Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve
Nel suo sfogo dopo la disfatta di Haifa contro il Maccabi il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, aveva parlato della necessità di ragionare di gruppo, di squadra. “Si vince in undici”, aveva ribadito a margine dell’ormai celebre discorso sulla “vergogna” provocata dagli ultimi risultati. Ma questi undici, al momento, remano tutti dalla stessa parte? Quali sono i partiti, le fazioni, i blocchi contrapposti nello spogliatoio bianconero? Due, essenzialmente. Da una parte quelli che stanno con Allegri. E gli altri.
Crisi Juve: com’è stata accolta la decisione di Allegri?
A scandagliare la questione è il Corriere della Sera con un interessante approfondimento che parte dalle parole dell’allenatore nell’annunciare il ritiro fino al derby di sabato col Torino: “Stando in ritiro vedremo chi sono quelli disponibili per un atteggiamento diverso, sibilava Massimiliano Allegri nella notte israeliana, non smentendo dunque una certa diversità di intenti, e di anime, dentro lo spogliatoio”. A quanto pare, il fatto che dal provvedimento siano esclusi gli infortunati (Pogba, Chiesa, De Sciglio, Aké, Kaio Jorge e lo stesso Di Maria) ha generato nuove frizioni.
Il ritiro voluto da Allegri è la soluzione alla crisi Juve?
Il racconto del Corsera continua: “Va da sé, più di un giocatore ha dubbi sull’utilità del castigo, cui pure la società aveva pensato già dopo il ko con il Milan: Soprattutto se ognuno se ne starà in camera con lo smartphone, a farsi gli affari suoi”. Musi lunghi e mugugni, dunque, anche se non manca chi, come Danilo, si è schierato da subito con tecnico e società, spronando semmai i compagni: “Quando ci sono difficoltà ci nascondiamo, smettiamo di giocare e iniziamo con la palla lunga”.
Crisi Juve, due i clan: quelli con Allegri e i delusi
Ma chi sono, a parte il brasiliano, i fedelissimi del tecnico livornese? Il Corriere fa i nomi di Szczesny, Perin, De Sciglio e Cuadrado. “Partita dopo partita, si sono invece un po’ raffreddati i rapporti con altri, da Locatelli a Bremer e McKennie: umanamente, non andarono giù le confessioni al Corriere della Sera, tra ‘squadra virtuale’ e il peso degli assenti deluxe. E Bonucci, che pure non è il miglior alleato di Allegri, sta tentando di onorare la fascia da capitano”. Insomma, un gruppo logoro, spaccato, diviso. Basteranno due giorni di convivenza forzata a rimettere insieme i cocci?