I play-off hanno dato tregua a Paola Egonu, e puntualmente è arrivata l’ospitata televisiva. Sul divano di Alessandro Cattelan, da sempre posto privilegiato per tanti sportivi che non aspettano altro che sfruttare la situazione per portare un po’ del loro mondo a portata di tutti. Non che Paoletta avesse bisogno di chissà quale pubblicità: lei è un’icona dello sport italiano, una delle poche che tutti (anche i non addetti ai lavori) riconoscono all’istante. E che quando parla non lo fa mai a sproposito o solo per raccogliere un po’ di share.
- Dolci ricordi parigini. E Velasco che "parlava piano..."
- Sognando un nuovo triplete: "Vai Inter, io ci credo"
- La sfida con Antropova, l'assalto alla potenza Conegliano
Dolci ricordi parigini. E Velasco che “parlava piano…”
Egonu sta vivendo una stagione al solito intensa con la Numia Milano, a caccia di quel trofeo che pure da quando è arrivata in riva ai Navigli è rimasto tabù (tutta colpa di Conegliano…). Sarà forse per questo che gran parte dell’intervista è stata spesa sul ricordo di quanto fatto l’estate scorsa a Parigi con la nazionale di Velasco. “Non abbiamo avvertito la pressione, o quantomeno non l’abbiamo sentita quando andavamo in campo. Lì ci riusciva tutto alla perfezione: il difficile era gestire l’attesa, i momenti trascorsi in camera, dove il chiodo fisso era sempre rivolto a quella maledetta medaglia che c’era sempre sfuggita. In campo però passava tutto”.
Merito anche di una “fortunata” concatenazione di eventi: “Abbiamo dimostrato di essere un gruppo eccezionale. Quest’estate si respirava una grande armonia, eravamo tutte allineate e questo ha fatto la differenza. Ci sentivamo in pace con noi stesse e con chi ci stava accanto”.
Non è mancata poi una curiosità “inedita” su Velasco: “Parlava sempre molto piano durante gli allenamenti, ma c’ha spiegato che lo faceva apposta, affinché così avremmo potuto imparare a rallentare e metterci in ascolto con più attenzione, rompendo il ritmo frenetico delle sedute. Come succede spesso in partita quando c’è un timeout: lì bisogna rallentare e fermarsi, focalizzarsi su pochi elementi. Anche se io ammetto che non riesco ad ascoltare nulla, presa dalla partita e da ciò che devo fare…”.
Sognando un nuovo triplete: “Vai Inter, io ci credo”
Tra una battuta e l’altra ci scappano altre rivelazioni. Ad esempio la passione per l’Inter, che sin da piccolina ha generato un derby in famiglia. “Mio padre è milanista, adesso non se la passa troppo bene… l’Inter mi è sempre piaciuta anche se ammetto di non avere grossi ricordi del triplete del 2010, tanto che non mi dispiacerebbe se dovesse arrivarne un altro quest’anno… chi vorrei conoscere? Lautaro Martinez, per noi interisti è più di un simbolo”.
Poi il discorso torna sul volley e si scopre che Paola ha una sorta di “compassione” per le centrali. “Loro hanno il compito peggiore di tutti, perché può capitare anche che in partita non tocchino un pallone. Io devo badare ad attaccare e voglio sempre la palla, a loro nessuno dà udienza… è loro il ruolo più complicato”.
La sfida con Antropova, l’assalto alla potenza Conegliano
L’aver chiuso in anticipo il discorso qualificazione alle semifinali scudetto contro Vallefoglia ha permesso alla Numia di tirare un po’ il fiato. Adesso arriva però il momento clou della stagione, “quello per il quale tutte noi facciamo tanti sforzi durante la stagione”, aggiunge Paola. “I play-off sono speciali, ti danno un’adrenalina incredibile. Ecco, speriamo di poterli vivere nella maniera giusta”.
Con l’Allianz Cloud di Milano o l’Opiquad Arena di Monza (dove si alterna la Numia nelle gare casalinghe) dove Egonu spera di sentir riecheggiare spesso il jingle di “Rosso Relativo” di Tiziano Ferro, quello che a un certo punto esclama “Paola, oh Paola…”, che è diventato appunto il jingle celebrativo dei punti realizzati dall’opposto del Vero Volley.
Che sa di dover fare i conti con un’avversaria tostissima come Kate Antropova, che dall’altra parte della rete proverà a ripetere quanto fatto lo scorso anno, quando Scandicci eliminò Milano in semifinale (ma all’epoca si giocava al meglio delle tre partite, anziché 5, e il fattore campo lo avevano le toscane). Un mese intensissimo per provare a tirar via Conegliano dal piedistallo e poi dare l’assalto all’Europa, con la semifinale di Champions proprio contro le Pantere in programma il 3 maggio alla Ulker Arena di Istanbul, la casa del Fenerbahce.