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F1, Red Bull va allo scontro con Ferrari e McLaren: tornano i sospetti sul mini DRS

La vigilia dell'apertura della stagione 2025 di F1 è perturbata da una prima polemica tecnica: tornano i sospetti sul mini-DRS, l'escamotage tecniche che tenne banco lo scorso anno. Red Bull accusa McLaren e Ferrari

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Luca Santoro

Luca Santoro

Giornalista

Esperto di Motorsport ma, più in generale, appassionato di tutto ciò che sia Sport, anche senza il Motor. Dà il meglio di sé quando la strada fa largo alle due o alle quattro ruote

Manco iniziata la stagione e già è stato dato fuoco alle polveri delle schermaglie tra i team sul versante tecnico. Ad aprire le ostilità dialettiche (non certo al livello di un Trump che ha umiliato il leader di un Paese libero e democratico la cui unica colpa è stata quella di difendere l’Occidente, sia chiaro) è stata Red Bull, che ha tirato fuori uno scheletro nell’armadio della diretta rivale McLaren, allargando l’accusa alla Ferrari.

L’accusa di Waché (Red Bull): “McLaren e Ferrari usano ancora il mini DRS”

Il casus belli è il cosiddetto mini-DRS. Pierre Waché, direttore tecnico della squadra di Max Verstappen e Liam Lawson, ha così tuonato come riporta The Race (che ha ricostruito il caso): “Credo che McLaren e Ferrari stiano ancora usando il mini-DRS“, basandosi sul sospetto circolante dagli ultimi test in Bahrain, che riguarderebbe il persistere dell’utilizzo dell’ala mobile.

Che cos’è il mini DRS che fa ancora discutere

Ma che cosa sarebbe codesto mini-DRS? Cerchiamo di capirlo per chi non è ingegnere o avvezzo alle questioni tecniche. Parliamo di un elemento aerodinamico deformabile sulle monoposto, in particolare una flessione nella parte superiore dell’alettone posteriore. ù

In buona sostanza, ciò consente un’apertura dello spazio tra le parti dell’ala (in particolare tra i bordi, quello d’uscita del profilo principale e quello d’attacco del flap nella parte posteriore), determinando una minore resistenza all’avanzamento, minore deportanza e garantendo un po’ di velocità sul rettilineo, in determinati contesti e con effetti in particolare in determinate piste. Come in Azerbaijan, con Charles Leclerc che non riuscì a battere Oscar Piastri in rettilineo e una certa dose di polemiche che scaturirono.

Questa la sintesi brutale del mini-DRS, che non è ovviamente il DRS propriamente detto ma, diciamo, un escamotage ingegneristico. McLaren lo scorso autunno finì nell’occhio del ciclone per aver adottato questa accortezza tecnica.

La FIA inizialmente aveva dichiarato il mini-DRS non confliggente con i regolamenti, ma in seguito ha chiesto al team di apportare comunque qualche modifica per evitare dei precedenti con le altre scuderie. Che, alla pari di McLaren, hanno lavorato per limare qualche dettaglio dei flap superiori degli alettoni delle loro monoposto.

Il mini DRS nel mirino dei regolamenti 2025 della FIA

In seguito, il Consiglio Mondiale del Motosport FIA che si è tenuto a fine 2024 in Ruanda ha introdotto delle modifiche ai regolamenti 2025 della F1 in modo da scongiurare altri casi mini-DRS, in particolare riducendo lo spazio tra il flap e il profilo principale dell’alettone. Questa luce è passata quindi dai 10-15 mm precedenti a 9,4-13 mm attuali, con distanza massima di 85 mm tra le due componenti.

Ma il sospetto dell’ala flessibile che si aziona nei rettilinei è tornato in auge con i test invernali in Bahrain. E secondo Waché, la questione prima che il campionato inizi a breve in Australia sarà “argomento di dibattito” e portato davanti alla FIA. Inevitabili gli sviluppi, anche quelli dialettici tra i team.

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