“Luca era uno sportivo di grande talento, rispettato da tutti, ma era soprattutto il marito e il padre più affettuoso. Siamo devastati. Grazie per tutto il vostro sincero amore e supporto”.
Poche parole, ma sentite e dovute quelle della moglie di Vialli, Cathryn la quale ha deciso di consegnare agli italiani un tributo di emozioni tradotte in ricordi, frasi che per quanto concise, in un simile dolore, fissano oltre al campione anche l’uomo, il marito e padre scomparso venerdì, a 58 anni, per un tumore al pancreas.
- Cathryn e le parole sul marito Gianluca Vialli
- L'omaggio della sua Cremona a Vialli
- Il ricordo del presidente FGIC Gabriele Gravina
- La sofferenza di Mancini che ha perso Vialli e Mihajlovic
Cathryn e le parole sul marito Gianluca Vialli
Un biglietto scritto al computer e consegnato ai giornalisti fuori la casa di Chelsea da Martina Vian, l’assistente dell’ex giocatore e allenatore stimato e amatissimo anche in Inghilterra, per il suo passato da giocatore e allenatore al Chelsea e poi al Watford. Poche parole, poche frasi per un uomo prima ancora che campione in grado di emozionare con una comunicativa sempre diretta, vicina alle persone e ai tifosi che lo hanno amato senza riserve per le sue giocate, l’inventiva, l’ironia e quella lealtà che ha saputo dimostrare.
Il loro rapporto è stato intenso, fin da principio quando poco più che una ragazzina l’ex modella di origine sudafricana incontrò il campione italiano che in Premier già dominava con una leadership senza eguali: Vialli sposò in gran segreto nel 2003 in un castello di Northampton Cathryn e, sempre con una discrezione esemplare, ha vissuto la nascita delle loro figlie.
Da attaccante superbo a allenatore, già al Chelsea a capo delegazione: la carriera di Vialli si è incastrata sempre con quella di sua moglie, modella sudafricana oggi impegnata nell’arredamento di interni. Cathryn White Cooper è sempre rimasta accanto all’ex giocatore e capo delegazione azzurro anche quando la malattia si è insinuata tra loro e le prove sono divenute tante, troppe.
Dalla loro unione sono nate Olivia, 18 anni e Sofia, 16, due ragazze che Vialli dopo la vittoria dell’Europeo a Wembley, aveva detto di voler accompagnare all’altare dopo il pellegrinaggio al santuario dei cremonesi, a Grumello.
Gianluca Vialli con sua moglie Cathryn
L’omaggio della sua Cremona a Vialli
Perché a Cremona, alla sua città e ai suoi inizi era legatissimo in modo viscerale, ma con la medesima disincantata correttezza che ha nutrito verso ogni fase della sua esistenza, umana e calcistica. Proprio a Cremona si sono riuniti in preghiera, nella chiesa che rappresenta uno spaccato di quella vita, mentre i funerali di Vialli verranno celebrati in forma strettamente privata, con pochissimi amici dell’ex campione azzurro e nel massimo riserbo tant’è che non è nota neanche la data (almeno fino a questo momento).
Nella sua Cremona, è stato proclamato per lunedì il lutto cittadino con bandiere a mezz’asta e un minuto di silenzio con la messa in suffragio nella parrocchia del Cristo Re, dove Vialli bambino ha dato i primi calci al pallone e tutto è incominciato.
Il ricordo del presidente FGIC Gabriele Gravina
In questi giorni, da venerdì a oggi, i ricordi e le dediche si sono susseguite senza interruzione perché di Vialli ciascuno può vantare un ricorso, un aneddoto, una risata.
“Caro Gianluca, in fondo è solo una questione di abbracci”. Inizia così la lettera che Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio. “Il lungo e caloroso abbraccio dei tifosi e di tutti gli appassionati di calcio che ha accompagnato la tua eccezionale carriera da calciatore. L’abbraccio indissolubile che ti lega alle persone che hanno avuto la fortuna di conoscerti da vicino e che ti vogliono bene. L’abbraccio inaspettato che ci siamo scambiati nella prima telefonata in cui hai accettato il ruolo di capo delegazione della Nazionale con entusiasmo, ma anche con il pudore che ha contraddistinto la tua vittoriosa esperienza da dirigente federale. L’abbraccio intenso, pianto, sorriso e vissuto che ti sei scambiato con Roberto (Mancini, ndr) in un momento di estasi collettiva, eppure così intimo e privato”.
La coppia in uno scatto a una delle serate londinesi
La sofferenza di Mancini che ha perso Vialli e Mihajlovic
L’amore vero, quello dell’amico ct Roberto Mancini si propaga in quelle parole fissate, nei frammenti di lucidità concessi dall’amore e dedizione, quando la sofferenza poteva essere insopportabile come d’altronde per il compagno e amico Sinisa Mihajlovic. Nei giorni precedenti alla morte, Mancio ha incontrato Vialli:
“Ha sempre lottato ma negli ultimi giorni era un uomo stanco, sfinito, anche se nei momenti di lucidità reagiva, tornava ad essere lui, Luca, col suo sorriso. Ci siamo
sempre voluti bene, mi mancherà, mancherà a tutti, ma sento che è vicino a noi, prego e spero che sia così, ne sono davvero convinto”, ha detto al Corriere della Sera. “Ha lottato, con coraggio. I medici curanti non erano certo felici dei suoi spostamenti, dei suoi blitz in Italia in nome dell’amicizia, ma lo faceva perché questi momenti conviviali, questa voglia di vederci e di stare insieme, gli davano gioia. Anche se gli causavano grande fatica. Luca è sempre stato un guerriero, certo che vederlo così sofferente è stata una prova durissima per tutti noi che gli abbiamo voluto bene”.
L’abbraccio Europeo tra il ct Mancini e Vialli
Un legame che ha superato una lite, distanze e la malattia che ha accompagnato questi anni di risalite e discese per la Nazionale, per la quale Mancini ha riunito il suo gruppo e costruito un team vincente e dotato di un sistema valoriale nuovo, anche grazie al supporto di Vialli che ognuno a modo suo, protagonisti di quel calcio o semplici tifosi, porterà nella propria scatola dei ricordi.
Che sia una giocata, che sia una frase ironica delle sue, che sia quell’abbraccio accompagnato dalle lacrime occuperà una casella della memoria collettiva.