Quella tra Lewis Hamilton e Max Verstappen è senz’altro la rivalità più accesa degli ultimi vent’anni di Formula 1. Il burrascoso Mondiale 2021 con l’incredibile epilogo di Abu Dhabi ha messo l’uno contro l’altro il leggendario campione da 7 titoli iridati e il giovane leone, capace di terminare il regno del pilota inglese, anche se in modo controverso.
Da allora i rapporti tra i due sono sempre rimasti gelidi, e quando si incrociano in pista non mancano mai i fuochi d’artificio, nonostante una Mercedes molto meno competitiva nel 2022. In un’intervista a Formula 1 Magazine Lewis Hamilton ha affrontato però con parole sorprendenti la questione.
- F1, Hamilton: "Ho rispetto di Verstappen"
- F1, Hamilton: "Non c'è mai stato un pilota come me"
- Hamilton e il razzismo: "Mi chiamavano mezzosangue"
F1, Hamilton: “Ho rispetto di Verstappen”
Il pilota anglocaraibico ha negato problemi con il rivale olandese: “Alla gente piace parlare dei problemi tra Max e me, ma sono favole: io lo rispetto. Ha fatto tutto quello che doveva fare nel 2021, quindi perché dovrei avere un problema con lui?“.
“Verstappen ha dato il massimo in ogni weekend, mettendo in scena grandi performance, e quello nessuno può toglierglielo”, ha continuato il pilota britannico, che ha teso la mano all’avversario.
“È molto più giovane, quindi forse è lui che un problema con me – ha spiegato Hamilton -. Ma non ne sono sicuro e in realtà presumo di no. Anche se non posso parlare per lui”.
F1, Hamilton: “Non c’è mai stato un pilota come me”
Nella stessa intervista, Hamilton ha parlato delle sue possibilità di riscatto dopo un 2022 deludente a causa del progetto sbagliato della Mercedes: “Volevamo il riscatto dopo il 2021, era il nostro obiettivo. Ma ad un certo punto ho pensato ‘questa macchina non può affatto lottare per il titolo’. Ma dalla scorsa stagione ne siamo usciti più resilienti e determinati e quest’anno ci riproveremo”.
Lewis punta a diventare il primo pilota di Formula 1 a vincere dopo aver raggiunto i 300 Gran Premi in carriera: “Non c’è mai stato un pilota come me”.
Hamilton e il razzismo: “Mi chiamavano mezzosangue”
In una recente intervista con l’autore Jeff Shetti, Hamilton ha ricordato la sua infanzia dolorosa: “Ero già vittima di bullismo quando avevo sei anni. Penso che all’epoca ero uno dei tre bambini di colore presenti in classe”.
“La gente mi chiamava mezzosangue. Questo, per me, è stata dura. Quando frequenti un corso di storia e nella storia che ci stavano insegnando non c’erano immagini di persone di colore, io mi chiedevo: ‘dove sono le persone che sembrano me?'”.
“Gli insegnanti mi dicevano: ‘Non sarai mai nessuno’. Ricordo che ero dietro il cortile, in lacrime, dicendo a me stesso: ‘Non sarò nessuno’. Il sistema era contro di me e nuotavo controcorrente. Ma sono così grato per il mio passato, perché è quello che mi ha fatto diventare la persona che sono oggi. All’epoca non mi sentivo in grado di tornare a casa e parlare con i miei genitori. Non volevo che mio padre pensasse che non fossi forte”.