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Federico Chiesa: il dramma dell'infortunio e la lunga riabilitazione, il retroscena nel documentario

Un racconto inedito, denso di risvolti personali e pubblici dello stop che ha messo a dura prova l'esterno più talentuoso della sua generazione: Federico Chiesa si svela in un doc prodotto da Juventus Creator Lab e trasmesso da Prime Video

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Dieci mesi sono tanti, troppi per chi come Federico Chiesa ha dimostrato forse solo un terzo del suo potenziale. Da quel 9 gennaio all’Olimpico contro la Roma, quando si capì fin da principio che non si sarebbe trattato di un infortunio come gli altri, ad oggi sono stati giorni e giorni di travaglio. Rompere il crociato anteriore del ginocchio sinistro in quella fase del campionato e della sua storia alla Juventus, quando era necessario, indispensabile imprimere un segno.

Il lungo calvario di Chiesa è stato raccontato dal documentario “Federico Chiesa – Back on Track”, prodotto da Juventus Creator Lab e disponibile dal 3 febbraio sulla piattaforma Prime Video. Quasi un anno di sofferenza e di duro lavoro, dal “fortissimo dolore iniziale con il traguardo che sembrava lontano” fino al rientro in campo in questa stagione, decisamente complicata per la Juventus, in campo e fuori con ripercussioni importanti sul versante classifica.

Federico Chiesa: il calvario di 10 mesi dopo lo stop

Quando gli hanno confermato la gravità dell’infortunio, racconta Chiesa nel documentario, qualcosa si è spezzato imponendo delle priorità nuove, nel quadro di un evento imponderabile come l’infortunio riportato.

“La situazione più difficile è stata quando mi hanno confermato che mi ero rotto il crociato. E’ stata la botta più grande che ho ricevuto lo scorso anno. Il resto è stato superare gli obiettivi giornalieri, superare il dolore e tornare bene e in fretta. Penso sia stato quello il momento più difficile. Il rientro in campo è andato per le lunghe però può capitare come mi hanno detto i dottori. E’ capitato a me. Al posto di sei ci ho messo dieci mesi. Però vedevo il traguardo, cosa che non vedevo all’inizio. All’inizio il dolore era così intenso che facevo fatica ad alzarmi dal letto. Oggi posso dire che mi è stato utile, perché sono maturato. Andare al campo ogni giorno, provare a fare un esercizio in più per vedere i miglioramenti: tutto questo mi ha aiutato tanto anche a livello umano”.

Federico Chiesa Fonte: Ufficio stampa Prime Video

Federico Chiesa durante la riabilitazione

Il ritorno in campo e le prime dichiarazioni

All’agenzia ANSA, Chiesa ha confidato quanto sia stato decisivo l’apporto della sua famiglia nella dilatata percezione del tempo impiegato per recuperare, a seguito di un delicatissimo intervento e anche i timori derivanti dai piccoli intoppi che si sono sommati a questo decisivo infortunio, avvenuto quando per l’esterno le aspettative erano altre.

“Papà (Enrico Chiesa, ndr) purtroppo si è rotto due volte il tendine rotuleo, me lo ha raccontato e quando mi sono rotto il crociato mi ha detto: vabbè meglio che il tendine rotuleo. Invece mia madre che aveva passato il calvario di mio padre la prima cosa che mi ha detto è stata: nel calcio succede, ora ti devi rimboccare le maniche e tornare. Mi sono stati vicini loro, i mie fratelli e la mia fidanzata, devo dire grazie a tutti. Può essere stata anche una fortuna il fatto che mio padre avesse vissuto un momento così nella sua carriera perché mi ha dato molto consigli e continua a darmeli perché devo convivere con piccoli fastidi”, le parole di Federico su quei momenti contraddistinti dalle emozioni contraddittorie e intense.

Il ritorno di Chiesa è stato costellato da fastidi complicati, vicende personali che si sono sommate, quando pareva possibile un rientro effettivo al ruolo da titolare, in questa Juventus rifondata a seguito delle note vicende che hanno azzerato il CdA e rinvigorito il ruolo sportivo del tecnico, Massimiliano Allegri:

“Con la partita contro il Monza non ci sono stato per un affaticamento al flessore sinistro del ginocchio operato. Il mio obiettivo è giocare con continuità ed esserci ad ogni partita. Tornare in forma e avere i 90 minuti nelle gambe. Con la Lazio ci sarò”.

“Noi giocatori, insieme al Mister, dobbiamo pensare di migliorare le prestazioni in campo. Nelle ultime partite abbiamo subito tanti gol. Nel primo tempo contro il Monza siamo stati poco aggressivi. Come ha detto il Mister. Poco presenti nella partita. Dobbiamo tornare a giocare un calcio migliore perché abbiamo i giocatori per farlo e le qualità. Dobbiamo tornare a giocare un calcio aggressivo, compatto in difesa”, la sua analisi sul versante del rendimento. E le recenti vicende scaturite dalle dimissioni del presidente Andrea Agnelli e in blocco del CdA, quanto lo avrebbero toccato? “Noi dobbiamo pensare a questo con lo staff tecnico. Per i problemi extra campo ci pensa la società”.

Con Vlahovic la coppia più attesa della Serie A

Come Chiesa, le aspettative dei tifosi bianconeri si sono concentrate sul secondo, decisivo acquisto della passata stagione: Dusan Vlahovic. L’attaccante serbo, ex compagno di squadra proprio dell’esterno alla Fiorentina, ha affrontato mesi complicati per via di alcuni problemi fisici e innegabili questioni di ambientamento:

“Il mio affiatamento con Vlahovic? Abbiamo avuto dei problemi, ma tra noi alla Fiorentina c’è sempre stata una grande complicità che speriamo di ritrovare alla Juventus. La coppia Osi-Kvara è una delle più forti della A, sono tutti e due in grande forma e soprattutto hanno trovato affiatamento giocando insieme dall’inizio della stagione”.

La figura dell’uomo e del giocatore che emerge dal documentario

Federico Chiesa, in questo lungo periodo di stop, si è dovuto riscoprire come individuo e in qualità di giocatore, costretto a una riabilitazione lunga e molto impegnativa che lo ha rinvigorito, nonostante l’innegabile sconforto vissuto e testimoniato anche da questo doc che disegna il tratto più umano, inedito dell’esterno più talentuoso della Serie A e della sua generazione.

Prodotto da Juventus Creator Lab e trasmesso dal 3 febbraio in esclusiva su Prime Video questo doc è stato preparato dalla nuova struttura creativa di Juventus, dove creator con diverse specificità, designer, video maker, writer, infuencer, social media creator, contribuiscono a un unico polo produttivo nel cuore degli Headquarters della società.

I progetti di Juventus Creator Lab, abbracceranno tutto il mondo bianconero dalle storie dei giocatori della Prima Squadra, a quelle delle Juventus Women e dei ragazzi della Next Gen, fino a quelle dei campioni che hanno scritto pagine leggendarie e quelle, come Team Jay, dei più piccoli.

Inizia la prova gratuita con Prime Video per vedere gratis il documentario

Federico Chiesa: il dramma dell'infortunio e la lunga riabilitazione, il retroscena nel documentario Fonte: ANSA

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