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F1, Adrian Newey alla Ferrari: svelato il retroscena sul "no" del genio della Red Bull alle avance di Maranello

Adrian Newey alla Ferrari sarebbe un sogno che si avvera per tutti i tifosi del cavallino rampante e non solo, arrivano altre dichiarazioni dal mondo Red Bull che svelano quanto siano stato vicino a lavorare per Maranello

Ultimo aggiornamento:

Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

Un sogno per tutti i tifosi del Cavallino Rampante. Vedere un giorno la Ferrari di F1 disegnata dal mago dell’aerodinamica, un vero e proprio genio delle monoposto, Adrian Newey. Un matrimonio da sogno per gli amanti del motorsport che, chissà, se mai potrà avversarsi.

Una cosa è certa, in passato le due parti sono state vicine, molto vicine. Almeno tre volte a sentire le dichiarazioni dell’ingegnere autore di più dei capolavori con cui Red Bull ha dominato per anni, prima con Vettel e adesso con Verstappen. Inoltre ad aggiungere dettagli sulle trattative, soprattutto sul rifiuto del genio dei progettisti alla corte serrata di Maranello, è stato il team principal Red Bull, Christian Horner e non riguarda strettamente la F1…

Newey rivela: “Sono stato tre volte vicino alla Ferrari”

All’interno del podcast Beyond the Grid che racconta di volta in volta alcuni dei grandi protagonisti della F1, il genio alla base dei successi della Red Bull, Adrian Newey ha rivelato nei dettagli tutte le volte, ben tre, in cui è stato vicino ad approdare alla Ferrari.

“All’epoca in cui ero negli Stati Uniti, in IndyCar, un episodio che probabilmente non conta. Poi nel 1993 e notoriamente nel 2014”.

Newey alla Ferrari: “Nel ’93 incontrai Todt, voleva prendere Schumacher…”

Il primo approccio con la Ferrari, Adrian Newey lo fa datare al tempo in cui era negli Stati Uniti impegnato nel mondo dell’IndyCar all’inizio degli anni ’80 con il gruppo March. Ma è lo stesso tecnico a non darci molto conto. Ben più importanti furono i colloqui intrapresi nel 1993 quando Jean Todt in prima persona, da poco arrivato al capezzale della Ferrari in grossa crisi, contattò Newey all’epoca in Williams:

“Sono andato giù a Maranello da Jean Todt, che aveva appena cominciato (come team principal; n.d.r). Ricordo che discuteva su assumere Michael Schumacher o meno. Pensate che sia stata una buona idea?”

Fonte: IPA

Non se ne fece nulla, Newey era appena rientrato in Inghilterra dagli Stati Uniti e non voleva spostarsi nuovamente in un’altra nazione. Rivela lui stesso che per un attimo si pensò a una sede tecnica distaccata di Maranello in Inghilterra come fatto sul finire degli anni ’80 con un altro genio, John Barnard, con alterne fortune. Ma Newey non prese mai in considerazione questa ipotesi.

“Non l’ho mai chiesto e non credo avrebbe funzionato. La Ferrari è una squadra italiana. Anche noi della Red Bull abbiamo un team gemello (AlphaTauri; n.d.r.) diviso tra Faenza, Italia e Regno Unito, ma non credo nel concetto”.

Ferrari e Newey, terzo tentativo di “frustrazione”

La terza volta in cui Adrian Newey e la Ferrari sono stati vicini risale al 2014. Siamo ai primissimi tempi dell’ibrido, la Mercedes con Hamilton e Rosberg domina in lungo e in largo, la Red Bull (come la Ferrari del resto) fatica ancor di più per la scarsa potenza del propulsore Renault. Ecco le parole di Newey su quel periodo di riflessione:

Le negoziazioni nel 2014 con la Ferrari furono dovute alla frustrazione, non volevo andarmene, ma ci trovavamo in una situazione in cui Renault non aveva prodotto un motore turbo ibrido competitivo. Ci presentammo in Renault io, Christian Horner e Helmut Marko per cercare di convincerlo ad aumentare il budget sul motore 2015 e l’allora ad Renault, Carlos Ghosn rispose di non avere alcun interesse per la F1, ma di correrci solo perché indicato dagli addetti al marketing. Fu davvero deprimente“.

Horner rivela: il progetto Aston Martin Valkyrie fermò Newey alla Ferrari

In una recente intervista riportata dal sito specializzato formulapassion.com, il team principal della Red Bull, Christian Horner ha svelato quello che secondo lui è stato il vero particolare che ha convinto Adrian Newey a rinunciare alle avance della Ferrari e restare in Red Bull, c’entra di fatto un progetto di un’auto stradale a cui il genio dell’aerodinamica aspirava dopo anni e anni di monoposto:

La Ferrari lo aveva cercato con insistenza. Gli ha promesso il mondo, uno stile di vita da Hollywood a Monte-Carlo, voli tra la fabbrica e il Principato ogni giorno, e anche la possibilità di costruire una vettura stradale. Dietrich Mateschitz (il fondatore della Red Bull, morto nel 2022, ndr) lo convinse a rimanere: ‘Se vuoi fare una vettura stradale, la faremo“. Lui gli ha chiesto: ‘Come?’ e Mateschitz gli rispose di non averne idea, ma che avrebbe trovato il modo“.

Quella vettura stradale fu poi la Aston Martin Valkyrie, prodotta nel 2021 e nata dalla cooperazione tra il progettista britannico e il designer dell’Aston Martin Marek Reichman.

Fonte: Ansa

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