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Marotta attacca su Paratici: “Andasse al Milan sarei più arrabbiato. Inter fallita? Solita invidia italiana”

Il presidente nerazzurro ha rilanciato sul triplete e rotto il silenzio sulla vicenda del possibile approdo dell’ex dirigente della Juve al Milan

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Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

L’Inter sogna in grande e il presidente, Giuseppe “Beppe” Marotta, non si nasconde: “Siamo ancora in corsa su tre fronti e questo deve renderci orgogliosi, ma serve maturità”, ha dichiarato durante l’evento organizzato da Il Foglio a San Siro. Poi gli affondi sulle accuse su Paratici al Milan e sui presunti conti in rosso dell’Inter.

Marotta crede nel triplete, ma mette in guardia Inzaghi

Una stagione da protagonista, quella della truppa di Simone Inzaghi, che ha la possibilità di centrare un secondo storico triplete quindici anni dopo quello di Mourinho nel 2010. “Vincere da presidente significherebbe coronare un percorso dirigenziale già fortunato”, ha spiegato Marotta dal palco allestito a San Siro per la festa de Il Foglio.

Sul successo in Baviera nell’andata dei quarti di finale di Champions, il presidente ha tento a focalizzare l’attenzione: “Non abbiamo ancora vinto nulla. Al ritorno serviranno la stessa determinazione e consapevolezza. La pressione sarà su di noi. Prima però c’è il campionato e dobbiamo imparare a trattare il Cagliari come fosse il Bayern”.

Calendario e Mondiale per club

In merito a un calendario intasato e ricco di insidie, Marotta non vede problemi, ma opportunità: “Siamo contenti di essere al momento giusto in tutte le competizioni. Era il nostro obiettivo e lo abbiamo raggiunto. Ora c’è l’obbligo di arrivare fino in fondo. Calendario? Non lo guardo. Deve essere un piacere giocare su tutti e tre i fronti, anche se inevitabilmente comporterà maggiore tensione rispetto alle squadre che lottano per lo scudetto, come il Napoli”.

Arriva, però, poi la puntualizzazione quando si tocca l’argomento Mondiale per club: “Rappresentare l’Italia in questa competizione è motivo di orgoglio. Certo, arrivare a 60 partite in una stagione è un rischio. Occorrerà armonizzare al meglio il calendario, partendo dalla riduzione a 18 squadre della Serie A. Anche perché, se le big vanno bene, migliora anche l’intero movimento calcio in Italia”.

Questione Paratici al Milan, la risposta choc di Marotta

Poi, i riflettori si sono inevitabilmente spostati sui temi polemici di questi giorni, a cominciare dal ruolo giocato sul possibile (e ormai quasi sicuramente tramontato) approdo di Fabio Paratici alla corte del Milan, su cui nelle scorse ore si era esposta anche l’ADISE (associazione italiana direttori sportivi), di cui Marotta è presidente.

“Non capisco – ha spiegato il numero uno dell’Inter – come si faccia anche solo a immaginare che io abbia potuto condizionare la proprietà, il presidente o l’amministratore delegato del Milan. Sono persone che hanno competenze… non gli serve un mio suggerimento. Ma anche volendo, che cosa avrei fatto? Anzi, se Paratici dovesse diventare il ds del Milan sarei anche contento. Sarebbe fonte di ulteriori stimoli… sarei, per così dire, ancora più inca**ato”, ha commentato con il sorriso.

“Fallimento? Tutta invidia”

Sulla condizione finanziaria dell’Inter, che ha visto anche il patron della Lazio, Claudio Lotito lanciare frecciatine nemmeno troppo velate ai nerazzurri, il presidente della Benamata ha precisato: “C’è chi dice che l’Inter vince o fallisce. Per me ‘fallire’ è una parolaccia. Poi, su di noi ne dicono tante, ma fa parte della cultura dell’invidia italiana che si porta dietro chi vince. Fallimento? Non abbiamo lo mai rischiato, abbiamo un’esposizione finanziaria che controlliamo benissimo e non abbiamo altri debiti verso fornitori e banche, altrimenti non avremmo potuto iscriverci al campionato”.

Che cosa manca per la seconda squadra

Infine, su Inzaghi e seconda squadra, Marotta ha spiegato: “Simone lo metterei nella prima fascia tra i miei allenatori. Seconda squadra? L’ho lanciata alla Juve e ne sono orgoglioso. L’obiettivo qui all’Inter è avere un cuscinetto tra la prima squadra e l’U19 da cui pescare riserve. L’Inter avrà una seconda squadra al 100%, ma si deve liberare un posto in Lega Pro, è l’unica cosa che attendiamo prima di partire”.

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