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Juventus, Allegri al bivio: Szczesny da record, ma Chiesa è un caso

La Juventus è tornata a correre e ha risalito la classifica grazie alla solidità della fase difensiva guidata dal ritrovato portiere: davanti però la squadra punge poco e il rischio è quello di "intristire" il gioiello della Nazionale.

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La quarta vittoria consecutiva conquistata dalla Juventus, quinta considerando la Champions League, autorizza a sbilanciarsi in una sentenza. La Juventus è tornata. Già, ma in quale “formato”?

Anche la Roma di José Mourinho, pur al termine di una partita con non poche polemiche, legate all’episodio del gol annullato per concedere il rigore poi sbagliato da Veretout, ha dovuto arrendersi alla voglia di riscatto della formazione di Max Allegri.

Al termine della gara la soddisfazione del tecnico livornese era palpabile e non poteva essere altrimenti, perché nella Juventus delle ultime partite si è vista nitidamente l’impronta dell’allenatore.

Poco spazio allo spettacolo, cinismo nello sfruttare una delle poche occasioni da gol create, mutuo soccorso in campo, fase difensiva solida, come confermato dal terzo clean sheet consecutivo e un possesso palla volto più a congelare il gioco in chiave di protezione che a cercare il raddoppio per chiudere la partita.

Momenti migliori in termini di qualità di gioco arriveranno, dopo l’inizio horror contava solo ritrovare autostima e mettere in cascina punti per risalire la classifica. Così, se Napoli e Milan restano ancora molto lontane, la Roma è alle spalle, Lazio e Atalanta hanno gli stessi punti e l’Inter è lontana solo tre lunghezze.

Il tutto alla vigilia dello scontro diretto di sabato prossimo a San Siro che arriverà dopo la gara di Champions League contro lo Zenit nella quale la Juventus potrebbe chiudere virtualmente con largo anticipo il discorso qualificazione agli ottavi di finale.

Eppure, anche nella partita contro la Roma non tutto è filato per il verso giusto in casa Juventus, pure per quanto riguarda il migliore in campo. Wojciech Szczesny si è ripreso a suon di applausi lo stadio che solo domenica scorsa aveva applaudito Gigio Donnarumma, impegnato a Torino con la Nazionale e chiaramente invitato ad approdare alla Juventus dopo le ripetute papere del polacco nelle prime giornate di campionato contro Udinese e Napoli.

Errori costati cari alla Juventus, ma l’ex romanista è stato bravo a risalire la china, così dopo la super parata su Kalulu contro il Milan ecco il rigore parato a Veretout che fa di Szczesny il miglior portiere di tutto il 2021 nella specialità: tre i penalties intervettati nell’anno solare dopo quello a Galabinov dello Spezia a marzo e quello a Kessié nella partita dello scorso maggio persa 3-0 contro il Milan. Peccato che, pochi secondi prima, lo stesso Szczesny quel rigore lo avesse provocato abbattendo Mkhitaryan. Intervento necessario, ma comunque evidente e forse evitabile, che non spegne le voci su un possibile cambio della guardia in porta nella prossima stagione.

Il tutto è però accaduto nella peggior serata stagionale di Federico Chiesa. Il campione ammirato con l’Italia contro Spagna e Belgio è apparso un pesce fuor d’acqua nell’impostazione prettamente difensiva voluta da Allegri, tornato a schierare Chiesa sulla fascia visti i tanti assenti. L’ex fiorentino si è sacrificato con dedizione, dando manforte alla fase difensiva, ma senza mai riuscire a rilanciare l’azione. Contro lo Zenit e soprattutto l’Inter Federico si aspetta di avere più occasioni per sprigionare la propria tecnica e la propria velocità.

Perché se “il corto muso” è servito per riguadagnare posizioni, il passo di Napoli e Milan imporrà prima o poi ad Allegri di osare qualcosa di più e di presentare in campo una Juventus con un gioco più offensivo e una personalità più spiccata.

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