“Naturalmente il sogno un giorno è condividere l’auto con mio fratello. Sarebbe stupendo correre a Le Mans con la Ferrari e con mio fratello. È il mio sogno e ci stiamo pensando molto”. Queste parole Arthur Leclerc, fratello di Charles, le aveva pronunciate neanche venti giorni fa, dopo aver vinto assieme a Tommaso Mosca e Giancarlo Fisichella il Campionato Italiano GT Endurance con la Ferrari 296 GT3 della Scuderia Baldini. Ora non sarà nella stessa auto del più illustre fratello ma cresce l’ipotesi che possa affiancarlo come rookie nelle prime libere ad Abu Dhabi il 6 dicembre.
I dubbi su Antonio Fuoco
Quel ruolo sembrava già appannaggio del pilota calabrese Antonio Fuoco, che era stato protagonista nei recenti test a Fiorano con la F1-75. Fuoco, pilota italiano e vincitore a Le Mans, è un collaudatore di Ferrari ma da Maranello sembra sia stata smentita questa ipotesi, confermando che i test in pista erano parte del suo ruolo. Per Fuoco pare più probabile un impegno nei collaudi post-campionato ad Abu Dhabi, nei quali Sainz si metterà per la prima volta al volante della Williams.
I fratelli famosi in F1
Suggestiva allora l’idea come rivela sul Corriere della Sera Daniele Sparisci: due Leclerc al volante della Rossa. Una bella favola che andrebbe ad arricchire la breve storia di incroci familiari in F1, da Michael e Ralf Schumacher – saliti sedici volte insieme sul podio – a Jackie Stewart che dedicò uno dei suoi tanti trionfi al fratello Jimmy che partecipò a un solo Gp, a Silverstone nel 1953. Ancor meno noto Ian Scheckter, fratello di Jody, iridato con la Rossa nel 1979.
La carriera di Arthur Leclerc
Ma chi è Arthur Leclerc? Ventiquattro anni, ha iniziato tardi la carriera da pilota perchè in famiglia non potevano permettersi di finanziare due figli. Nel 2020 è entrato nell’Academy e una volta uscito ha ottenuto il ruolo di «development driver», ovvero quello di pilota per lo più impegnato al simulatore, dedito allo sviluppo della vettura sia dal punto di vista dei set-up che degli aggiornamenti nel corso della stagione.
Prepara gli assetti per il fratello e per Sainz, ma in questa stagione ha frequentato spesso i circuiti, soprattutto quella di Fiorano, su monoposto di due anni prima (così come prevede il regolamento) nell’ambito di un programma interno dedicato ai «junior» e alle riserve di Maranello. È stato utilizzato anche per i test di gomme della Pirelli, quindi conosce i meccanismi della Formula, inoltre ha provato l’Hypercar da endurance.
Quando non aveva una vettura vera guidava comunque (“Ho sempre guidato in qualche modo perché usavo il simulatore, anche se si trattava della PlayStation con il controller o altro. Mi è sempre piaciuto. Ho iniziato seriamente a 17 anni, ma non è che mi sono svegliato e ho pensato: ‘Ok, iniziamo a fare il pilota’. Direi che l’ho avuta fin dalla nascita”) e quando gli venne chiesto cosa sognasse da piccolo la risposta arrivò spontanea: “Naturalmente il mio sogno più grande quando ero un bambino era quello di essere in Formula 1. Lo è ancora, lo sogno ancora. Uno dei miei sogni è anche quello di diventare un pilota di Hypercar per la Ferrari”.