Altro che gioco difensivo, come sostiene Antonio Cassano, l’Inter s’è meritata la qualificazione alla finale di Champions League attaccando nei minuti finali e nei tempi supplementari il Barcellona: questa la tesi di Daniele Adani, che nell’ultima puntata di “Viva El Futbol” ha replicato alle critiche di Fantantonio a Simone Inzaghi. L’opinionista ha anche rivelato il “peccato” di Marco Materazzi: l’ex difensore aveva lasciato lo stadio sul 3-2 per i blaugrana.
- Adani contro l’accusa di Cassano all’Inter
- Adani e la pressione ultra-offensiva dell’Inter
- Adani e la finale meritata dall’Inter
- Inter, Adani e il “peccato” della bandiera Materazzi
Adani contro l’accusa di Cassano all’Inter
Colpo su colpo, con la solita enfasi: così Daniele Adani ha risposto ad Antonio Cassano, che dopo la qualificazione dell’Inter alla finale di Champions League era tornato ad attaccare i nerazzurri, accusandoli di essersi solo difesi e di non avere un gioco al livello delle big europee. Adani s’è reso protagonista di una vera e propria invettiva in difesa di Simone Inzaghi e dei nerazzurri, iniziata comparando le caratteristiche dell’Inter e del Barcellona.
“È inutile che dite che l’Inter è solo difensiva – le parole di Adani -. Se tu pensi di competere col Barcellona rubandogli il possesso palla non riesci; se pensi di competere andando uno contro uno sugli esterni non riesci, anche perché l’Inter gioca in un modo diverso. Il Barcellona ti toglie il pallone, te lo dà ogni 5 minuti”.
Adani e la pressione ultra-offensiva dell’Inter
Per Adani l’Inter è stata brava ad adattarsi al contesto, giocando al Meazza una gara migliore rispetto al match di andata al Montjuic. “Col Barça aveva una possibilità: resistere meglio dell’andata, ma allo stesso tempo proporre di più dell’andata. E per me questo c’è stato – spiega l’opinionista -. Non vedrete mai dati migliori dell’Inter rispetto al Barça, ma c’è il dato più importante che è il 7-6. E comunque ci sono dati diversi tra le due partite”.
Adani si riferisce al modo in cui l’Inter ha prodotto le prime due reti. “Come sono nati il primo e il secondo gol? Da una pressione ultra-offensiva! Avete mai visto l’Inter pressare nella gara di andata? No! Sul primo gol a San Siro c’è stata l’aggressione dei mediani: rubi palla, palla dentro, poi Dumfries–Lautaro, 1-0. E com’è nato il rigore? Uguale, alla stessa maniera! Queste cose qui, se non gli diamo valore, non siamo completi nell’analisi”.
Adani e la finale meritata dall’Inter
Per Adani nella ripresa la squadra di Inzaghi è invece arretrata, concedendo campo e occasioni a Barcellona, subendo così la rimonta dei catalani. Nel finale, però, ha ritrovato coraggio ed è stata meritatamente premiata dal risultato. “’Per buttare fuori il Barcellona, che è ingiocabile, cosa deve provare a fare l’Inter? Attaccare! – continua Adani – Nel secondo tempo non ha superato la metà campo e cosa è successo: il Barça le ha fatto 3 gol! Quand’è che hai rivinto la partita? Quando ha attaccato! E com’è nato il quarto gol di Frattesi? È inutile che dite che l’Inter è solo difensiva: se tu al 99’, dopo che hai fatto il 3-3, hai il cuore, le idee, la qualità, l’identità di andare in area del Barcellona e porti 7 uomini per me meriti la qualificazione. Così come la meritava il nel secondo tempo Barcellona che fa il calcio più bello degli ultimi 10 anni e che negli ultimi minuti, sul 3-2, cerca di fare il 4-2!”.
Per Adani, proprio l’atteggiamento nei supplementari è l’elemento per cui l’Inter va elogiata. “Nella ripresa meritava il Barcellona lì, dopo però merita l’Inter, che porta 7 uomini nell’area avversaria! Al 99’ me la vado a prendere attaccando, non difendendo fino a quando non spengono le luci dello stadio! Ha segnato 7 gol al Barcellona!”.
Inter, Adani e il “peccato” della bandiera Materazzi
Nel corso del programma, Adani ha poi rivelato il “peccato” compiuto da Marco Materazzi. Sul 3-2 del Barcellona, nei minuti finali della ripresa, l’ex difensore e bandiera dell’Inter aveva abbandonato lo stadio, così come fatto da molti interisti delusi, contravvenendo però a quello che è un comandamento del vero tifoso: mai abbandonare la squadra. “Marco e la sua famiglia sono usciti dopo il gol di Raphinha… – svela Adani – poi però me lo sono ritrovato lì, alcuni hanno fatto in tempo a tornare… e Marco lo visto di nuovo seduto di fianco. Non era ancora fuori dallo stadio ed è tornato”.