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Italia, Kean e il segreto della rinascita: musica, lotta al razzismo e nuovo stile di vita

Kean è esploso con la Fiorentina: 14 gol in 11 presenze. I viola se lo godono, Spalletti gongola, a Torino lo rimpiangono: cosa c'è dietro l'exploit

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Di viola e d’azzurro. Ecco i colori che si celano dietro la rinascita di Moise Kean, talento che sembrava destinato a non sbocciare mai e che, invece, si è ritrovato a Firenze tanto da conquistare anche Spalletti. La sua nuova vita sulle sponde dell’Arno consegna al calcio italiano un attaccante finalmente pronto a consacrarsi definitivamente.

Kean: i numeri del suo exploit a Firenze

Kean è quello che gli addetti ai lavori definivano un predestinato. Lo racconta la sua storia, a suon di primati: il debutto in Serie A con la Juventus a 16 anni e 9 mesi il 19 novembre 2016 e quello tre giorni dopo in Champions lo hanno reso il primo 2000 a esordire nelle due competizioni. Non solo: nel maggio 2017 ha segnato il suo primo gol in campionato diventando così il primo della sua annata ad andare a bersaglio in un torneo top del Vecchio Continente. Poi, dopo aver stupito anche con la maglia del Psg, però, qualcosa si è inceppato.

E arriviamo direttamente alla scorsa estate, quando la Fiorentina ha deciso di scommettere su Moise, reduce da un’annata da zero gol in Serie A con la Signora. Palladino, però, ci crede. La squadra è al suo servizio. E la punta di Vercelli esplode: 14 presenze e già 11 reti, di cui otto in campionato e tre in Conference League. Spalletti gongola: in pochi mesi l’Italia si ritrova due centravanti da urlo, Retegui e appunto Kean.

I segreti della rinascita di Moise Kean

La sua crescita professionale ha subito più di una frenata nel corso del tempo. Per colpe proprie. Basta pensare agli atteggiamenti avuti con il compagno di stanza Zaniolo in occasione degli Europei Under 21 del 2019 che seccarono tanto Di Biagio quanto l’allora ct della Nazionale maggiore Mancini.

Poi, però, arriva il momento in cui si capisce che bisogna porre un freno. Che bisogna diventare grandi. A Firenze Kean si è sentito finalmente responsabilizzato, ha trovato un club che gli ha concesso spazio e fiducia, che lo ha messo al centro del progetto. Oggi Moise sorride, prima e dopo ogni allenamento. Entusiasta della propria scelta. Al bando gli eccessi: l’attaccante conduce una vita tranquilla, solo casa e Viola Park. Sì, il Kean 2.0 mette proprio tutti d’accordo.

La musica e l’amicizia con Leao e McKennie

Calcio e musica, questi i due mondi di Moise. Da sempre. Da piccolo giocava ovunque: dai giardini di Vercelli all’oratorio. Ma era anche attratto dai ragazzini che in strada si sfidavano a colpi di freestyle. Rap e trap le sue passioni, suggellate dal suo primo brano pubblicato lo scorso anno e intitolato Outfit.

E presto potrebbe arrivarne un altro, scritto insieme al collega del Milan Rafa Leao. Se ne parla da tempo: in tanti non vedono l’ora di ascoltarlo. Amicizie consolidate grazie alla musica, proprio come quella con McKennie, ex compagno di squadra alla Juventus. A proposito: sapete come ha chiamato il figlio? Marley… serve aggiungere altro?

Kean e la battaglia al razzismo

“Sono nato in Italia e so quanto sia difficile per un uomo di colore vivere in questo Paese, fin dai tempi della scuola” ha confessato in una vecchia intervista a views.fr. Kean è stato più di una volta vittima di insulti razzisti ed è per questo motivo che lotta contro ogni forma di discriminazione. “È la mia battaglia più grande” ha successivamente spiegato a La Repubblica. Moise è davvero un uomo nuovo. E se a Firenze se lo godono, a Torino già lo rimpiangono.

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