. I prossimi 10 giorni saranno importanti, anche se negli ultimi 10 giorni ho già iniziato a guardare video dei giocatori e le partite. Dobbiamo lavorare duro per qualificarci al Mondiale, ma abbiamo abbastanza tempo per farlo.

Mancini: i miei assistenti arriveranno presto

Poi, in merito all’assenza dei suoi assistenti in Arabia, Mancini rivela:

Abbiamo iniziato a parlare con la federazione da metà agosto ed è normale che i miei assistenti non sapessero di questa situazione e che non siano ancora qui. Hanno ancora qualcosa da risolvere in Italia. Ma sono prono a lavorare e sono veramente onorato di essere qui. Servirà tempo, ma sono sicuro che lavorando bene e duramente riusciremo ad aiutare la nostra squadra a migliorare. Non sarà facile, ma lavorando si possono ottenere risultati importanti.

Mancini convinto di poter fare bene

Sulle convocazioni e gli obiettivi, Mancini sottolinea:

Da ct dell’Italia ammetto di aver faticato molto a stilare le convocazioni, perché ci sono pochi italiani in Serie A. Abbiamo puntato spesso su giovani e debuttanti… In Italia non ci sono solo tre giocatori da scegliere per ogni squadra. Qui, invece, avere tre sauditi in ogni squadra è un bene, perché avremo più tempo per seguirli tutti. Abbiamo fiducia nei giovani e sappiamo che nell’U21 ci sono tanti profili interessanti. Investiremo su di loro per il bene e il futuro della nazionale dell’Arabia.

Dove possiamo arrivare? Non sono certo un mago… non posso fare altro che lavorare e ribadire che lo faremo duramente, perché vogliamo provare a vincere qualcosa di importante. Abbiamo talento, ma si arriva in alto solo con il lavoro. Chi c’era prima di me ha fatto un ottimo lavoro. Ora, l’importante è iniziare a lavorare appena subito chiuso con le parole. Modulo? Non lo so, prima dovremo valutare i giocatori a nostra disposizione.

Mancini e il record di imbattibilità con l’Italia

Tornando al lavoro del suo predecessore, Herve Renard, Mancini ammette con il sorriso:

Ringrazio chi ha battuto l’Argentina al Mondiale perché così il record di imbattibilità è rimasto all’Italia. Detto questo, qui negli ultimi 10 anni c’è stata una grande crescita di talenti: puntiamo a diventare la nazionale più forte del continente. Il nostro obiettivo è tornare a vincere la Coppa d’Asia, che manca da 27 anni. C’è tempo per prepararsi e siamo consapevoli che ci saranno nazionali top come Giappone, Corea del Sud e Australia. Posso solo dire che ci arriveremo bene e ci andremo per vincere.

Mancini e le stelle nella Saudi League

Inevitabile, un accenno alle numerose stelle del calcio mondiale trasferitesi nel campionato saudita:

Questo mercato ha un grande potenziale, tra i più grandi a livello mondiale ed è normale che molti scelgano di venire a giocare qui. Che le stelle vengano qui è importante, perché aiutano anche gli altri a crescere.

Mancini, l’Arabia Saudita nel destino

Fa strano vedere Mancini lì, dopo oltre un lustro alla guida della nazionale azzurra, pronto a tuffarsi un po’ a sorpresa in una nuova avventura dall’altra parte del mondo. Non che non lo abbia mai fatto, il Mancio, passato per il Galatasary, il City (che ha contribuito a far esplodere definitivamente) e lo Zenit. Se c’è una cosa a cui il tecnico non ha mai voltato le spalle sono le avventure e le sfide, occorre dargliene atto.

Riavvolgendo il nastro, si scopre inoltre che l’Arabia Saudita era in un certo senso nel suo destino. Dopo l’ufficialità in azzurro, datato 14 maggio del 2018, infatti, la prima gara di Roberto Mancini come ct dell’Italia – il 28 maggio – lo aveva contrapposto in amichevole proprio alla nazionale saudita, per la cronaca, vinta 2-1, con la doppietta di Mario Balotelli e rete di Yahya Al-Shehri. Su quella gara, in conferenza Mancini ha spiegato:

Ricordo quando abbiamo affrontato questa nazionale nel 2018. Da allora la squadra è cresciuta tantissimo, ma c’è il potenziale per fare ancora meglio. La cosa importante è che tutti – io, lo staff, i giocatori, la gente – siano convinti che si possa fare bene con tutti. Questa sera andremo a vedere una partita, poi, avremo tempo per fare le scelte del caso. Anche io e il mio staff dobbiamo imparare molto, ma ho fiducia che faremo un ottimo lavoro. Possiamo migliorare, ne sono sciuro e qui penso che sia più semplice farlo.

Mancini, che nel 2018 aveva appena concluso l’avventura sulla panchina dello Zenit di San Pietroburgo, venne nominato commissario tecnico per risollevare una nazionale esclusa dal mondiale e costretta a convivere con gli addii di Gian Piero Ventura dal ruolo di ct e di Carlo Tavecchio da quello di presidente federale. Una missione riuscita solo a metà, con una importante rivoluzione nelle convocazioni, il successo a Euro 2020 e i due terzi posti in Nations League a mitigare solo in parte la cocente delusione di una nuova mancata qualificazione al Mondiale.

Mancini, l’allenatore più pagato al mondo

Come annunciato dal video di presentazione rilasciato ieri in serata sui propri canali social, in Arabia, Mancini si dice pronto a fare la storia, portando con orgoglio nella nuova avventura “l’italianità nel mondo”. A convincere l’ormai ex ct azzurro anche il progetto che “si fonda sulla condivisione della visione strategica di crescita del settore calcistico e in particolare del mondo dei giovani a cui tengo da sempre”.

Ovviamente, l’aspetto economico non è da sottovalutare, visto che il nuovo incarico permetterà al commissario campione d’Europa in carica di diventare l’allenatore più pagato al mondo. Mancini apporrà, infatti, la propria firma su un contratto di tre anni e mezzo, fino al 2027, a circa 90 milioni di euro complessivi.

I primi impegni di Mancini alla guida dell’Arabia Saudita

Il primo obiettivo della federazione saudita si chiama, Coppa D’Asia, in programma a inizio 2024, ma il target numero uno resta il Mondiale 2030, che l’Arabia punta ad ospitare, magari dopo aver fatto una bella figura a quello Nordamericano del 2026, per il quale Mancini deve comunque ancora strappare il pass.

Di tempo, da qui al 2030 come detto dallo stemmo Mancio in conferenza stampa ne corre ancora molto, ma il calcio saudita ha voglia di correre e ritagliarsi sempre più uno spazio importante nel panorama calcistico internazionale, portando in qualche modo anche nella Nazionale, il vento del cambiamento che ha caratterizzato le squadre di club in queste ultime due stagioni. La prima lista di convocati attende Mancini in tempi strettissimi, visto che l’8 settembre è in programma l’amichevole con il Costa Rica e il 12 quella con la Corea del Sud.

Mancini, la questione assistenti e le ruggini con la FIGC

Viste le dinamiche che hanno condotto Mancini sulla panchina dell’Arabia Saudita, non mancano ovviamente questioni in sospeso e da risolvere. La prima, come già accennato dal ct è quella legata ai collaboratori che decideranno di seguirlo. Tra quelli che hanno già detto sì ci sono gli assistenti Fausto Salsano e Attilio Lombardo, il preparatore dei portieri, Massimo Battara, quelli atletici, Claudio Donatelli e Andrea Scanavino, l’assistente tattico, Antonio Gagliardi e il match-analyst, Simone Contran.

Tra chi deve ancora prendere una decisione ci sono, invece, il team manager, Gabriele Oriali, il vice, Alberico Evani, e gli osservatori, Giulio Nuciari e Mauro Sandreani, ancora non così convinti a seguire il Mancio e veder cambiare la propria vita.

Altro nodo da sciogliere, quello con la Federazione italiana gioco calcio, che non ha ancora accettato formalmente le dimissioni di Roberto Mancini dal ruolo di commissario tecnico della nazionale azzurra. Non è da escludere che si possa andare per vie legali, con la Figc che potrebbe anche avanzare a Mancini una richiesta di risarcimento per danni arrecati alla Nazionale.

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