Si è chiusa con una condanna la vicenda dell’orologio rubato a Charles Leclerc nel 2022. I tre rapinatori che hanno derubato, tra gli altri anche il pilota monegasco della Ferrari, sono stati condannati a 10 anni dal Tribunale di Lucca. L’episodio risale all’aprile del 2022 quando il pilota venne “privato” del suo Richard Mille: un cronografo personalizzato dal valore di 2 milioni di euro.
- Orologi di lusso e rapine: la condanna del giudice
- Il caso Leclerc nel 2022
- Le difficoltà nel piazzare l’orologio di Leclerc
Orologi di lusso e rapine: la condanna del giudice
Nella giornata di oggi è arrivata la decisione del Tribunale di Lucca per tre persone: sono stati condannati Luciano Allinoro di 40 anni e il 20enne Francesco Pinto, per entrambi la sentenza è stata di 10 anni e 8 mesi di reclusione; condanna a 6 anni e 5 mesi di reclusione per la 30enne Annamaria Nocerino, tutti con il rito abbreviato. Ci sarà invece un processo separato per Davide Stefanoni che ha scelto il rito ordinario.
Due di loro erano accusati anche per la rapina avvenuta nell’agosto del 2021 a Forte dei Marmi dai danni di una turista francese che aveva sporto denuncia dopo essere stata aggredita e minaccia con una pistola e a cui era stato sottratto un orologio da 80mila euro.
Il caso Leclerc nel 2022
Il pilota della Ferrari, Charles Leclerc, era finito nel mirino dei rapinatori nell’aprile del 2022 in zona Darsena di Viareggio: i ladri hanno fatto finta di essere tifosi della Ferrari e con la scusa di un selfie erano riusciti a sfilare il Ricard Mille dal polso del pilota ferrarista. I due sono fuggiti in sella ad uno scooter mentre altri due complici sono intervenuti sulla scena per impedire a Leclerc di andare all’inseguimento.
Le difficoltà nel piazzare l’orologio di Leclerc
Poteva essere la “rapina della vita” anche per ladri esperti in oggetti di lusso, ma proprio l’orologio rubato al pilota della Ferrari si è rivelato molto complicato da piazzare. Si tratta infatti di un esemplare unico, un Richard Mille personalizzato dal valore di 2 milioni di euro, e quando i rapinatori hanno cercato di piazzarlo a Napoli hanno incontrato le prime difficoltà. Nessuno infatti era disposto a comprare un oggetto così riconoscibile, prodotto in pochissimi esemplari. Alla fine il compratore è arrivato in Spagna, ma è saltato tutto di nuovo e anche quella difficoltà ha portato all’arresto dei rapinatori.