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Dalle parole di Arrivabene ai fischi: Juventus prigioniera di Allegri

Dopo i due ko in Champions League, tecnico e dirigenza bianconera devono rivedere i propri progetti, attuando in breve tempo un cambio di passo.

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La sconfitta subita per mano del Benfica a Torino, per citare Massimiliano Allegri, non è decisiva per l’eliminazione dalla Champions, ma deve far riflettere tutte le componenti della società per non peggiorare la situazione. Per la prima volta dal suo ritorno il tecnico livornese, al secondo ko consecutivo in Champions, è stato fischiato abbondantemente dai propri tifosi durante il rientro negli spogliatoi.

Juve contestata per un processo che stenta a decollare

La parola chiave è quindi contestazione. Non solo per Allegri, ma anche per la società ed un progetto che stenta a decollare e rischia di prendere una direzione preoccupante. Naturalmente è presto per fare i bilanci, ma la Champions League non aspetta: ci sono solamente dodici punti a disposizione, e dieci di questi sono necessari per il passaggio del turno.

Sulla carta basterebbero due vittorie contro il Maccabi Haifa (sei punti) ed una tra Benfica e Paris-Saint Germain (nel migliore delle ipotesi, quattro punti scaturiti da una vittorie ed un pareggio).

Questione di bilancio o di futuro?

Il direttore generale bianconero, Maurizio Arrivabene, nel pomeriggio di ieri è stato chiaro. Non ci sono margini per poter ipotizzare un cambiamento di guida tecnica, non solo per mere questioni economiche relative all’ingaggio di Allegri, ma anche per i tecnici liberi presenti sul mercato, che comprende nomi all’altezza della squadra bianconera, come il grande ex Zidane o Tuchel, esonerato poche settimane fa dal Chelsea).

Per il momento, quindi, la dirigenza bianconera non sembra voler mettere in discussione l’allenatore, anche se il video diventato virale sui social poco prima della partita contro il Benfica nel quale l’ad Arrivabene risponde scherzosamente, ma non troppo, a un tifoso che invocava l’esonero di Allegri in caso di ko contro i portoghesi “Lo paghi tu l’allenatore che subentra?” fa intuire che più che non volere il cambio della guardia in panchina il club bianconero non può permetterselo per motivi economici.

Per la Juve fondamentale cambio passo in tempi brevi

Tuttavia, per realizzare un progetto tecnico all’altezza del nome Juventus, urge al più presto un cambio di rotta, senza pensare solamente alla durata del contratto ed all’importo annuo elargito al tecnico toscano (nove milioni). I numeri parlano chiaro: in sei partite di campionato, solamente due vittorie; in Champions League non è mai accaduto che la società piemontese perdesse le prime due partite di una fase a gironi. Tutte le variabili sono in gioco.

La Juventus ha creato una rosa e una squadra con e per il suo allenatore. Smettere di credere nel progetto rischierebbe di essere un errore visti gli investimenti estivi, ma il problema ora è affrontare questa crisi di risultati che, per dare un segnale efficace, dovrebbe essere già interrotta a partire dalla partita di domenica prossima in casa del Monza.

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