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Paolo Di Canio ridicolizza il decalogo di Conceicao e fa a pezzi Thiago Motta

L'ex attaccante della Lazio definisce scontate le regole imposte da Conceicao per raddrizzare il Milan e stronca la Juventus e Thiago Motta

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Le dieci regole di Sergio Conceicao per rimettere in riga il Milan e la sindrome da pareggio della Juventus di Thiago Motta, ormai tagliata fuori dalla lotta scudetto. Anche di questo si è discusso nel corso di Sky Calcio Club, con Paolo Di Canio assoluto mattatore.

Milan, il decalogo di Conceicao: che cosa prevede

Conceicao è sbarcato a Milanello con la fama da duro. Personalità e carattere che in pochi giorni è riuscito a trasmettere al gruppo, capace di conquistare la Supercoppa con due rimonte da urlo ai danni di Juventus e Inter, anche se poi contro il Cagliari si è rivisto il vecchio Diavolo incapace di chiudere le partite.

L’ex Porto ha imposto dieci regole per la svolta: dal ritiro pre-partita alla tolleranza zero sui ritardi, passando per il controllo quotidiano del peso alle ciabatte negate a pranzo come forma di rispetto, fino all’uso ridotto dello smartphone, che va maneggiato in maniera intelligente. Questi alcuni dei punti chiave del decalogo introdotto dal tecnico che ha sostituito il connazionale Fonseca al timone del Milan.

La reazione di Di Canio alle regole di Conceicao

Al club si discute delle novità introdotte dell’allenatore di Coimbra, definite subito da Fabio Caressa delle “ovvietà”. L’attenzione si sposta sul quinto punto, quello che vieta le ciabatte a pranzo. E Di Canio precisa subito: “Io neanche in spiaggia le metto”. L’ex calciatore continua ad analizzare il decalogo: “È la sua filosofia ed è giusto, però sono regole scontate. Sappiamo dal paleolitico che deve essere così se vuoi costruire un senso di disciplina e di responsabilità”.

Piuttosto, secondo l’opinionista, l’allenatore “dovrà lavorare su una cosa detta da Pioli. In un’intervista ha dichiarato: ‘Ho dovuto spronare ogni santo giorno Theo‘. Ma non esiste al mondo: la motivazione deve essere propria”. E chiosa: “Se si è così di carattere, non è che arriva Conceicao e ti cambia. Non è mica facile”.

Poi fa a pezzi anche Thiago Motta: l’analisi

Tanti gli aspetti negativi evidenziati da Di Canio quando il discorso si sposta sul nuovo corso della Juventus targato Thiago Motta. “Manca una leadership, ci sono delle frizioni, non si è registrata una crescita. Ho sempre detto che gli acquisti non mi convincevano, non erano da titolo”. E cita come esempio Nico Gonzalez: “Arriva dalla Fiorentina, dove ha lottato negli ultimi tre anni per arrivare ottavo e dove nelle finali è sempre mancato”.

Quindi Koopmeiners: “Ha fatto annate importanti, ha vinto l’Europa League, ma è abittuato a un calcio diverso, a un quadro tattico diverso. Poi Thuram, il giovane Yildiz e Mbangula come riserva: questi calciatori non li vedevo pronti”. Ecco, allora, le critiche a Motta che “non ha ancora trovato il vestito adatto, la quadra. Non vedo la luce nel breve termine. La Juventus latita sul piano della costruzione, del gioco, ha lacune sul piano della personalità”.

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