Poco prima della fine della prima sessione di prove libere del Gran Premio dell’Arabia Saudita, come riporta Sky, una colonna di fumo si è alzata in cielo in corrispondenza del circuito di Jeddah. Secondo le prime ricostruzioni, si tratterebbe di un attacco per colpire gli impianti petroliferi di Aramco.
F1, Jeddah: attacco a circa 20 km dal circuito
Nella zona del circuito, a circa 20 km da esso si è sentita una forte esplosione, che sarebbe stata causata da un razzo dai ribelli, con conseguente scoppio di un incendio. Sui social sono già circolati i primi video su quanto accaduto e aerei militari si sono alzati in volo sopra la città saudita.
F1, Jeddah: confermate le seconde libere dell’Arabia Saudita
La seconda sessione di prove libere si svolgerà regolarmente anche se con un quarto d’ora di ritardo, ma intanto la Formula 1 ha fatto sapere che è in attesa di indicazioni dalle autorità competenti, con le quali è in corso un incontro. Nei giorni scorsi c’erano stati altri attacchi simili, i cui autori sarebbero gli “houti” , ribelli sciiti dello Yemen, che nei giorni scorsi avevano lanciato droni e razzi intercettati dalle forze della difesa militare locale dell’Arabia Saudita.
F1, Jeddah, Domenicali: “Correre qua è sicuro”
All’incontro con le autorità locali era presente ovviamente anche il CEO del Circus Stefano Domenicali, il quale, alla domanda dell’inviata di Sky Sport F1 Mara Sangiorgio sul fatto se fosse sicuro o meno correre a Jeddah, ha risposto così: “Siamo qua, quindi correre è sicuro”. In ogni modo un altro incontro è previsto per le 20 ora italiana.