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Giro d'Italia, tappa 14: Ganna si riprende quello che gli spetta, stavolta anche Pogacar s'inchina

Dopo la delusione di Perugia, Ganna ritrova la gamba dei giorni migliori e fa il vuoto nella crono del Garda. Pogacar s'illude nel primo tratto, chiudendo a 29 secondi. Tiberi avvicina il podio della generale

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La rivincita è servita: Filippo Ganna vola lungo le strade che costeggiano il Lago di Garda e si prende d’imperio la vittoria di tappa nella seconda crono dell’edizione numero 107 del Giro d’Italia, riuscendo (stavolta si) a mettere alle spalle quella furia del pedale che risponde al nome di Tadej Pogacar. Che pur su un percorso non propriamente adatto alle sue caratteristiche (praticamente senza un metro di salita degno di tal nome, specie nella seconda parte) riesce comunque a piazzare un acuto importante, chiudendo a 29 secondi ma guadagnando su tutti i rivali nella corsa alla maglia rosa. Arensman chiude il podio di giornata a un minuto e 7 secondi, 7 in meno rispetto a Thomas, che pure trova il modo per mettersi davanti a Daniel Martinez in classifica generale.

Giro d’Italia, 14a tappa: Ganna viaggia come un treno

Ganna aveva una voglia matta di riprendersi quel che Pogacar gli aveva sottratto una settimana fa a Perugia, e puntualmente ha dettato legge. Partendo forte ma soprattutto imprimendo un ritmo indiavolato nella seconda parte dei 31 km di giornata, tanto da riuscire a guadagnare sensibilmente sullo sloveno proprio dal secondo intermedio in poi.

Una prova di forza che conferma l’attitudine di Top Ganna a divorare l’asfalto sotto alle sue ruote, ma anche una dimostrazione di quanto il verbanese ci tenesse a lasciare il segno in questa edizione del Giro. L’ultimo vero test in vista della crono olimpica ha dato l’esito sperato: alla media di 53,435 km/h, il fuoriclasse della Ineos non ha lasciato scampo ad alcun rivale, lasciandosi andare ad un po’ di commozione dopo l’arrivo di Pogacar che ne ha sancito il successo.

Pogi però ha di che essere contento: il primato in classifica è rafforzato e lui ha fatto capire di star bene, pronto domani nella prima vera tappa di montagna della corsa rosa a rafforzare ulteriormente la propria leadership. L’Italia può sorridere pensando anche alla buona prova di Antonio Tiberi, sesto dietro a Thomas e Plapp e deciso a dare l’assalto al podio di Roma, forte anche di una condizione che continua a crescere.

Giro d’Italia, tappa 14: ordine d’arrivo e classifica

L’ordine d’arrivo della 14a tappa del Giro:

  1. Ganna (Ita) in 35’02”
  2. Pogacar (Slo) a 29”
  3. Arensman (Ola) a 1’07”
  4. Thomas (Gbr) a 1’14”
  5. Plapp (Aus) a 1’18”
  6. Tiberi (Ita) a 1’19”
  7. O’Connor (Aus) a 1’25”
  8. Foss (Nor) a 1’26”
  9. Bjerg (Dan) a 1’28”
  10. Affini (Ita) a 1’30”

Questi i primi 5 in classifica generale (qui la classifica completa):

  1. Pogacar (Slo) in 50h00’09”
  2. Thomas (Gbr) a 3’41”
  3. Martinez (Col) a 3’56”
  4. O’Connor (Aus) a 4’35”
  5. Tiberi (Ita) a 5’17”

Tappa 14, Castiglione delle Stiviere-Desenzano sul Garda pagelle

  • GANNA 10: doveva vincere, e puntualmente ha vinto. Anche se non è stato facile: Pogacar di questi tempi sa essere di un altro pianeta e in qualche modo lo ha costretto a spingersi oltre i propri limiti. Dopo tre anni torna a esultare al Giro, ma soprattutto si toglie un peso dalle spalle enorme: adesso Parigi fa meno paura.
  • POGACAR 9: insaziabile la maglia rosa, che su un percorso non propriamente adatto alle sue caratteristiche tira fuori un’altra prestazione di livello altissimo. Per una decina di chilometri abbondante si prende persino il lusso di stare davanti a Ganna, poi perde qualche secondo, ma senza alcun rimpianto.
  • ARENSMAN 8: Pogacar corre un’altra corsa, ma in quella degli “umani” la Ineos sta facendo debitamente il suo. Con Thomas secondo e Arensman che sale in sesta posizione, sfruttando ancora una volta le sue qualità di crono man. Può diventare la sorpresa dell’ultima parte del Giro.
  • TIBERI 7,5: continua a stupire il giovane Antonio, che su un terreno non così congeniale alle sue caratteristiche tira fuori gli artigli e di fatto si avvicina al podio, distante ora 80 secondi. Sta crescendo a vista d’occhio e questi risultati fanno davvero ben sperare.
  • THOMAS 7: alla fine il suo lo fa, anche se forse qualcuno poteva immaginare che i secondi guadagnati su Martinez, rivale nella lotta per la seconda piazza, potessero essere di più. Alla fine ne rosicchia una trentina abbondante, facendo intendere che la condizione sta crescendo (come da copione).
  • PLAPP 7: zitto zitto il buon Luke continua a ottenere piazzamenti di rilievo. Per carità, tutto abbastanza nella norma, ma il suo Giro sta passando in sordina e forse meriterebbe un po’ più di attenzioni.
  • SHEFFIELD 5: incappa in una caduta banale, che gli nega la possibilità di andare sul podio (avrebbe tranquillamente contenuto il ritardo dentro il minuto da Ganna). Errore che pesa e che lo priva di un risultato di tutto rispetto.

Giro d’Italia, da domani ecco le Alpi: cinque passi fino a Livigno

Arrivano le Alpi, e non stanno ad aspettare nessuno. Cinque salite durissime di giornata in una frazione infernale di 222 km, con dislivello superiore ai 5.400 metri. È la prima vera tappa di montagna, quella che non dà tregua e che dovrà servire anche per saggiare la condizione di tanti scalatori (incluso Pogacar, che sin qui ha avuto vita facile). Lodrino, Colle San Zeno, Mortirolo (dal versante di Monno), Passo di Foscagno e gran finale al Passo di Eira, con arrivo a Mottolino (Livigno) dove negli ultimi due chilometri le pendenze non scendono mai sotto al 10%, arrivando a toccare il 19% nella rampa finale. Insomma, il dado comincia a essere tratto: un finale di seconda settimana da strabuzzare gli occhi.

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