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Giuseppe Scienza, una carriera in regia

La carriera di Giuseppe Scienza, apprezzatissimo centrocampista tecnico e protagonista in serie A con Reggiana e Piacenza.

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Claudio Cafarelli

Claudio Cafarelli

Giornalista

Classe 1985: SEO, copywriter e content manager. Laurea in Economia, giornalista pubblicista.

Giuseppe Scienza, una carriera in regia Fonte: Imago Images

Nato il 14 ottobre del 1966, in quel di Domodossola, Giuseppe Scienza è stato un calciatore di qualità, elemento imprescindibile di centrocampo grazie alle sue geometrie. Una lunga carriera in particolare in serie A e serie B dove è riuscito a mettere in mostra il suo talento in anni in cui il campionato italiano era considerato il più bello e difficile del mondo. Un regista puro che ha fatto le fortune in particolare di Reggiana, Piacenza e Torino.

Gli appassionati di calcio lo ricorderanno proprio per la sua esperienza con la maglia dei biancorossi a creare gioco per una squadra composta interamente da calciatori italiani. Una caratteristica davvero particolare che al tempo fu motivo di orgoglio per la società piacentina che diede spazio a talenti come Caccia, Luiso, Tramezzani, Di Francesco, Lucarelli, Valoti e lo stesso Scienza.

Giuseppe Scienza calciatore: il cardine della Reggiana

Cresciuto calcisticamente nelle giovanili della Juventus Domo, Giuseppe Scienza ha debuttato nel professionismo a soli 16 anni quando venne schierato da Leo Siegel, all’epoca allenatore dell’Omegna. Alla fine, saranno 28 le presenze in campionato con 4 gol, numeri che dimostrano come il centrocampista avesse già una forte personalità.

Le sue prestazioni convincono il Torino che decide di acquistarlo e portarlo nella sua Primavera. Con la squadra allenata da Sergio Vatta vince il Torneo di Viareggio, manifestazione più importante della categoria. Scienza era un centrocampista centrale che agiva prevalentemente e principalmente da regista ma era comunque in grado di districarsi e di cavarsela anche come mezzala offensiva.

Dopo l’esperienza in granata decide di farsi le ossa in serie C1 e così veste in sequenza le maglie di Campania, Puteolana e Foggia. Ogni anno Scienza migliora i suoi numeri sia come presenze che come gol e infatti con i pugliesi è titolare fisso ed entra per quattro volte nel tabellino dei marcatori. Arriva poi la chiamata del Catania sempre in C1 e nel biennio in Sicilia disputa 57 partite mostrando ulteriori progressi dal punto di vista tattico. Il salto di categoria avviene grazie alla Reggina che nella stagione 1990-1991 decide di investire sul ragazzo originario di Domodossola.

Il debutto in serie B non intimorisce Giuseppe Scienza che gioca 36 partite e realizza quattro gol. L’annata però si conclude con la retrocessione e così la squadra calabrese fa cassa e decide di cedere il centrocampista alla Reggiana. In Emilia arriva la prima svolta per la carriera del prodotto del vivaio della Juventus Domo. Sono tre i campionati giocati con La Regia e tutti di altissimo livello: nella prima stagione è il calciatore con il maggior numero di presenze della rosa e la squadra conquista un ottimo settimo posto sfiorando anche la promozione in alcuni tratti del campionato.

Nel 1992-1993 arriva il capolavoro di Pippo Marchiori, allenatore della Reggiana e direttore d’orchestra di un gruppo che sorprende tutta Italia. Scienza si impone subito e firma quattro gol in tre partite tra la terza e quinta giornata contribuendo alla partenza sprint della Reggiana che fa il vuoto. La prima sconfitta arriva solo il 24 gennaio 1993 ma la squadra, con Giuseppe Scienza in cabina di regia, si rialza immediatamente e prosegue la sua marcia. Con 53 punti frutto di 18 vittorie, 17 pareggi e solo 3 sconfitte, la Reggiana conquista la storica promozione in serie A.

Scienza viene confermato anche nella stagione 1993-1994 e debutta così nella massima serie dopo una lunga rincorsa partita dall’Omegna. Il campionato non parte bene con la squadra che paga lo scotto di ritrovarsi per la prima volta in serie A, la vittoria arriva solo alla dodicesima giornata contro la Cremonese ma il gioco non manca e così il 9 gennaio 1994 arriva uno dei momenti più importanti per la storia della Reggiana e la carriera di Giuseppe Scienza. La Regia batte allo Stadio Mirabello l’Inter grazie proprio ad un gol del regista al suo primo centro in serie A. La vittoria carica la squadra reggiana che con tenacia si aggrappa alla zona salvezza e riesce a spuntarla sul Piacenza nel testa a testa finale.

Giuseppe Scienza sulla panchina del Chiasso Fonte:

Giuseppe Scienza: il ritorno in serie A

Dopo il triennio alla Reggiana, arriva per Giuseppe Scienza l’inaspettata chiamata del Torino. Il presidente Calleri affida la squadra all’allenatore Rosario Rampanti e come regista viene scelto proprio Scienza, passato già per la Primavera del club senza però mai debuttare in prima squadra. Per lui si tratta di un vero e proprio ritorno a casa indossando la maglia con cui ha mosso, come detto, i primi veri passi nel mondo del calcio con la Primavera.

Alla fine, saranno 23 le presenze con la soddisfazione di firmare una doppietta con il Padova. La stagione però altalenante con ben tre cambi in panchina e così Scienza non ha mai quella continuità che lo aveva contraddistinto in carriera. Sul suo rendimento pesa anche un infortunio muscolare e incomprensioni con l’allenatore Nedo Sonetti che così lo spingono a sorpresa a lasciare Torino dopo un solo anno.

Nel campionato 1995-1996 scende così in serie B voluto da Pippo Marchioro che ora allena il Venezia. L’ex Reggiana però resta in panchina solo per otto giornate e viene sostituito da Belotto che prende in mano una squadra che aveva conquistato solo 5 punti. La squadra lagunare risale la china e si piazza al centro classifica senza però mai cambiare marcia e ambire ai piani alti della classifica.

Un campionato senza infamia e senza lode dove però svetta ancora una volta Giuseppe Scienza che per l’ennesima volta in carriera è il calciatore più utilizzato con 36 presenze condite da tre reti. Così come accaduto nei primi di carriera, le prestazioni del centrocampista non passano inosservate e arriva una nuova occasione in serie A.

Sulle sue tracce infatti c’è il Piacenza reduce da una bella salvezza in serie A. Bortolo Mutti è l’allenatore di quella squadra e Giuseppe Scienza è tra i più utilizzati in stagione con 31 presenze in campionato condite da 4 gol. Il Piacenza ottiene la salvezza in extremis vincendo al San Paolo di Napoli lo spareggio contro il Cagliari grazie ad una doppietta di Luiso e un autogol di Berretta propiziato da una punizione proprio di Scienza. La rivoluzione dell’anno successivo non coinvolge il centrocampista che resta a Piacenza a guidare il centrocampo e anche questa volta si conferma una certezza con 31 presenze e 3 gol e una salvezza raggiunta all’ultima giornata.

Negli ultimi anni di carriera Scienza sente nuovamente il richiamo della maglia granata e questa volta nella stagione 1998-1999 partecipa attivamente alla promozione in serie A, scendendo in campo in 31 occasioni. Anche questa volta però l’esperienza dura solo un anno e accetta così l’offerta del Cesena ma dopo un anno e mezzo, ormai ai margini della rosa, cambia ancora e lascia i bianconeri dopo 47 presenze e 3 gol.

Dopo una breve parentesi a Castel di Sangro con sole 12 presenze nel 2001, Giuseppe Scienza chiude la sua carriera con un’altra promozione, questa volta in C1 con la Pro Patria. Un anno indimenticabile per il centrocampista che disputa il suo ultimo campionato lasciando ancora una volta il segno.

Dopo il quarto posto nella stagione regolare, la Pro Patria affronta nelle semifinali play-off il Novara, all’andata viene fermato sul pari poi una doppietta di Dall’Acqua decide la sfida di ritorno. In finale la squadra di Giuseppe Scienza affronta la Sangiovannese che cede con due vittorie di misure: il 2 giugno 2002 decide un gol di Erba a San Giovanni Valdarno, mentre sette giorni dopo è Zaffaroni a siglare la rete della vittoria.

Giuseppe Scienza sulla panchina del Chiasso Fonte: Imago Images

Scienza allenatore: le giovanili e il biennio alla Ferapi Salò

L’esperienza con la Pro Patria prosegue anche dopo l’addio al calcio giocato. Infatti, già nel 2002 Giuseppe Scienza allena le giovanili della squadra di Busto Arsizio, poi passa al Novara e ancora una volta al Torino. Nel 2009-2010 diventa allenatore della prima squadra del Legnano in Seconda Divisione e subito si impone portando la squadra al terzo posto in classifica e mancando la promozione a causa della sconfitta in finale play-off contro lo Spezia. L’ottima annata lo porta al Viareggio in Prima Divisione che guida verso la salvezza e così i suoi risultati attirano l’interesse del Brescia in serie B.

Il salto di categoria però non viene assorbito al meglio e dopo 13 partite senza vittorie viene esonerato dal presidente Corioni. Giuseppe Scienza ritorna così in Prima Divisione chiamato a sostituire Oscar Brevi sulla panchina della Cremonese. In pochi mesi ribalta la situazione e porta i grigiorossi ad un passo dai play-off, resta così nella stessa categoria ma questa volta alla guida della Feralpisalò. In due anni colleziona due piazzamenti di grande prestigio chiudendo prima all’ottavo e poi al sesto posto.

Nella stagione 2013-2014 Giuseppe Scienza riesce a raggiungere i play-off ma viene eliminato al turno preliminare dalla Pro Vercelli che vince nettamente per 0 a 3. L’anno successivo si migliora e arriva al sesto posto ma la distanza dalla zona playoff è di ben 12 punti e la sua esperienza con la Feralpisalò si chiude.

Dopo un’esperienza negativa all’Alessandria con sole quattro partite di campionato dove raccoglie una vittoria, un pareggio e due sconfitte, debutta nel campionato svizzero con il Chiasso, ma l’avventura nella seconda serie si conclude dopo 28 giornate e soli 10 mesi. Ad invertire la tendenza nella carriera di allenatore di Giuseppe Scienza, arriva il Monopoli nominandolo guida tecnica dei pugliesi il 26 dicembre 2017.

Raggiunge l’obiettivo stagionale chiudendo al sesto posto; poi, nel 2018-2019, conclude il campionato in ottava posizione ma non viene confermato dalla società. Dopo due giornate, però il Monopoli decide di richiamarlo e così il 2 settembre 2019 torna di nuovo a guidare la squadra pugliese. L’ex calciatore di Reggiana e Piacenza conquista il terzo posto in classifica qualificandosi per i play-off poi persi con la Ternana per 0 a 1.

Nonostante la delusione viene confermato sulla panchina dei biancoverdi e nella stagione 2020-2021 raggiunge l’undicesimo posto prima di lasciare definitivamente il club. In totale Giuseppe Scienza ha vissuto ben quattro stagioni al Monopoli con 128 panchine totali che gli valgono un posto nella storia come l’allenatore con più presenze nel club pugliese. L’ultima avventura di Giuseppe Scienza è stata quella con la Pro Vercelli dove è stato esonerato, nonostante un contratto biennale, il 5 dicembre del 2021. La scelta della società è arrivata dopo quattro sconfitte consecutive.

Giuseppe Scienza oggi: vicino il ritorno in panchina

In molti si chiedono, a più di un anno dalla sua ultima avventura ed esperienza, quale sia il presente e il futuro di Scienza, ma soprattutto quando ci sarà il suo tanto atteso ritorno in panchina. Un allenatore di grande esperienza, che può sicuramente dire la sua in Lega Pro come già dimostrato per dieci anni. Ad oggi il tabellino di Giuseppe Scienza come allenatore è di tutto rispetto; infatti, in campionato, su 362 partite, ha conquistato 127 vittorie, 117 sono stati i pareggi mentre 118 le sconfitte.

Considerando le sfide di Coppa, la percentuale di vittorie è del 36,57% grazie alle 147 vittorie ottenute dal 2009-2010 a Legnano fino all’ultima esperienza alla Pro Vercelli. Negli ultimi tempi sono tante le squadre che hanno sondato il terreno. Nel frattempo, Giuseppe Scienza viene spesso interpellato per parlare di calcio giocato e in particolare del Torino, piazza che, in fin dei conti, è stata fondamentale per la sua carriera e con cui ha conquistato il Viareggio. Per l’allenatore, l’Italia ha vivai forti ma sono le società a non voler far giocare i giovani perché non c’è la pazienza di aspettareCi sono più pressioni che in altre parti d’Europa, inoltre in Italia viene considerato giovane un ragazzo di 22 anni”.

Il rammarico per Scienza, proveniente dal settore giovanile del Torino, è vedere come non ci sia più interesse ad investire in strutture per valorizzare ragazzi che potenzialmente potrebbero giocare tranquillamente in serie A. Intanto, in attesa di una panchina, gestisce in prima persona, insieme alla famiglia, il settore giovanile della società calcistica Suno, in provincia di Novara e che nel corso degli anni ha lanciato calciatori come Willy Gnonto e Alessio Zerbin.

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