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Italia, Spalletti ripensa a Tonali: le novità del ct dopo il flop a Euro2024, tra 53 giorni si gioca

Dalla Nations League di settembre alle qualificazioni al Mondiale di marzo 2025: la strategia dell'ex allenatore del Napoli, pronto a passare alla difesa a tre

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Pietro De Conciliis

Pietro De Conciliis

Giornalista

Giornalista pubblicista e speaker radiofonico, per Virgilio Sport si occupa di calcio con uno sguardo attento e competente sui campionati di Serie B e Serie C

La ferita di Euro 2024 sarà pure “ancora aperta” come dice il presidente Gabriele Gravina, ma il tempo di metabolizzare la delusione è già finito in casa Italia. Una volta confermato il ct Luciano Spalletti, è necessario ripartire seguendo un’idea e una strategia ben precisa, allontanandosi dall’inutile retorica del giorno dopo e pensando alle competizioni che vedranno presto impegnata la nazionale azzurra. All’orizzonte, infatti, ci sono la nuova Nations League e le qualificazioni al Mondiale del 2026.

La ripartenza dell’Italia di Spalletti

A poco meno di un mese dalla sconcertante sconfitta incassata contro la Svizzera, agli ottavi di finale dell’Europeo tedesco, l’Italia di Luciano Spalletti è chiamata a ripartire con la consapevolezza che gli alibi sono ampiamente finiti. Per il commissario tecnico, così come per il numero uno della Federcalcio. Deve essere rivoluzione? Rivoluzione sia, ma con raziocinio. Non è tutto da buttare, ma bisogna ritrovare in fretta una precisa identità e delle certezze in ogni reparto.

I prossimi mesi saranno utili per gettare le basi per l’immediato futuro, tra esperimenti, conoscenza di nuovi calciatori e consolidamento dei pilastri dello spogliatoio azzurro, che non può certo perdere alcuni suoi punti di riferimento. Dall’inamovibile Donnarumma allo straordinario adattamento di Calafiori, fino ad arrivare allo spirito di sacrificio di Nicolò Barella e al talento di Federico Chiesa, uno degli ultimi a mollare anche a Berlino. Giocatori che negli Stati Uniti sarebbero nel pieno della loro maturità, augurandoci di non fallire la terza qualificazione al Campionato del Mondo.

Andrà scelto un sistema di gioco, su cui lavorare senza integralismo tattico, ma con ferme convinzioni. A Coverciano, provenendo da ambienti e contesti differenti, i calciatori devono riconoscersi in qualcosa di applicabile velocemente, per effettuare un rapido “switch” rispetto a quanto sono abituati a fare nei rispettivi club.

Il nuovo modulo dell’Italia

Luciano Spalletti studia la nuova Italia, dopo essersi preso qualche giorno di pausa per metabolizzare la cocente delusione di giugno. Di certo, non sono stati giorni facili. In attesa delle riunioni che vedranno protagonisti Gabriele Gravina e i vertici del calcio italiano, pronti ad ufficializzare anche il nuovo ruolo di Gigi Buffon, il selezionatore azzurro pensa alla nazionale che verrà, conscio che si tornerà in campo il prossimo 6 settembre a Parigi contro la Francia di Kylian Mbappé. Una partita mai banale, che aprirà il percorso di Donnarumma e compagni in Nations League.

Secondo quanto confermato dalla Gazzetta dello Sport, Spalletti dovrebbe ripartire dalla difesa a tre, evitando così equivoci tattici e andando incontro alle esigenze dei calciatori, che per caratteristiche sembrano rispondere positivamente al 3-4-2-1 e alle sue variabili. Una scelta che va in controtendenza rispetto al passato e alle idee del primo Spalletti, dedito ad una retroguardia a quattro e amante del 4-2-3-1, che si è poi evoluto nel 4-3-3 che ha riportato a Napoli il tricolore dopo 33 anni di astinenza.

Il lavoro del commissario tecnico, però, è diverso da quello di un allenatore che lavora quotidianamente con un gruppo squadra composto dagli stessi elementi per 9-10 mesi. Ci vogliono spirito di adattamento ed elasticità mentale, nella speranza di trovare gli incastri giusti e di creare uno spogliatoio dalle fondamenta solide, caratterizzato dal canonico mix di giovani ed esperti. 3-4-2-1 o 3-5-2? Dipende da situazioni ed avversari, ma è chiaro che una mediana a due e un centrocampo a tre richiedono compiti, caratteristiche e responsabilità differenti.

La carta Tonali

Dopo aver sorpreso appassionati e addetti ai lavori con la convocazione di Nicolò Fagioli, volato in Germania nonostante un campionato ai box per il caso scommesse, Luciano Spalletti vuole riportare al centro del progetto tecnico azzurro anche Sandro Tonali, anch’egli squalificato per calcioscommesse nelle settimane successive al trasferimento in Premier alla corte del Newcastle. L’ex Milan sarà stato anche un anno fermo, ma a 24 anni ha ancora tempo per dire la sua e risalire la china, riprendendosi club, nazionale e futuro.

Per molti, l’evoluzione di Rino Gattuso ai tempi del Diavolo, ma con un bagaglio tecnico decisamente superiore rispetto a “Ringhio”. Capace di adattarsi sia ad un centrocampo a due che al ruolo di interno in una linea a tre, vanta una struttura fisica importante e un destro in grado di garantire i cambi gioco necessari per valorizzare gli esterni in un 3-4-2-1 o nel classico 3-5-2. Una volta riacquisito il ritmo partita, difficile che Spalletti non lo inserisca tra i convocati per gli impegni autunnali degli azzurri. Il ct vede in lui la mezzala di palleggio, ma con una gamba importante, che può conferire maggiore equilibrio in mezzo al campo, al fianco di un regista puro (come lo stesso Jorginho, ndr) e di una mezzala che si inserisce, alla Barella. Con quest’ultimo, non troverebbe particolari difficoltà a giocare in coppia.

In attacco, il problema più grande: Scamacca dovrà dare risposte importanti se vuole tenersi stretto la maglia da titolare, con Retegui che non mollerà e Lorenzo Lucca che si candida per entrare in via definitiva nel giro delle convocazioni. In difesa, invece, preoccupano la sovrapposizione Bastoni-Calafiori (entrambi mancini ed abituati a giocare sul centro-sinistra, ndr) e la mancanza di un vero e proprio centrale destro, al di là del “sempreverde” Darmian. Di Lorenzo? Anche Conte sembra preferirlo sulla linea dei centrocampisti, ma non è escluso che possa essere adattato al fianco di Buongiorno e Rafa Marin, correggendo gli errori commessi a Gelsenkirchen.

I giovani sotto osservazione

Ringiovanire, ma con criterio. È questa la parola d’ordine dalle parti di Coverciano, per cercare di ricostruire dalle macerie dell’Europeo tedesco, che sarà ricordato come uno dei peggiori della storia recente della nazionale. In attesa di rivedere Scalvini, che tornerà a disposizione soltanto nel 2025, saranno diversi i giovani che verranno monitorati dallo staff tecnico di Spalletti: dal fiorentino Kayode all’italo-americano Luca Koleosho, esterno offensivo oggi in forza al Burnley.

Riflettori puntati anche su Giovanni Fabbian, ex Inter di proprietà del Bologna, e sul talentuoso Ndour, centrocampista con ottimi tempi di inserimento e un fisico di tutto rispetto, come testimoniano i suoi 191 cm. Presto, invece, per Pafundi e Camarda, che potrebbero diventare subito punti fermi dell’U21. Yamal è il nome del momento, ma non tutti nascono fenomeni. Poco coraggio o cultura diversa? Lo stiamo scoprendo sulla nostra pelle.

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