Si allarga l’inchiesta della Procura di Torino sull’eredità di Gianni Agnelli. Gli ultimi sviluppi vedono l’iscrizione nel registro degli indagati di Lapo e Ginevra Elkann, che vanno ad aggiungersi a John Elkann (ad di Exor), Gianluca Ferrero, storico commercialista della famiglia Agnelli e presidente della Juventus e al notaio svizzero Urs von Grunigen.
- Eredità Agnelli, l'inchiesta: anche Lapo Elkann tra gli indagati
- Si allarga il campo degli accertamenti: gli ultimi sviluppi
- Com'è nata l'indagine sull'eredità di Gianni Agnelli
Eredità Agnelli, l’inchiesta: anche Lapo Elkann tra gli indagati
Come riferisce il Corriere della Sera, c’è più di una novità importante nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte dichiarazioni fraudolente di Marella Caracciolo, vedova dell’avvocato Gianni Agnelli morta a 92 anni nel febbraio 2019, in riferimento agli anni 2018 e 2019. Nel decreto firmato dal procuratore aggiunto di Torino, Marco Gianoglio, e dai pm Mario Bendoni e Giulia Marchetti risultano infatti indagati anche Lapo e Ginevra Elkann, oltre a John Elkann, Ferrero e il notaio von Grunigen, incaricato di amministrare l’eredità di Marella Caracciolo, che già erano stati indagati in precedenza.
Si allarga il campo degli accertamenti: gli ultimi sviluppi
Da quanto si apprende, oltre alla novità dell’iscrizione nel registro degli indagati di Lapo Elkann e di sua sorella Ginevra, si estende anche il campo degli accertamenti che non sono più relativi solo al 2018 e 2019. Sotto la lente dei magistrati sono finite anche le dichiarazioni dei redditi del 2016 e del 2017, con importi aumentati. E anche l’ipotesi di truffa ai danni dello Stato, in quanto con la successione in Svizzera non sarebbero state versate le tasse di successione in Italia.
Com’è nata l’indagine sull’eredità di Gianni Agnelli
L’indagine è partita dalla fine del 2022, in seguito a un esposto di Margherita Agnelli, madre di John, Lapo e Ginevra e secondogenita di Gianni Agnelli. Nel 2004 firmò un accordo in cui di fatto rinunciava alle quote azionarie del padre e anche alla futura eredità della madre a fronte di un corrispettivo di 1,2 miliardi.
Inoltre l’intesa prevedeva che Margherita – a partire dal 2004 – pagasse un vitalizio alla madre, che non sarebbe stato dichiarato allo Stato. Già , per la difesa Caracciolo non era tenuta a versare la tasse in Italia perché residente in Svizzera, ma per i legali di Margherita Agnelli nel 2018 la madre trascorse molto più tempo in Italia che in Svizzera, per cui la residenza estera era da ritenersi fittizia.