Nerazzurri ancora una volta padroni del loro destino e pronti a lottare fino al termine della stagione per cucirsi finalmente sul petto lo scudetto della seconda stella, obiettivo numero uno dichiarato dalla società stessa. Ma i nerazzurri hanno il dovere di credere anche nel sogno Champions League. Ecco i perché di un doppio successo possibile e che cosa occorre migliorare perché ciò accada.
- Il valore di Istanbul
- Dalla LuLa alla ThuLa
- Corazzata da Scudetto
- Champions nel segno del turnover
- Scudetto con vista su Wembley
Il valore di Istanbul
Il 16 maggio 2023 Lautaro affossa definitivamente il Milan nella semifinale di ritorno di Champions League e iscrive ufficialmente la squadra di Simone Inzaghi nella storia del club nerazzurro. Una finale di Champions che manca da tredici anni, raggiunta con pieno merito, condendosi anche lo sfizio di eliminare i cugini nella rivincita del derby europeo del 2003, che allora lanciava il Diavolo verso la conquista della sua sesta Champions nella sfida tutta italiana con la Juventus all’Old Trafford di Manchester, ma ora permette all’Inter di tenere in vita il sogno europeo.
Un sogno che si infrange il 10 giugno, all’Atatürk Olympic Stadium di Istanbul quando Lautaro e compagni giocano una finale di grande qualità, tenendo testa per larghi tratti al City, ma sono costretti a capitolare. A mandare all’aria i piani nerazzurri è il colpo da biliardo di Rodri al 67’. Quando, poi, le occasioni di Dimarco e Lukaku si infrangono sul muro azzurro dell’undici di Guardiola, la sensazione è che dovesse andare così. L’Inter si asciuga le lacrime, ma lo fa a testa altissima e con la consapevolezza di poter dire la sua contro chiunque.
È l’atto finale di una stagione che ha portato gli obiettivi minori, la Supercoppa italiana e la Coppa Italia, con un Napoli dominatore in campionato e il sogno Champions inseguito fino all’ultimo a togliere punti ed energie in A, ma per il quale è valso ogni singolo sacrificio.
Dalla LuLa alla ThuLa
Quello è, però, anche l’atto che apre la nuova annata, un’annata che, come rivelato dalla stessa dirigenza nerazzurra ha come obiettivo quello della seconda stella, da raggiungere a ogni costo e, in modo inatteso, senza Romelu Lukaku. La stagione di Big Rom sotto la Madonnina è stata falcidiata dagli infortuni, ma ogni cosa sembrava portare alla conferma.
E, invece, invece succede che si arriva alla rottura totale, con il belga alla corte di José Mourinho nell’ultimo giorno di mercato e i nerazzurri che, di fatto, si “accontentano” di Marcus Thuram (strappato al Milan) e del rientro alla casa-base di Alexis Sanchez e Marko Arnautovic per puntellare l’attacco.
La LuLa viene, in poco tempo, spazzata dalla ThuLa, con il figlio d’arte che impiega il tempo di un paio di gare per cancellare Big Rom e formare la coppia perfetta con Lautaro. Marcus porta in dote anche sette reti e cinque assist nelle prime diciotto, giocate in gran parte da titolare e da protagonista assoluto, anche se senza il Toro nelle ultime due la flessione è evidente.
Meno bene il bis di Sanchez e Arnautovic, con diversi problemi fisici per entrambe, ma la sensazione è che l’austriaco possa ora, finalmente, offrire un contributo prezioso alla causa, come fatto anche con il gol al Genoa. Senza dimenticare che in rosa è arrivato anche un profilo di livello come quello di Davide Frattesi. L’ex Sassuolo deve ancora riuscire a ritagliarsi il proprio spazio, frenato da un avvio top di Calhanoglu, Barella e Mkhitaryan, letteralmente insostituibili per Inzaghi.
Corazzata da Scudetto
“L’Inter è dove deve essere. Abbiamo un sogno, la seconda stella. E lavoriamo per realizzarlo”, questo il messaggio forte e chiaro inviato alla squadra dal presidente Steven Zhang alla cena di Natale nerazzurra. Un sogno, che sa di obiettivo concreto e alla portata. Ancora una volta, il destino può essere tutto nelle mani della Beneamata.
In Italia sembra che nessuno possa tenere testa ai nerazzurri. La sensazione, infatti, è che nonostante il passo falso con il Genoa all’ultima, giusto la Juventus, distante due lunghezze dalla corazzata di Inzaghi e senza impegni europei, possa provare a reggere il confronto. Non parliamo, poi, del Milan, in ritardo di nove punti, o dei campioni d’Italia in carica del Napoli, distanti addirittura 17 lunghezze.
Insomma, l’Inter arriva da autentico schiacciasassi all’ultimo atto prima dal giro di giro di boa, con 45 punti in 18 giornate, il miglior attacco e la miglior difesa, blindata dalla vecchia guardia e dal colpo di mercato Sommer, già a quota 12 clean sheet in campionato e a una delle rarissime incertezze a Genova.
Champions nel segno del turnover
Ma se lo scudetto è l’obiettivo da non sbagliare e che tutti voglio centrare per entrare definitivamente nella storia del club, l’Inter non può non pensare di concedere il bis e lottare per raggiungere la seconda finale di Champions consecutiva. Il ko di Istanbul ha lasciato più certezze che rimpianti e rafforzato la consapevolezza di una rosa costruita per vincere.
Poco importa se, alla fine, la fase a gironi si è chiusa con il secondo posto e se gli ottavi mettono sulla strada l’Atletico Madrid, quelli che devono avere paura di questa Inter, consapevole e matura, sono gli altri… Basta, infatti, analizzare il cammino europeo dei nerazzurri per capire come, fin qui, Inzaghi abbia sfruttato in un certo senso la Champions per far rifiatare i titolari. L’undici tipo è partito dal primo minuto solo una volta, alla seconda giornata contro il Benfica, per il resto è stata la parola turnover a caratterizzare l’Inter d’Europa e a restituire una volta di più la forza del gruppo.
Scudetto con vista su Wembley
Il futuro parte dai recuperi importanti di Pavard, Dumfries ai box da tempo, da quelli fondamentali di Dimarco e Lautaro, e dalla tenuta fisica di Marko Arnautovic. Ed è proprio qui, in attacco, che l’Inter dovrà (e proverà) a muoversi in questo mercato di gennaio, che Inzaghi si augura possa regalare almeno un’ulteriore alterativa di spessore per aumentare le possibilità in vista del rush decisivo verso gli obiettivi dichiarati dal club.
Con la Coppa Italia salutata anzitempo, dopo il ko con il Bologna, questa può essere davvero la stagione giusta per concentrarsi al 100% sulle grandi competizioni e cancellare lo smacco di due stagioni fa, con lo scudetto consegnato di fatto nelle mani del Milan in un finale di stagione drammatico, contraddistinto dagli episodi e che tutto il mondo Inter non vede l’ora di relegare a mero ricordo.
Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata: Lautaro si è laureato campione del Mondo in Qatar e ora è un leader e un bomber completo, la finale di Champions ha lasciato una forza impareggiabile, i difetti praticamente dimenticati e la concorrenza svanita. La strada verso la seconda stella pare tracciata e in discesa, ma per questa Inter non può essere l’unica da percorrere fino in fondo. Perché, se Zhang ha parlato di Scudetto, lo ha fatto partendo proprio da Istanbul, e questa Inter non può non provare a chiudere il cerchio a Wembley…