Leonardo Bonucci non dimentica la Juventus. L’ex difensore bianconero sembra aver abbracciato la nuova esperienza all’Union Berlino, una scelta più forzata che voluta dopo che la dirigenza lo ha messo di fatto alla porta senza permettergli di rimanere a realizzare il suo sogno di chiudere la carriera con la Vecchia Signora. Alla vigilia della sfida di Champions League con il Real Madrid, il difensore si confessa in una lunga intervista a Marca.
L’addio alla Juventus
Addio doloroso quello tra Bonucci e la Juventus che ha in qualche modo macchiato la fine di un’avventura storica e leggendaria da ambo le parti: “Tutti sapevano quale fosse il mio desiderio. Oggi sono più sereno, meno arrabbiato per quello che è successo questa estate. Bisogna andare avanti, guardare avanti. Il mio passato alla Juve è stato meraviglioso. Sono fiducioso di aver sempre dato il massimo. Ogni settimana parlo con i miei ex compagni e fa capire che ero una persona importante all’interno dello spogliatoio”.
Nessun riferimento invece in sede di ringraziamenti a Max Allegri: “La Juve è parte cruciale della mia via. Sono grato ad Andrea Agnelli, Marotta, Paratici, Nedved. E l’allenatore che più mi ha cambiato e aiutato a crescere: Antonio Conte”.
La malattia del figlio
Bonucci torna a parlare anche dei momenti difficili vissuti con la malattia del figlio Matteo: “Sono esperienza che ti fanno capire le priorità della vita. Non importa quanto a volte pensiamo di essere diversi. Siamo tutti uguali e il male non guarda in faccia a nessuno. Siamo stati fortunati. Eravamo al momento giusto nel posto giusto. E dobbiamo ringraziare i medici dell’ospedale Regina Margherita. Matteo oggi è un bambino sanissimo, naturalmente bisogna prendere delle precauzioni ma siamo stati molto fortunati”.
Gli attacchi degli haters
L’addio alla Juventus per Bonucci non è stato semplice neanche per il rapporto con una parte della tifoseria bianconera, quella stessa che forse si era lanciata contro di lui all’indomani del trasferimento al Milan: “Chiunque si sente libero di criticare e di insultare. Le persone fanno il male pensando di non danneggiare gli altri. Prima di scrivere dovremmo pensare a chi sta dall’altra parte. Spero che si raggiunga il contrappeso a quella violenza, perché di violenza si tratta. L’ho vissuto in prima persona”.