Ha fatto discutere, qualche settimana fa, un articolo di Corrado Augias in cui l’esperto e autorevole giornalista ha definito Jannik Sinner un “italiano riluttante”, poco entusiasta di sventolare il tricolore e di rappresentare il Belpaese a livello internazionale, ma soprattutto di pagare le tasse al Fisco. Un articolo scritto in modo forbito e documentato, in cui si citano – ad esempio – il discusso no a Mattarella per una celebrazione al Quirinale e il fatto che in casa Sinner si parli il tedesco: se mamma Siglinde ha buona familiarità con l’italiano, papà Hanspeter ne conosce soltanto poche espressioni.
- La polemica su Sinner e l'Alto Adige
- Dorothea Wierer e il rapporto con l'Italia
- L'ammissione di Wierer: "Non capisco il napoletano"
La polemica su Sinner e l’Alto Adige
Cosa ne pensano gli altri campioni altoatesini delle argomentazioni di Augias? Ciò che vale per Sinner, vale anche per loro? Di stelle dello sport l’Alto Adige ne ha sfornate diverse. Dorothea Wierer è tra queste. La leggenda del biathlon ha vinto tanto nel corso della sua carriera, che potrebbe chiudersi il prossimo anno proprio in casa, nelle Olimpiadi Invernali di Milano e Cortina. Molto interessante il punto di vista della campionessa, raccolto nel corso di “Un altro podcast”, format della Gazzetta dello Sport in cui ha dialogato su vari argomenti con la conduttrice, Chiara Soldi.
Dorothea Wierer e il rapporto con l’Italia
Non è certamente una novità, per Dorothea, intervenire su questa particolare tematica. “Ormai mi sono messa il cuore in pace, è un po’ così. La gente è abituata a dire certe cose e le dice, magari non le pensa neanche. Certo, quando si dice che gli altoatesini sono italiani per caso, o sono italiani riluttanti, non è piacevole“, ammette Wierer. “Devo dire che anche a me non piace il mio accento duro. Vorrei togliermi la erre moscia, ad esempio. Ma non sarebbe naturale. Non mi piacciono le cose finte”. Insomma, nessun intervento alle corde vocali in vista. E pazienza per l’accento tedesco.
L’ammissione di Wierer: “Non capisco il napoletano”
La vera ricchezza dell’Italia, secondo la stella del biathlon, è nella sua diversità: “Ovviamente non è piacevole leggere certe cose per uno che alla fine ci tiene tantissimo, che vince comunque per l’Italia e si sente italiano. Mi dà fastidio quando lo dicono, poi quando mi metto a discutere magari si rendono conto che la storia è stata quella che è stata, non è che possiamo cambiarla, ma è anche questo il bello dell’Italia. Tantissime regioni hanno un’altra cultura, parlano anche altri dialetti. Io il napoletano onestamente non lo capisco, come altri compagni friulani, valdostani. Ma in Italia si mangia bene ovunque, ognuno ha i suoi piatti forti. Sono semplicemente tradizioni diverse”.
