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Dzeko: bordate a Lukaku e all'Inter, poi la verità sulla finale di Champions col City

Il bomber, oggi al Fenerbahce, non ha dimenticato la finale di Champions persa. E ha voluto destinare una frecciatina al suo vecchio compagno

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Ogni calciatore convive con qualche rimpianto in carriera. Quello di Edin Dzeko si chiama Champions League, competizione sfumata all’ultimo atto nella famosa finale dell’Inter contro il Manchester City. In quella squadra, però, c’era qualcosa che non andava e che oggi l’attaccante bosniaco individua nel collega Romelu Lukaku. Il belga aveva vissuto male l’esclusione dal primo minuto (e sarebbe stato quello uno dei motivi del divorzio con i nerazzurri) sebbene il suo ingresso in corso d’opera non abbia certo stravolto gli equilibri di gara.

Dzeko e la frecciata con destinatario Big Rom

In un gruppo di 25 o talvolta anche 30 giocatori è impensabile andare tutti d’amore e d’accordo. Capita che in alcuni casi ci possa essere qualche tensione e per l’Inter il momento arrivò proprio in concomitanza con la finale di Champions. In tanti volevano Lukaku dal primo minuto, oggi risponde Dzeko parlando alla Gazzetta dello sport: “Secondo voi un allenatore mette in campo un giocatore che è meno forte di quello che va in panchina? E poi lo fa nella finale di Champions? Io ero tranquillo, sapevo cosa potevo dare all’Inter. Certo, alla fine Lukaku sarà stato dispiaciuto di non partire titolare, è normale. Però poi entri e fai la differenza, se riesci: anche lui ha avuto 30 minuti a disposizione, è entrato sullo 0-0 e poi…

L’amarezza per l’addio all’Inter

Un pizzico di amaro in bocca è rimasto ad Edin Dzeko per come si è conclusa l’esperienza all’Inter. Il bosniaco fu messo alla porta, col club convinto che Lukaku sarebbe rimasto: “A me è sembrata una decisione strana, perché un giocatore che è stato titolare in tutte le partite importanti, compresa la finale di Champions, potevi tenerlo a zero e avere quattro punte in rosa. Mi sembrò molto strano, ecco. Poi col tempo l’ho capito e l’ho rispettato, anche perché all’Inter mi hanno trattato benissimo. Sono stati due anni importanti, certo quella Champions…“.

Pallone d’Oro a Lautaro e un giudizio su Inzaghi

Archiviato l’argomento Champions, ancora caldo nel cuore del bosniaco, si parla pure di Lautaro Martinez. Ecco il pensiero dell’attuale bomber del Fenerbahce sull’ex compagno di squadra: “Dopo il mio addio è diventato capocannoniere, forse un po’ di mio gliel’ho lasciato. Pallone d’Oro? Per me sì, è stato decisivo per lo scudetto e per la Coppa America ed è giusto che sia tra i candidati“. Infine un giudizio su Simone Inzaghi: “Ogni anno vince qualcosa, sa coinvolgere tutti nel progetto anche chi non è titolare“.

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