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Juventus, Tudor: il retroscena su Elkann e la trappola che fa paura

Clima positivo attorno ai bianconeri ed il merito non è solo del 5-0 della gara inaugurale. Il tecnico croato dà la sua ricetta per la Vecchia Signora

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Il 5-0 della partita inaugurale ha messo il buon umore in casa Juventus. Ma se una rondine non fa primavera, una vittoria non fa qualificazione. I bianconeri hanno bisogno di un altro successo per mettere in cascina gli ottavi di finale del Mondiale per Club. L’obiettivo non è scontato secondo Igor Tudor che mette in guardia tutto l’ambiente e ringrazia intanto John Elkann per una presenza che si fa sentire.

Occhio al Wydad, il Real d’Africa

Squadra che vince, non si cambia. Il calcio ha poche leggi e una di queste porta proprio alla conferma degli undici che ti hanno regalato una gioia. Anche perché Igor Tudor non vede stanchezza nel gruppo e se il caldo è un alibi da non considerare poiché valido per tutti, ecco che l’incognita più grande diventa il valore degli avversari. “Il Wydad contro il City nel primo tempo poteva fare due goal, ogni partita è una partita a sé” è il monito del croato.

I pericoli della gara

Il croato continua: “Sarà diverso tutto e niente rispetto all’esordio contro l’Al Ain. Cambia l’avversario e l’orario sarà differente. È una partita importante. Certo che sarebbe meglio qualificarsi con una partita d’anticipo, ma non si può programmare nulla. Il caldo? Ci sarà da prepararsi per fronteggiarlo, ma ci sarà per entrambe le squadre e poi andrà dimenticato, per concentrarci su quello che dobbiamo fare noi”.

L’importanza di avere John

C’è una bella energia in casa Juventus. Sicuramente il primo risultato ha influito, ma c’è qualcosa di più rispetto ad un singolo successo peraltro non proprio contro una formazione di rango. Allora quale può essere il segreto? Ce lo dice Tudor: “Quella di John Elkann è una presenza costante, bella e importante. Se posso permettermi, fa percepire la sua presenza anche con i modi giusti e con le parole giuste. Mi è piaciuto molto come ha parlato ai giocatori a Torino. C’è grande energia da parte sua, i giocatori l’hanno percepita e l’hanno presa come ulteriore motivazione“.

La filosofia di Tudor

La filosofia di Igor Tudor è semplice ma efficace: “Bisogna vivere nel presente, dal passato si impara e il futuro lo costruiamo oggi“. Ciò significa che la Juventus deve costruire il proprio destino, senza farsi influenzare dalla gara con l’Al-Ain. Troppo presto per definirsi ottimisti circa le possibilità bianconere all’interno del torneo: “Non penso al traguardo, penso a quello che dobbiamo fare allenamento dopo allenamento“. Ragionare partita per partita, dunque. Un messaggio in linea con la Vecchia Signora di oggi, senza dimenticare però il peso della propria storia.

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