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Schumacher, Jean Todt rompe il silenzio: come sta, il paragone con Sinner, l'amore per Ferrari, il colpo Hamilton

L'ex team principal dei tempi d'oro della Ferrari, Jean Todt in una lunga intervista al La Repubblica ha parlato a tutto tondo del Cavallino Rampante di ieri e di oggi, dell'acquisto di Hamilton, delle condizioni di salute di Schumacher ma anche di Jannik Sinner

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

Per anni è stato l’uomo più potente della Formula 1. Di gran lunga. Dapprima team principal della Ferrari che ha dominato per un lustro poi numero uno della FIA. Jean Todt si gode la meritata pensione ma come dice lui “tempo libero non ne ho, per fortuna”. Con un pensiero fisso in mente e un amico da andare a trovare, Michael Schumacher. In una lunga intervista a La Repubblica l’ex manager francese ha toccato tutti i punti possibili e immaginabili, andando oltre la salute del povero Schumi, parlando del colpo Hamilton da parte di Maranello, i confronti con Leclerc, la F1 attuale, divagando anche oltre il circus, ad esempio Jannik Sinner.

Jean Todt dai successi con la Ferrari all’Onu

A fine mese il contachilometri degli anni si aggiornerà a 79. Tante saranno le primavere di Jean Todt, una vita nel mondo delle corse. In particolare il suo ruolo a capo della Ferrari dal 1993 al 2009, un cavallino preso dalle ceneri del dopo Prost-Fiorio e fatto tornare rampante grazie soprattutto a Michael Schumacher con cui ha vinto e dominato per 5 anni.

Poi il ruolo di presidente della FIA federazione internazionale dell’automobilismo (2009-2021). Chiuso il mandato, il manager francese si è dedicato ad altro ma restando idealmente tra asfalto e motori. Come inviato speciale dell’Onu per la sicurezza stradale.

La lunga intervista concessa a La Repubblica da parte del manager francese non poteva non partire dalle condizioni di salute di Michael Schumacher oramai bloccato in un letto, dapprima di ospedale, poi di clinica e ora della sua villa a Ginevra dopo quel maledetto incidente sulle nevi di Meribel del Natale 2013.

“La famiglia ha deciso di non rispondere alla domanda. Scelta che rispetto. Lo vedo regolarmente e con affetto, lui e i suoi. Il nostro legame va oltre i trascorsi di lavoro. È parte della mia vita, che oggi è molto lontana dalla Formula 1”.

Massa con Todt e Schumacher Fonte: ANSA

L’amore per la Ferrari, il parere su Hamilton in rosso

“La Ferrari è il passato, anche se è il capitolo più importante della mia vita”.

Sedici anni non si possono dimenticare. Specie quelli vissuti da protagonista da Todt al timone della Ferrari. Lui e quella somiglianza a metà tra Napoleone ma anche quel tocco di Alvaro Vitali, celebre parodia dell’attore a Striscia la Notizia, che lo rese un po’ più simpatico. Anche se a renderlo più umano e vicino ai ferraristi furono le vittorie in serie con Schumacher al volante della rossa di Maranello che dominò per 5 anni per poi tornare a vincere nel 2007 con Raikkonen, ultimo regalo di Todt al Cavallino Rampante con un tot di 14 titoli iridati.

“Quando arrivai nel ’93 trovai un castello in rovina, non c’era niente. L’area design in Inghilterra, in sede una galleria del vento vecchia e inutilizzabile. Nel ’96 è arrivato Michael, poi Ross Brawn, Rory Byrne, Aldo Costa, Paolo Martinelli. Li costrinsi a lavorare di più, anche di notte. Andavo da loro con le brioche, mica aspettavo a casa gli sviluppi. I 14 campionati vinti rimangono sui libri, è stato il periodo più proficuo della storia della Ferrari”.

Sinner e il paragone con Schumacher ma Todt tifa Djokovic

Jean Todt ammette di tornare spesso in Italia, soprattutto a Natale, a trovare alcuni amici di allora, di portare sua moglie a vedere la sua casa a Colombaro di Formigine ma non frequenta più il mondo della Ferrari di oggi da quando non è più presidente FIA. Tornando a quegli anni in rosso scatta il paragone tennistico che sorprende: Schumacher è stato il pezzo importante del puzzle, il più visibile. Aveva un talento particolare, ma anche una squadra particolare. Anche nel tennis, ma poi c’è un Sinner che da solo deve buttare la palla dall’altra parte. Jannik non lo conosco, a Stefano Domenicali piace e me ne parla spesso. Io amo Djokovic e prima di lui, Nadal”.

La Ferrari di oggi e il confronto Hamilton-Leclerc

Incredibile ma vero, Todt ha firmato l’ultimo titolo della Ferrari in F1, era il lontano 2007, con Raikkonen mentre Jean lasciava il team nelle mani di Stefano Domenicali. “C’è ancora tutto per vincere, manca molto poco. Anche in passato ci si è andati vicino con Alonso, Vettel, Leclerc”.

Impossibile non chiedere un parere sull’operazione Hamilton: “La coppia Leclerc-Sainz è stata molto buona, nessuno può sostenere che abbiano perso per colpa dei piloti. Anche sulla coppia Leclerc-Hamilton non c’è molto da dire, è altrettanto buona. Migliore della precedente? Non ne ho la minima idea, il livello della macchina ce lo dirà. Leclerc condizionato da Lewis? Forse sarà più motivato come Russell in Mercedes”.

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