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Juve, Kean il nuovo Mandzukic: Allegri vince la scommessa, felice anche Mancini

Moise Kean si sta rilanciando alla Juventus, ripagando la fiducia che Allegri ha sempre riposto in lui. Se continua così, si aprono delle chance anche in Nazionale

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Luca Santoro

Luca Santoro

Giornalista

Esperto di Motorsport ma, più in generale, appassionato di tutto ciò che sia Sport, anche senza il Motor. Dà il meglio di sé quando la strada fa largo alle due o alle quattro ruote

Nella Juventus che di necessità ha fatto virtù si è ritagliato il proprio posto Moise Kean, un altro dei giocatori bianconeri che parevano destinati al declino e che invece in questa fase di chiusura della prima parte di stagione prima del Mondiale sta dimostrando di essersi finalmente ritrovato.

La rinascita di Kean

I freddi numeri parlano di 4 gol nelle ultime cinque giornate di campionato, tra cui la doppietta nell’ultimo turno prima del Qatar contro la Lazio: mica male per uno che rappresenta la quota riservisti di Vlahovic, quest’ultimo all’inizio dell’attuale stagione unica punta d’assalto a disposizione di Allegri, con gli acquisti pregiati Di Maria e Pogba finiti dritti dritti in infermeria (e un Federico Chiesa che dopo dieci mesi di stop è tornato a disposizione dell’allenatore giusto ieri, regalando pure un assist vincente per il 3-0)

Poi abbiamo avuto l’esplosione del sottovalutato Milik, e adesso lì davanti il tecnico della Juve si è ritrovato il figliol prodigo Kean (complice anche la pubalgia di Vlahovic) che si è beccato gli applausi dello Stadium per i suoi due gol per tempo e per una prestazione di alto livello in campo. Il paradosso è che Allegri dalla penuria in zona centrocampo-attacco si ritroverà a gennaio con un reparto dove avrà l’imbarazzo della scelta, ma sarebbe un peccato non sfruttare la rinascita del classe 2000 di Vercelli.

Da quel gol di testa nel 2017 in Bologna-Juventus che lo rese il primo giocatore nato agli albori del nuovo millennio a segnare in uno dei cinque maggiori campionati europei, poi la maglia da titolare a Verona, la cessione all’Everton, il cupio dissolvi di nuovo alla Juve: in questi pochi anni Kean ha vissuto una sinusoide in cui il centrocampista a tratti ha dato prova di doti tecniche e fisiche notevoli, e a tratti è subentrata invece l’indolenza (e certi esperimenti fatti da Allegri in una Juve dove il reparto era allora già abbastanza saturo con i vari Chiesa, Dybala e Morata).

Kean è il nuovo Mandzukic?

Eppure il tecnico (specializzato nel recupero ostinato di giocatori sottovalutati, vedi alla voce Rabiot) ha sempre creduto nel ragazzo: già in tempo non sospetti, lo scorso anno, si parlava del suo impiego nel ruolo che fu di Mandzukic, ovvero esterno alto a sinistra, e allora sembrava un azzardo. Ci è voluto tempo, e per ora i fatti stanno dando ragione ad Allegri (e come si è visto nel match contro la Lazio, proprio dagli esterni sono arrivate la azioni più pericolose in area per la squadra di Sarri, in particolare proprio dalla sinistra dove c’è un esterno di lusso come Kostic).

Le bravate ed i ritardi alle convocazioni sembrano retaggi del passato: certo, il carattere resta a tratti esuberante, come si è visto nella particolare esultanza di ieri, ma Kean sembra ad occhio non solo un calciatore ma anche una persona diversa. Merito anche dei sei chili persi, come ha spiegato il centrocampista a fine partita: “Mi sono messo al lavoro ed è andata bene. Mi sono allenato tantissimo durante questi mesi, mi sono messo a dieta. Prima non calavo giù chili, poi ho smesso di mangiare alcune cose. Ho capito che era la cosa giusta da fare. Grazie al mister che non ha mai perso la pazienza di spiegarmi le cose. A fine allenamento mi fermavo a capire i movimenti giusti da fare per poi fare la prestazione alla domenica. Cerco di dare il massimo dove mi mette il mister e di capire i movimenti giusti, anche se sbaglio e mi devo far rispiegare le cose più volte”.

Mancini tiene d’occhio Kean

Ora gli obiettivi di Kean sono quelli non solo di riprendersi la Juve (non a caso nell’ultima sessione di calciomercato ci fu il rifiuto di un’offerta da parte del Nottingham Forest), sperando di poter essere riscattato la prossima estate dall’Everton per una cifra pari a 28 milioni più bonus che ammontano a 3, ma anche di convincere Mancini per poter tornare ad essere una pedina della Nazionale.

Escluso (un po’ a sorpresa) dalle recenti convocazioni per le due amichevoli degli Azzurri, ora Kean potrebbe giocarsi le sue carte per tornare nell’orbita di un’Italia a cui servirebbero dei numeri 9: il tecnico campione d’Europa attende però che il giocatore possa offrire certezze granitiche su una continuità che sia veramente ritrovata e non estemporanea. Ma Mancini già in passato ha riconosciuto le qualità del bianconero (pensiamo anche alla doppietta realizzata contro la Lituania lo scorso anno): “Ha un grande futuro, ma dipende da lui” sono state le sue parole. E Kean vuole riscattare l’amarezza di aver visto trionfare l’Italia a Euro 2020 da casa.

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