Luca Cordero di Montezemolo in occasione del GP del Bahrain è tornato in pista, nel senso che è ospite del principe ereditario nonché primo ministro Salman bin Hamad Al-Khalifa, e non che riprende un ruolo operativo nella galassia della F1 e segnatamente alla Ferrari. Scuderia che guidò in qualità di presidente negli anni gloriosi dei titoli mondiali, per poi chiudere questa lunga – la scalata al vertice iniziò negli anni Settanta – e foriera di soddisfazioni parentesi nel 2014. Seguirono anni più tormentati per Maranello, e comunque il resto è una storia che, nella sua recente propaggine, sta suscitando non poca amarezza al manager (e pure ai tifosi, ma è scontato sottolinearlo).
- Montezemolo, rabbia e tristezza per una Ferrari che non è competitiva
- "Al momento non sono ottimista per il futuro"
- "Hamilton? Ha bisogno di una vettura da titolo"
Montezemolo, rabbia e tristezza per una Ferrari che non è competitiva
Se all’Ansa in questi giorni Montezemolo si era augurato di portare fortuna alla Ferrari (“Ne ha bisogno”), in una intervista rilasciata a Marco Franzelli del TG1 i toni sono stati invece più dimessi. E a tratti contrariati.
Da una parte l’ex presidente del Cavallino si è detto emozionato nel tornare, a dieci anni di distanza, in un Gran Premio. Ribadendo poi il fatto di voler portare bene alla scuderia, ha poi illustrato il proprio stato d’animo da tifoso, che non è certamente dei più rosei, anzi. “Sono triste perché sto vedendo una squadra senz’anima”. Quindi ha affermato: “La Ferrari è passione, lavorare giorno e notte e non arrendersi mai”. A suo dire invece, in questa stagione sta vedendo delle cose che lo fanno sentire “un po’ arrabbiato”: “Speravo, almeno quest’anno, di vedere sin da subito una vettura competitiva”.
“Al momento non sono ottimista per il futuro”
Già di recente Bernie Ecclestone, incontrando a Londra Montezemolo, aveva spifferato come quest’ultimo non nascondesse la propria amarezza nei confronti della sua ex scuderia ma non solo, anche il proprio sconvolgimento per la clamorosa doppia squalifica, ovvero l’onta subita da entrambe le SF-25 a fine gara a Shanghai.
Evidentemente Montezemolo non vuole celare il proprio pensiero sul team di Maranello, senza infingimento alcuno, quasi a voler sferzare la squadra (e anche il marchio, se vogliamo) pur da spettatore e non da capitano sulla tolda di comando. D’altronde la Ferrari non vince un titolo piloti dal 2007, e dal 2008 quello Costruttori (sebbene lo scorso anno ci sia andata vicinissimo. Ma in questa stagione il cammino sembra più impervio rispetto al 2024).
E così, mentre il team principal Frédéric Vasseur tiene unito il team con la sua consueta fiducia nelle potenzialità della vettura e della squadra, a riportare tutti con i piedi per terra ci pensa il top manager. Che infatti ha spiegato: “Se avessimo risolto i problemi di bilanciamento in Bahrain [dove debuttano i primi aggiornamenti della stagione per la SF-25, ndr], sarei più ottimista per il futuro. Ma adesso dopo le prime tre gare lo sono senz’altro meno”.
“Hamilton? Ha bisogno di una vettura da titolo”
Montezemolo però ha difeso a spada tratta Lewis Hamilton, di recente oggetto delle chiacchiere di chi intravede la fine della luna di miele sdolcinata con il Cavallino. “Lui è un grandissimo, è parte della storia della F1. Questa è la sua ultima occasione, lui lo sa, ma è qui per chiudere la carriera vincendo. Non è facile adattarsi ad un nuovo modo di lavorare”, ma qui l’ex presidente della Ferrari riserva una nuova stoccata, ribadendo il severo concetto: “Il problema è avere una vettura da mondiale. Dopo tanti anni c’è bisogno di una monoposto vincente”.