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Decreto crescita come il reddito di cittadinanza per la Serie A: Salvini alza un polverone

Il vicepremier dopo lo stop del Governo alla riduzione delle tasse sugli acquisti degli stranieri per i club di Serie A: valorizziamo i vivai italiani

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Lo stop al Decreto Crescita è una di quelle decisioni che finiranno per condizionare il calciomercato dei club di serie A, da sempre alle prese con problemi finanziari. In supporto di questa decisione, sono arrivate le parole del vicepremier Matteo Salvini, che ha parlato di voler tutelare i vivai dei calciatori italiani rispetto all’invasione degli stranieri.

Stop al Decreto Crescita, Serie A nei guai

Lo stop al Decreto Crescita, ossia la defiscalizzandone dei contributi per acquistare giocatori dall’estero dimezzando il peso degli ingaggi a bilancio fino al 50 %, sarà realtà con l’ingresso del 2024. I club, soprattutto quelli di Serie A, speravano in una proroga fino al 29 febbraio in modo, di fatto, da poter sfruttare la finestra di mercato di gennaio e quella per gli svincolati da febbraio. Invece il Governo ha stralciato la modifica dell’articolo 5, comma 9, del decreto legislativo XX che avrebbe ratificato la proroga per lo sport: stop dall’1 gennaio.

Salvini esulta: basta rdc per stranieri

Molti dirigenti e addetti ai lavori hanno alzato la voce parlando di duro colpo alla serie A, Marotta in primis, passando per Lotito, per la Lega Serie A, finendo per tanti giornalisti. Esulta invece Matteo Salvini: “No al “Reddito cittadinanza” per stranieri: l’obiettivo del Governo è aiutare il calcio italiano anche e soprattutto valorizzando i vivai. Per questo motivo, la Lega ha ritenuto di stoppare la norma che consente ai calciatori stranieri di pagare meno tasse. Sono convinto che sia una scelta di equità e buonsenso. Il decreto Crescita ha permesso ai club di acquistare atleti dall’estero con lo sconto: un aiuto straordinario, durato anni, che doveva essere l’occasione per rilanciare i nostri campionati. Rendendoli più competitivi e attraenti. Così non è stato, e mi sorprende la reazione dei club”.

Salvini appoggia la decisione del Governo

“Sembra che il problema della nostra serie A sia la mancanza di una sorta di reddito di cittadinanza per i giocatori comprati oltreconfine – ha aggiunto il vicepremier e ministro Matteo Salvini – io ci metto la faccia, come sempre. Se altri colleghi hanno idee diverse, li invito a confrontarsi anche pubblicamente. Il bene dello sport italiano passa soprattutto dal calcio: sono aperto a ogni dibattito e proposta”.

Anche l’Aic applaude il Governo

E dalla stessa parte di Matteo Salvini si sono schierati i calciatori italiani, rappresentati dall’Aic: “Abbiamo appreso con grande soddisfazione la notizia dell’abrogazione, anche per gli sportivi, della norma sugli impatriati contenuta nel Decreto Crescita, previsione che penalizzava l’intero movimento calcistico nazionale”. Sono le parole del presidente dell’Assocalciatori Umberto Calcagno. “Finalmente dal 1 gennaio 2024 calciatori italiani e stranieri potranno competere sullo stesso piano; per questo, ringrazio chi nel governo e nelle forze politiche si è mostrato sensibile alle nostre istanze e alle sorti del calcio italiano, per tutelare lo sviluppo della filiera del nostro mondo e il futuro della Nazionale”.

Stop al Decreto Crescita, la furia di Lotito

Decreto crescita come il reddito di cittadinanza per la Serie A: Salvini alza un polverone Fonte: ANSA

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