Il giorno dopo, forse, è stato ancora più bello. Perché è solo dopo qualche ora che ci si inizia a rendere conto dell’impresa compiuta. Del nuovo miracolo sportivo portato a compimento da un ragazzo di 23 anni che è già fenomeno mediatico, internazionale, planetario e che pure riesce a mantenere intatta la sua semplicità, la sua genuinità, la sua essenza più autentica. Jannik Sinner ha trascorso “the day after” a Melbourne, tra scatti fotografici patinati, interviste e cene. Ma tra un impegno istituzionale e l’altro non ha mancato di fare una telefonatina a casa. Un rito irrinunciabile, anche per lui.
- Sinner, la cena con team e fratello e la chiamata a casa
- Jannik, un italiano vero: "Gioco per tutto il mio paese"
- Le parole a Zverev e la fuga in montagna dopo gli AO
- Sinner e il Grande Slam, la nuova "missione impossibile"
Sinner, la cena con team e fratello e la chiamata a casa
A raccontare il curioso retroscena è stato lo stesso Sinner nel corso di un’intervista concessa a Melbourne all’indomani del trionfo a un ragazzo di padre italiano e madre giapponese: Leo. “Come ho festeggiato la vittoria? Una cosa molto tranquilla. Una cena con le persone più strette. La squadra, mio fratello. Un momento per stare insieme rilassati”. E ovviamente ha chiamato a casa, in Italia. Il legame con mamma Siglinde è fortissimo, così come con papà Hanspeter. La mamma, però, è sempre la mamma ed è a lei che Jannik ha telefonato: “Anche lì ho solo chiesto se stavano tutti bene, e poi ci siamo salutati”.
Jannik, un italiano vero: “Gioco per tutto il mio paese”
Significative le parole sull’Italia. Qualche tempo fa Sinner confessò di giocare per i suoi tifosi, a prescindere dalla nazionalità. Stavolta ha posto l’accento sul sostegno e sull’affetto che gli sono arrivati dalla Penisola, anche attraverso i tanti emigrati che lo hanno seguito dagli spalti a Melbourne: “La storia del tennis la seguo, ma in questo momento sto provando a fare la mia di storia. Gioco per me stesso, per chi lavora con me, faccio tanti sacrifici. Gioco per tutta l’Italia. So che mi hanno seguito in tanti svegliandosi la notte o alla mattina presto, sento tutto questo tifo anche da lontano e mi piace”.
Le parole a Zverev e la fuga in montagna dopo gli AO
Quindi altre rivelazioni: “Zverev? Stava vivendo un momento difficile. Ho provato a dirgli andare a testa alta perché è un grande giocatore e ha una bella famiglia che lo segue. Due anni fa ha avuto un bruttissimo infortunio e comunque è riuscito a tornare a giocare finali di questo livello. Sono sicuro che presto toccherà anche a lui, lavora tantissimo e se lo merita”. Sulla programmazione: “Al ritorno da Melbourne mi servirà qualche giorno di riposo, per staccare anche un po’ dal tennis che è importante. Andrò forse un po’ a casa mia in montagna. Preferisco prendermi un giorno in più di libertà, ma poi tornare al lavoro senza distrazioni. Una volta che ci si torna ad allenare, esiste solo il tennis“.
Sinner e il Grande Slam, la nuova “missione impossibile”
Adesso tutti chiedono a Sinner il Grande Slam. Compreso Leo. “Se ci penso? No, onestamente no. Ho in mano questo trofeo, voglio godermelo, apprezzare il viaggio che ho fatto per conquistarlo. Poi penserò al Roland Garros che è il prossimo Slam in calendario. Tutto diverso, superficie diversa, ovviamente cercherò di migliorarmi, lo scorso anno avevo giocato la semifinale. Penso che si debba anche apprezzare quello che si conquista, io adesso ho vinto questo e vediamo cosa ci riserverà il futuro“. E per concludere: “È più grande il dolore per una sconfitta rispetto alla gioia per una vittoria. Noi esseri umani siamo tutti uguali e siamo molto più attenti a quello che non riusciamo a ottenere che non ad apprezzare quello che abbiamo”.