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F1, Gp Miami: Leclerc sconfortato zittisce il muretto a fine gara

All'ingegnere che voleva segnalargli l'ordine di arrivo, il pilota monegasco risponde tra lo stizzito e l'infastidito

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La Ferrari a Miami è sprofondata di nuovo dopo aver fatto vedere qualche scintilla in quel di Baku. Al traguardo, Carlos Sainz è arrivato quinto e Charles Leclerc addirittura settimo. E questo nonostante gli aggiornamenti arrivati proprio per il weekend negli Stati Uniti. Chiaro che i piloti, in particolare il monegasco, siano nervosi. E questo nervosismo è stato netto e visibile subito dopo il traguardo di Miami.

Leclerc: Miami è stato un calvario

Leclerc ha faticato per tutta la gara, sia all’inizio con le gomme medie che nella prima parte dello stint con quelle più dure. Probabilmente, sulla SF23 del pilota monegasco, anche il set up della vettura non era giusto. Insomma, nei 58 giri, Charles ha dovuto guardarsi più dietro che davanti. Lo ha detto lui stesso: “Con le gomme medie non riuscivo neanche a girare la macchina. Nelle curve veloci saltavo molto”. Gran fatica per la Rossa avvicinare e superare la Haas (cliente del Cavallino) di Kevin Magnussen. Che spesso e volentieri ha anche ricambiato il sorpasso alla Ferrari. Non c’è niente da salvare, nessuna cartolina di Miami da portare a Maranello per Leclerc. Chiaro che la frustrazione e la rabbia abbiano preso il sopravvento.

Leclerc – muretto: il botta e risposta

Arriviamo al traguardo. Leclerc è stizzito, infastidito, vorrebbe stare semplicemente in silenzio a riflettere per l’ennesima gara negativa. Invece c’è il team radio dopo la bandiera a scacchi che lo chiama. Leclerc prima fa le sue rimostranze: “Dobbiamo controllare la macchina, Xavi. C’è qualcosa, soprattutto ad alta velocità”. Parlando con l’ingegnere di pista Xavi Marcos.

Quest’ultimo, poi, chiede a Charles se vuole sapere l’ordine di arrivo dei primi dieci – cosa abituale a fine Gran Premio – e il monegasco non ci vede più: “No grazie, non mi interessa”. L’unica cosa che vuole è rientrare ai box, uscire dall’abitacolo e dimenticarsi anche il Gp degli Stati Uniti. Dominato, tanto per cambiare, dalle Red Bull di Verstappen (che invece di sorpassi ne ha fatti tanti) e Perez.

Leclerc: anche il volto diceva tutto

Non bastassero le parole o le mezze parole, anche il volto scuro di Charles Leclerc diceva tutto a fine gara. Intercettato dalle telecamere, il monegasco era a colloquio con il compagno di squadra Carlos Sainz, a cui stava esprimendo i suoi pensieri (negativi) di un week end iniziato sotto i peggiori auspici – con il muro nelle qualifiche – e finito in modo deludente. Per altro, anche Sainz non era contento di come era andata la gara per la poca guidabilità e la scarsa velocità della Rossa.

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