Ci sono due Juventus che convivono sotto lo stesso tetto in questi anfibi giorni di marzo: c’è quella uscita con le ossa rotte dallo scontro diretto con l’Atalanta e che è chiamata a fare gli straordinari per non lasciarsi sfuggire il quarto posto che vale la prossima Champions e c’è quella di domani, che sta nascendo tra rivoluzioni in ogni settore. Il discorso di Motta alla squadra e le ipotesi sul futuro allenatore.
- Il discorso di Motta ai giocatori
- L'avventura di Motta ai titoli di coda
- Mancini sarebbe il profilo ideale
- Perchè la Juve non prenderà Mancini
- In pole Pioli e De Zerbi
Il discorso di Motta ai giocatori
Ieri la Juventus si è ritrovata alla Continassa e come di consueto Thiago Motta ha parlato alla squadra ma stavolta è stato qualcosa di diverso dal consueto “punto” settimanale. Come rivela La Stampa l’allenatore bianconero, alla presenza anche del ds Giuntoli e dell’ad Scanavino non ha nascosto le proprie colpe, dividendole col gruppo: si è preso la responsabilità per ciò che si è visto (e soprattutto per quello che non si è visto) domenica sera in campo contro la Dea ma ha chiesto ai giocatori di crederci ancora e di continuare a lottare.
L’avventura di Motta ai titoli di coda
Comunque vada a finire l’avventura di Thiago Motta alla Juventus sembra terminata e si sta già lavorando per il futuro. Non c’è niente di deciso anche perché sono tutti i settori ad essere in discussione, a partire dalla presidenza dopo i rumours su un possibile ritorno di Andrea Agnelli.
Mancini sarebbe il profilo ideale
Il profilo perfetto per il nuovo allenatore della Juve ci sarebbe, ed è quello di Roberto Mancini. L’ex ct è su piazza dopo aver risolto il contratto con gli arabi. Ha esperienza internazionale, ha vinto in A e in Premier, non è un integralista, sa valorizzare la rosa a disposizione e ha grande conoscenza del calcio estero per eventuali colpi sul mercato. Il suo stile british si attaglierebbe alla perfezione al vecchio “stile Juve”.
Da giocatore la Juve voleva prenderlo a 17 anni, anzi praticamente l’aveva preso come ricordò lo stesso Mancini: “Avevo dato la parola a Borea e non cambiai idea. La Juve era la Juve e io da ragazzino ero pure tifoso dei colori bianconeri. Ma Borea mi aveva convinto a firmare dicendomi che alla Sampdoria sarei potuto diventare una bandiera come Rivera al Milan, Mazzola all’Inter, Antognoni alla Fiorentina. Alla Juve avrei vinto di più, è possibile – ragiona Mancini – e in Nazionale sì, probabilmente non avrei dovuto passare quello che ho passato”
Alla Juve ci andò invece il suo gemello: “Quando Vialli andò via piansi, eravamo in un ristorante con altri giocatori e lui ci disse che stava andando dal presidente perché c’era l’opportunità di andare alla Juve. Speravamo che lui o Mantovani ci ripensasse, ma poi andarono via 2-3 giocatori e cambiò tutto. Lì finì la mia giovinezza, si può dire, perché arrivò gente più giovane di me. Con la morte di Mantovani finì la nostra Sampdoria”.
Perchè la Juve non prenderà Mancini
Il nome di Mancini, assieme a quello di altri 5-6 allenatori (compreso Allegri) è circolato in questi giorni ma l’impressione è che il matrimonio non si farà. Mancini, così come Conte (che sarebbe escluso a priori se davvero tornasse Andrea Agnelli) è troppo ingombrante e decisionista per poter convivere con Giuntoli.
In pole Pioli e De Zerbi
Dalla lista dei papabili va cancellato anche Tudor, mai preso seriamente in considerazione, ed è improbabile anche che ci si affidi a Gasperini. Per Sportmediaset è ballottaggio tra Stefano Pioli – che ha il vantaggio di essere cresciuto nell’ambiente bianconero fin da ragazzino e sa adattarsi alla rosa a disposizione – e Roberto De Zerbi, vecchio pallino di Giuntoli.
Proprio il ds spingerebbe per il tecnico del Marsiglia, che di recente ha fatto sapere di non voler allenare altri club in Ligue1, ma il rischio è quello di affidarsi per la quarta volta a un tecnico “rivoluzionario” dopo l’esperimento fallito di Sarri e i fallimenti Pirlo e Motta. L’ex Milan, di contro, non sarebbe accolto con entusiasmo dalla piazza. La partita resta apertissima, ma la quasi certezza è che a guidare la Juve nel Mondiale per club non sarà Thiago Motta.