Un’escalation senza precedenti per il Milan. Che si è perso e sta vedendo svanire uno dopo l’altro gli obiettivi stagionali. Se l’anno scorso, lo scudetto rossonero era stato figlio della solidità difensiva (31 reti prese in 38 match), in questo periodo è proprio la retroguardia a fare acqua. Nelle ultime quattro partite, ha preso due gol a Lecce, tre dall’Inter in Supercoppa, quattro dalla Lazio all’Olimpico e cinque ieri dal Sassuolo a San Siro. All’orizzonte c’è un altro derby per rinascere o sprofondare sempre più giù.
- Milan senza difesa: i gemelli diversi di quelli del titolo
- Milan, la paura dei giocatori di Pioli è ben visibile
- Milan: nella crisi anche le colpe di Pioli
Milan senza difesa: i gemelli diversi di quelli del titolo
Il Milan che sta conoscendo la crisi si specchia in giocatori completamente diversi da quelli dello scudetto. In particolare, la difesa è …senza difensori. Kalulu e Tomori sono tutto fuorché il passo invalicabile di dodici mesi fa, Theo Hernandez e Calabria non spaventano più nessuno. Il francese è tornato come annientato dal Mondiale perso in finale contro l’Argentina, il capitano non corre e contro il Sassuolo questa lacuna è emersa in maniera evidente.
Non è naturalmente solo la difesa a far tremare il Diavolo. Dov’è finito Tonali? De Ketelaere non è mai uscito dalla scatola magica dei 32 milioni di euro spesi l’anno scorso. Origi – ieri in gol – è un altro mistero senza fine brutto. Giroud ha dato qualche segnale ieri all’ora di pranzo, ma pure lui sembra tornato senza tante energie dal Qatar. Per non parlare del desaparecido Adli, un altro ‘colpo’ dell’estate di Maldini e Massara.
Milan, la paura dei giocatori di Pioli è ben visibile
Il Milan ha paura, ma di cosa? Non è solo sindrome da pancia piena, dopo lo scudetto vinto. E’ qualcosa di peggio. Insicurezza, precarietà, appunto timore. L’armata insuperabile dell’anno scorso ha improvvisamente capito di essere andata oltre i propri limiti portando lo scudetto a Milano. Adesso gioca con la paura di chi sa che gli è stata tolta la maschera da vincente. Quando ti scoprono le rughe e la cellulite, come fai a nasconderle? Il trucco, al momento, non c’è. Pioli sembra in confusione anche lui.
Come accennato prima, l’allenatore del Milan non è stato aiutato neanche tanto dalla dirigenza, che in estate ha fatto flop: De Ketelaere e Adli sono i casi più eclatanti, ma sono da citare pure Dest, Thiaw, Vranckx e lo stesso Origi. Come successo con Maignan, Kalulu e Tomori, i dirigenti rossoneri si sono fidati del fiuto e dello scouting, ma questa volta i giocatori presi non hanno le stimmate da vincenti.
Milan: nella crisi anche le colpe di Pioli
Citiamo per ultimo, in questa crisi, il ruolo di Stefano Pioli. Da guru e ‘on fire’ a ‘out’ il passo è breve. Ed è quello che sta capitando tra i tifosi, grati all’allenatore a maggio e vogliosi di vederlo fuori adesso. Il tecnico sta generando confusione nel gruppo, forse ha anche perso il controllo dei ragazzi, Le scelte tattiche sono spesso contraddittorie e non convincono. I cambi ancora meno. Un esempio, ieri: De Ketelaere rilanciato dal primo minuto, ma tolto dal campo dopo il primo tempo. Leao tenuto assurdamente in panchina per tutto il primo tempo e inserito nel secondo, quando i buoi probabilmente erano già scappati. Leao, che è stato il segreto dello scudetto, non dimentichiamolo.
E vogliamo portare della confusione portieri? Maignan fuori, Tatarusanu non all’altezza, Mirante pure, Vasquez non ancora pronto. Quattro portieri per non farne uno. Qui Pioli centra relativamente, le colpe sono maggiormente della società. Che è stranamente silenziosa in questo momento in cui servirebbe non lasciare Pioli da solo sotto il fuoco incrociato della critica e dei tifosi.