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Inchiesta Juve, rivelato contenuto carta Covisoc dopo ok Consiglio di Stato

La partita tra Juve e Figc prosegue nelle aule di tribunale: dopo il Tar, è la volta del Consiglio di Stato. Il club bianconero ha violato la clausola compromissoria, ma i tifosi non vogliono sentire ragioni.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

I colpi di scena si susseguono nella partita a scacchi tra Juventus e Procura Figc in vista della decisione del Collegio di Garanzia presso il Coni sul ricorso dei legali bianconeri avverso il -15 in classifica per il caso plusvalenze e dei prossimi processi a carico della Vecchia Signora, quelli per le manovre stipendi del 2020 e del 2021 e per le società partner. Dopo il successo della Juve al Tar del Lazio, che ha concesso sette giorni alla Federcalcio per mettere a disposizione dei legali bianconeri la cosiddetta “carta Covisoc”, è arrivata la risposta degli avvocati di Chiné e Gravina che hanno chiesto di non mostrare la carta in questione, ricorrendo al Consiglio di Stato.

Il Consiglio di Stato boccia richiesta Figc

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato ieri cui si chiedeva di cancellare i due pronunciamenti del Tar del Lazio che obbligavano gli uffici federali a consegnare ai legali e ai consulenti degli ex dirigenti juventini Fabio Paratici e Federico Cherubini l’ormai celebre “carta Covisoc” del 14 aprile del 2021.

La Federazione mostrerà il documento, che non ritiene in alcun modo “rischioso” sul fronte processuale, ma andrà avanti nell’iter davanti al Consiglio di Stato. Oggi si è espresso infatti un giudice monocratico, il 23 marzo ci sarà comunque l’udienza davanti all’organo collegiale.

La motivazione del Consiglio di Stato

Il decreto firmato dal presidente della Sezione Quinta del Consiglio di Stato, Paolo Giovanni Nicolò Lotti, motiva la decisione “considerato che non sussistono i presupposti per la misura monocratica” e valutando “la sussistenza di un periculum in funzione di un’ordinaria richiesta cautelare collegiale, ma non di una richiesta riservata alle sole ipotesi di ‘estrema gravità e urgenza’ e quindi collegata a un danno definibile come ‘catastrofico’ per la parte deducente”.

Cosa c’è scritto nella carta Covisoc

La Gazzetta dello Sport svela il contenuto della “carta segreta”: sei pagine di scambio di informazioni tra la Covisoc e la Procura Federale. Si parla di plusvalenze e il procuratore federale Chiné riporta i casi di Chievo, Cesena, Perugia e Atalanta. Lo stesso procuratore, poi, pone una questione di metodo nell’individuazione di un possibile dolo sulle valutazioni gonfiate dei calciatori.

Nelle conclusioni compare scritto: “Sulla scorta di tali considerazioni in diritto, dalle quali questa Procura non può prescindere nell’esercizio delle proprie prerogative inquirenti e requirenti, è evidente che l’esercizio dell’azione disciplinare in questa materia, in una logica metodologica di continuità rispetto alle valutazioni già svolte nelle precedenti fattispecie disciplinarmente rilevanti esaminate, potrà essere utilmente perseguito ove emergano elementi sufficienti a corroborare la necessità di indagare su casi che fanno ragionevolmente ritenere la sussistenza di operazioni di scambio di calciatori fra due o più società professionistiche, in termini di sistematicità delle medesime operazioni di mercato, non già un’episodica operazione, finalizzati a sopravvalutare i dati di bilancio delle medesime società mediante, appunto, il sistema delle ccdd. Plusvalenze”.

Contromossa Figc dopo il Tar: ricorso al Consiglio di Stato

La Figc, infatti, aveva impugnato la sentenza chiedendone la sospensiva. Come? Ricorrendo al Consiglio di Stato, una sorta di ‘Cassazione’ del diritto amministrativo posta al di sopra dei vari tribunali regionali. In caso di verdetto favorevole – la decisione è attesa entro il fine settimana, molto probabilmente già oggi – la decisione del Tar sarebbe immediatamente bloccata. Ma perché e su quali basi si sono mossi i legali della Federcalcio? Per la violazione della pregiudiziale sportiva da parte della Juventus.

Violata la clausola compromissoria: autogol dei legali Juve?

La clausola compromissoria che vincola tutti i tesserati, infatti, prevede che ci si possa rivolgere alla giustizia ordinaria (civile, penale e amministrativa) solo una volta che sia stato completato tutto l’iter giuridico presso la giustizia sportiva. È un caposaldo del diritto sportivo italiano ed è in vigore praticamente da sempre. La Juventus, evidentemente, lo ha disatteso. Non ha aspettato l’esito del processo plusvalenze, col verdetto finale del Collegio di Garanzia: ecco perché la Figc sembrava avere ottime possibilità che il Consiglio di Stato intervenisse a suo favore. Ma così non è stato.

Figc contro Juve: social scatenati, Gravina nel mirino

Il web ribolle. Da una parte i tifosi della Juventus, dall’altra tutti gli altri. I primi sono indignati. “Questa è la prova che la Juve aveva trovato la chiave per bloccare l’inchiesta”, tuona Marisa. “Sempre più ridicoli, faziosi e non professionali”, accusa Enrico. E su Twitter tornano clamorosamente in tendenza hashtag come #Figcmafia oppure #giùlemanidallaJuventus. Mentre anche il giornalista Paolo Ziliani, mai tenero nei confronti della Juve, bacchetta la Figc:Poteva fare mille cose Gravina contro la Juventus: a partire dal caso Suarez che mandò in vacca con dichiarazioni penose e poi pilotò all’archiviazione. Questa impugnazione è inutile: la Juve non porterebbe mai al Collegio una carta ottenuta violando le regole, si suiciderebbe”.

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