Sarà anche la pubblica ammissione di colpa da parte di Mattia Binotto una sorta di scusa nei riguardi di Charles Leclerc, letteralmente furibondo e senza filtri nei confronti del suo team per quanto accaduto in pista durante il GP di Monaco.
Ma che rimangono in un numero eccessivo gli interrogativi: che cosa deciderà la Ferrari nei confronti di Carlos Sainz? Come deve essere interpretata la decisione di respingere il ricorso della scuderia di Maranello per quanto compiuto dalla Red Bull?
- La frustrazione di Leclerc e il messaggio alla Ferrari
- L'analisi incontestabile di Leclerc della gara di Monaco
- Troppi errori da parte della Scuderia
La frustrazione di Leclerc e il messaggio alla Ferrari
Con maggiore moderazione, Leclerc ha esplicitato la propria delusione:
“Così non va bene. Amo questo team, la Ferrari, ma dobbiamo migliorare”, ha detto il 4° classificato dopo una gara a dir poco dai risvolti grotteschi per il pilota monegasco che in casa sognava un epilogo di gara diverso.
“Rabbia, delusione, sofferenza? Tutte e tre le parole vanno bene, e lo sono anche a un livello abbastanza alto”.
L’analisi incontestabile di Leclerc della gara di Monaco
Nei minuti dopo la gara Leclerc è visibilmente deluso.
“Avevamo 6 secondi di vantaggio, o anche 7, non mi ricordo nemmeno più, stavo gestendo il gap dietro, fa male perché perdiamo tanti punti, in casa, dobbiamo migliorare. Doveva essere nostra”.
Invece in radio non si tiene, ha manifestato il proprio dissenso compreso sia da Binotto sia da Elkann: lo stesso Lapo lo ha difeso via twitter.
Invece il gran premio se lo prende Sergio Perez, davanti a Verstappen, con Leclerc che si deve accontentare di stare giù dal podio a guardare le Red Bull finirgli ancora una volta davanti.
“Penso di aver fatto tutto bene – va avanti ancora il monegasco – in queste situazioni ho bisogno dell’aiuto del team. Abbiamo chiaramente preso una decisione sbagliata prima, e dopo una seconda che ci è costata ancora di più”.
Troppi errori da parte della Scuderia
Leclerc non usa mezzi termini quando parla di troppi errori. La strategia del muretto Ferrari non ha pagato: la scelta del doppio pit per montare a entrambi i piloti della Rossa le gomme da asciutto contemporaneamente è costata a Leclerc la vittoria. E a Sainz ha consentito, in contrasto con le indicazioni, di agguantare un insperato podio.
Un tema che si ripropone: chi è la prima guida, in questa scuderia? A chi dare spazio e priorità? Non è una questione da poco e a sostenerlo, in primis, è una classifica che non ammette incertezze.