Nuovo colpo di scena nel processo che vede coinvolta la Juventus. Il procuratore federale Giuseppe Chiné ha, infatti, chiesto una nuova proroga di venti giorni per indagare nuove carte in mano alla Procura.
Juve, la decisione di Chiné
Dopo il pronunciamento di ieri del Tar, che ha fatto segnare una prima piccola-grande vittoria per la Juventus, nel giorno designato per la scadenza delle indagini, arriva un nuovo colpo di scena sul processo che ha investito i bianconeri. Il procuratore federale Giuseppe Chiné ha chiesto alla Procura generale dello Sport presso il Coni una nuova proroga di venti giorni per analizzare al meglio nuove carte in mano alla Procura sul filone legato al caso stipendi e alle partnership sospette.
Nuove carte in mano alla Procura
Come riportato da La Gazzetta dello Sport, la decisione Chiné non ha soltanto un valore tecnico, visto che è prevista dal codice sportivo, ma colpisce per le sue ragioni. Infatti, la Procura ha ricevuto “un’abbondante serie di nuovi atti dai pm di Torino che lavorano all’indagine Prisma“, attesa il prossimo 27 marzo dall’udienza preliminare per esprimersi sul rinvio a giudizio del club e del suo ex quadro apicale.
Quando può esserci il processo?
Nessun dettaglio in merito al peso che i nuovi faldoni possano avere sulle indagini, ma come ricorda la Rosea, il filone stipendi, oltre al club e ai dirigenti, mette in bilico anche le posizioni dei calciatori, che rischiano un almeno un mese di squalifica qualora fosse appurato che abbiano firmato accordi non in linea con le procedure consentite e differenti dai documenti depositati in Lega e Federcalcio. A questo punto, la nuova data del processo è solo ipotizzabile, e dovrebbe aggirarsi intorno alla seconda metà di maggio.