Prima Coppa dei Campioni vinta nella storia del Manchester City, terza nel palmarès personale di Pep Guardiola dopo i due trionfi alla guida del Barcellona nel 2009 e nel 2011. Un City che rispolvera la propria bacheca internazionale ferma all’unico titolo portato a casa nel 1970, ovvero la Coppa delle Coppe (2-1 a Vienna contro i polacchi del Górnik Zabrze, giustizieri in semifinale della Roma di Helenio Herrera).
- Guardiola: "Congratulazioni in ogni caso all'Inter, la finale di Champions è una monetina"
- Guardiola: "L'Inter ha un punto di forza pazzesco, Onana. A Inzaghi dico che..."
- Guardiola e la prima Champions del Manchester City: "Sono un uomo migliore ora? Non mi pare"
Guardiola: “Congratulazioni in ogni caso all’Inter, la finale di Champions è una monetina”
Al termine del successo contro l’Inter per 1-0 firmato Rodri all’Atatürk Olimpiyat Stadyumu, il tecnico catalano si è lasciato andare, ai microfoni di Sportmediaset, a considerazioni che sfociano nel filosofico:
“Congratulazioni anzitutto all’Inter per il percorso fato e la partita disputata. Lo dico da vincitore, l’avrei detto anche da perdente. La Champions League, le finali di coppe europee sono così, una moneta che si lancia per alria: a volte va bene e a volte va male“.
Guardiola: “L’Inter ha un punto di forza pazzesco, Onana. A Inzaghi dico che…”
Ma Guardiola, onestamente si sarebbe aspettato, alla vigilia, un’Inter così combattiva e competitiva?
“Assolutamente sì: squadra fisica, che fa sempre le sonde giuste. I nerazzurri hanno due centrocampisti sensazionali come Nicolò Barella e Hakan Çalhanoglu. Il punto di forza senza discussioni, però, è André Onana. E’ incredibile come guidi con maestria tutta la sua difesa. Senza Onana, questa sera sarebbe stato un po’ meno difficile. Una parola buona per Simone Inzaghi? Capisco ciò che prova, ci sono passato anch’io due anni fa dopo la sconfitta per 1-0 contro il Chelsea deve pensar di avere la seconda squadra più forte d’Europa e presto tornerà in finale di Champions per vincerla”.
Guardiola e la prima Champions del Manchester City: “Sono un uomo migliore ora? Non mi pare”
Triplete (il secondo della sua storia) e qualche sassolino da togliersi dalla scarpa dopo la Champions vinta dopo sette anni alla guida del Manchester City e le tante malelingue a tal proposito:
“Ora che l’ho vinta è cambiato qualcosa? Sono forse un allenatore migliore? Il City è una squadra migliore? L’importante, secondo me, è essere sempre lì a provare a scrivere la storia e non vincere e poi sparire. E’ fondamentale essere una grande squadra riconosciuta da tutti, indipendentemente dal numero di trofei vinti”.