Calciopoli, atto secondo. Il paragone con la tempesta che si abbatté sul calcio italiano nella primavera-estate 2006 era sorto spontaneo, ai tifosi juventini e non solo, quando la notte del 28 novembre scorso il club bianconero si ritrovò in pochi secondi senza Consiglio di Amministrazione, spazzato via dalle dimissioni in blocco di tutti i consiglieri, da Andrea Agnelli a Pavel Nedved fino a Maurizio Arrivabene, travolti dai primi passi dell’inchiesta Prisma.
- La Juventus e la "nuova Calciopoli": club bianconero pronto al ricorso contro la maxi-penalizzazione
- Sentenza plusvalenze, la Juventus ha 30 giorni per presentare il ricorso
- Juventus, il Collegio non potrà modificare la sentenza. Lo "spauracchio" Uefa
La Juventus e la “nuova Calciopoli”: club bianconero pronto al ricorso contro la maxi-penalizzazione
E il parallelo non può che diventare sempre più calzante dopo quanto successo nella serata del 20 gennaio 2023, con la mannaia dei 15 punti di penalizzazione che si è abbattuta sul club e in particolare sulla squadra di Max Allegri dopo che la Procura Figc ha deciso di riaprire il processo sportivo per le presunte plusvalenze fittizie. In poche ore il mondo bianconero è passato dalla speranza di non incorrere in penalità nel nome del “no bis in idem”, essendo la società già stata assolta a riguardo in due gradi di giudizio la scorsa primavera, alla paura di una pena afflittiva, come invocato dal procuratore Giuseppe Chiné, ad una realtà addirittura peggiore della richiesta, che si era spinta a chiedere un -9. Ora, però, proprio come accadde in quella calda estate di 17 anni fa che sancì l’epocale retrocessione in B dei bianconeri occorre tirarsi su le maniche e pensare alle contromosse, dal momento che la differenza sostanziale rispetto ad allora è che la stagione è in corso e che qualche margine di manovra in sede di ricorso sembra esserci.
Sentenza plusvalenze, la Juventus ha 30 giorni per presentare il ricorso
“Ci difenderemo, ma senza arroganza” aveva anticipato il neo presidente Gianluca Ferrero nel giorno del proprio insediamento ufficiale, appena 48 ore prima la sentenza, contestualmente all’addio di Agnelli, Nedved e degli altri dirigenti che hanno segnato due lustri e mezzo di storia e successi della Juventus. Gli stessi dirigenti le cui colpe, secondo la giustizia sportiva, il club si trova ora costretto a pagare, sia dal punto di vista economico che sportivo, dal momento che la fortissima penalizzazione sembra precludere le porte verso la qualificazione alle prossime coppe europee, con tutte le conseguenze del caso nel futuro prossimo e anteriore.
I legali della Juve sono comunque già al lavoro. A partire dal giorno seguente dalla pubblicazione della sentenza la Juventus ha un mese di tempo per presentare ricorso presso l’ultimo grado di giustizia sportiva, ovvero sia il Collegio di Garanzia dello Sport istituito presso il Coni, già annunciato dalla società.
Juventus, il Collegio non potrà modificare la sentenza. Lo “spauracchio” Uefa
Per inoltrarlo, tuttavia, bisognerà aspettare la pubblicazione delle motivazioni, attese entro 10 giorni dalla sentenza, ma destinate ad arrivare già a metà della penultima settimana di gennaio. A quel punto la data dell’udienza sarà comunicata entro un paio di settimane dal deposito del ricorso, quindi è lecito immaginare che entro la fine di febbraio la vicenda avrà trovato un epilogo.
Quale? Non è dato saperlo, ma l’unica certezza è che, almeno nei prossimi 30-45 giorni, la Juventus non potrà ricevere un ammorbidimento della sentenza, la riduzione della penalizzazione da molto già immaginata come soluzione più scontata della vicenda. Nei poteri del Collegio di Garanzia non c’è infatti quello di modificare la sentenza della Corte d’Appello, ma solo di rimandarla al punto di partenza per una nuova discussione in caso di vizi di forma e/o violazioni di diritto della difesa. Quindi a breve la classifica della Juve o cambierà radicalmente, tornando a quella del tardo pomeriggio del 20 gennaio, con la squadra in piena corsa per un posto nella prossima Champions League, o resterà quella, sportivamente drammatica, disegnata dalla sentenza. In caso di nuovo esito negativo, quindi la conferma dei 15 punti di penalizzazione, il club potrà soltanto appellarsi al Tar del Lazio.
Qualora invece venisse impartito un nuovo processo tutto sarà possibile, da una sentenza di assoluzione ad una di colpevolezza con una sanzione uguale o più temperata (difficile immaginarne una più severa…). Sullo sfondo, per la Juventus e non solo, ci sono però tanti altri scenari: il prossimo 22 febbraio, infatti, la Procura federale si pronuncerà sul possibile coinvolgimento di altri club tirati in ballo nelle intercettazioni dell’inchiesta Prisma “fatale” alla Juve (che non riguardavano le società per le quali si è deciso di non riaprire il processo). Infine, tralasciando quella che sarà la decisione del Gup di Torino attesa per il 27 marzo sull’eventuale processo per la “manovra stipendi” l’inquietante sagoma della Uefa: da Nyon si aspettavano eventuali novità nelle indagini in Italia a carico del club bianconero, pertanto, qualora la sentenza di venerdì diventasse definitiva, il mondo Juve potrebbe anche tremare per eventuali pesanti decisioni in sede europea per la violazione del Financial Fair Play.