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Giro d'Italia, 1a tappa: Pedersen beffa Van Aert, ancora secondo. Ayuso cade e si rialza, Landa si ritira. La classifica

Giro d'Italia, 1a Tappa: Pedersen sfrutta il lavoro perfetto della Lidl Trek e beffa Van Aert sul traguardo di Durazzo. Tanti italiani in top ten, bene Ciccone. Landa cade ed è costretto al ritiro

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

L’aveva messa nel mirino e puntualmente se l’è andata a prendere: Mads Pedersen aveva cerchiato sul calendario questo 9 maggio, il giorno ideale per dimenticare i rimpianti lasciati sulle sacre pietre della Roubaix (quando una foratura l’ha tirato fuori dalla lotta per la vittoria finale) e vestirsi di rosa, bissando peraltro il primo e unico successo ottenuto al Giro nella tappa di Napoli dell’edizione 2023. Pedersen che era il grande favorito di giornata e che s’è messo alle spalle l’eterno secondo di quest’ultimo anno di ciclismo ad alto livello, vale a dire Wout Van Aert. Al quale sono mancati una decina di metri scarsi per operare la rimonta, con il retrogusto amaro di un altro piazzamento a rovinargli il debutto assoluto al Giro.

Lidl Trek perfetta: Ciccone show in salita, volata imperiale

Se Pedersen ha vinto è perché la Lidl Trek l’ha portato in carrozza sul vialone di Durazzo dove s’è consumata la prima volata della corsa rosa. Soprattutto Giulio Ciccone ha saputo far fruttare il lavoro dei compagni di squadra del danese, sgranando letteralmente il gruppo sulla salita di Surrel, l’ultima prima di lanciarsi verso il traguardo. Una selezione che è costata cara a Kaden Groves, l’altro favorito di giornata, e che in generale ha costretto molti corridori a limitare i danni per evitare di finire staccati.

Una volta portato ai 250 metri dall’arrivo, Pedersen ha lanciato una volata lunghissima, rischiando di farsi rimontare proprio nei metri finali da Van Aert, che ha patito il ritmo imposto da Ciccone in salita, salvo poi rientrare sulla testa del gruppo nella discesa finale.

Per il belga un altro boccone amaro da digerire: puntava molto sulla tappa di Durazzo per riuscire a tornare alla vittoria e indossare il simbolo del primato dopo un anno durissimo, ma potrà comunque provare a cancellare lo zero alla voce vittorie stagionali nella cronometro di domani, che come caratteristiche potrebbe anche addirsi a uno della sua qualità. Anche se Roglic e Ayuso proveranno a sfruttare il terreno per risalire in fretta.

Ayuso, che rischio: cade ma rientra in gruppo (senza dolori)

A proposito di Ayuso: la prima tappa del suo Giro è stata decisamente tribolata, tanto che è finito a terra a metà della frazione, riuscendo comunque a rientrare sulle ruote del gruppo che nel frattempo era andato a un minuto di distanza. Scivolata non proprio senza conseguenze: in serata si sottoporrà ad accertamenti, anche se sembrerebbero scongiurati rischi legati a contusioni di una certa entità.

Anche Jay Vine, altro uomo di punta dell’UAE Team Emirates XRG, è finito a terra nella stessa rotonda che è costata cara ad Ayuso. Dal team mediorientale hanno fatto sapere che ogni allarme sembrerebbe essere rientrato, ma che in qualche modo andrà monitorata con attenzione la situazione. Lo spagnolo è comunque arrivato al traguardo con tutti gli altri big, e domani nella crono proverà a mandare un primo segnale forte.

Landa shock: sbanda ai -4 dall’arrivo, ritiro inevitabile

Chi invece domani non potrà nemmeno salire in bicicletta è Mikel Landa: il basco della Soudal Quick Step è caduto a 4 chilometri dall’arrivo su una curva a sinistra, andando a sbattere violentemente contro un palo della luce (incredibile come non fosse segnalato e coperto da adeguate protezioni) e ricadendo in modo brutale a terra.

Landa ha sbattuto violentemente il bacino ed è stato subito trasportato in ospedale per accertamenti: il suo Giro è finito ancor prima di tagliare il primo striscione del traguardo di tappa, e una maledizione sembra addensarsi sullo scalatore basco, che a 36 anni cercava il terzo podio alla corsa rosa dopo quelli del 2015 (dietro Contador e Aru) e del 2022 (dietro Hindley e Carapaz).

Giornata no anche per Thymen Arensman, che ha pagato oltre un minuto e mezzo dai big, lasciando intendere di essere tutt’altro che nelle condizioni di poter fare classifica. Ma anche lo scorso anno perse 2′ nella prima tappa, poi comunque chiuse sesto: vedere per credere.

Pillole di tappa: tanta Italia in top ten, sorprende Busatto

Pillole dalla prima tappa: sorprende il venezuelano Orluis Aular, che a 29 anni trova il primo piazzamento di rilievo in un grande giro (terzo dietro Pedersen e Van Aert).

Bene gli italiani: detto di Ciccone, in gran spolvero in salita (e pubblicamente deciso a giocarsi qualcosa di importante), in top ten finiscono Francesco Busatto (quarto e prima maglia bianca), Diego Ulissi (sesto), Nicola Conci (nono) e Davide Piganzoli (decimo), che ha deciso di buttarsi anche in volata in attesa di tappe a lui più congeniali. Giornata abbastanza tranquilla per Antonio Tiberi, pilotato sempre nelle prime posizioni dai compagni della Bahrain Victorious. Domani, come detto, occhio al cronometro: 13 chilometri a Tirana, aperti decisamente a ogni possibilità.

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