Nessuno stravolgimento al vertice della nostra classifica senza errori arbitrali al termine del dodicesimo turno di serie A. L’Inter mantiene un vantaggio consistente sulla Juventus, mentre salgono a sette i punti “sottratti” dai direttori di gara (e dai loro colleghi in sala Var) al già balbettante Napoli di Ancelotti. Proprio il match del San Paolo tra gli azzurri e il Genoa e quello dell’Olimpico tra Lazio e Lecce sono state le due gare più spinose del turno, con fischi – o non fischi – che hanno cambiato in modo determinante i risultati delle stesse.
Lo spirito della classifica – Consueto riassunto delle puntate precedenti: il nostro è un giochino che si propone di chiarire quale sarebbe la classifica completa del massimo campionato senza errori arbitrali. Un giochino con dei limiti evidenti e soggetto a sua volta a inevitabili margini di imperfezione, visto che chiarire quali sono gli errori determinanti e quali no è esercizio molto difficile. E allora in calce trovate le regole del gioco.
Fischi e fiaschi – Probabilmente Calvarese avrà pensato che di fischi al San Paolo ce n’erano stati già troppi, coi 23mila dello stadio a bersagliare dal primo all’ultimo minuto i protagonisti del clamoroso ammutinamento anti-ritiro: non si spiega altrimenti la decisione di non fischiare un calcio di rigore solare in favore del Napoli al minuto 60. Mertens calcia una punizione dal limite, Lerager in barriera alza il braccio e impatta col gomito il pallone, che finisce in corner. Non c’è bisogno di spulciare regolamenti vecchi o nuovi, è un penalty evidente ma l’arbitro non si accorge di nulla. Il Var Abbattista, invece, sì e fa attendere alcuni secondi prima di poter battere il calcio d’angolo: inspiegabilmente, però, opta per la non punibilità del gesto. Risultato: gara falsata e due punti in più nella nostra speciale classifica al Napoli, che stacca il Bologna e diventa la squadra più penalizzata di tutta la A, degno corollario di un avvio di campionato da incubo.
Vizio di protocollo – Sconcertante anche quanto accaduto all’Olimpico in Lazio-Lecce. Al 19′ della ripresa l’arbitro Manganiello assegna un rigore ai salentini per un fallo, in verità piuttosto dubbio, di Milinkovic-Savic ai danni di Mancosu. Sul dischetto si presenta Babacar, Strakosha respinge la sua conclusione e Lapadula insacca sulla ribattuta. L’attaccante del Lecce, però, è già in area – come quattro difensori biancocelesti – al momento del tiro, ragion per cui la rete viene annullata su segnalazione Var. Bene: ma perché il rigore non si ripete? Per un vizio del protocollo Var. In sostanza, come ben evidenzia l’ex arbitro Marelli nel suo blog, l’uomo Var Pairetto può segnalare al collega in campo solo l’irregolarità di Lapadula. Non può fargli notare, contemporaneamente, che anche quattro difensori laziali sono nel torto. In pratica, per un evidente vizio del protocollo Var, visto che il pallone va dalle parti di Lapadula, il Lecce è penalizzato; se fosse finito dalle parti dei difensori della Lazio, il penalty sarebbe stato da ripetere. L’invito ai responsabili arbitrali è quello di cancellare immediatamente questo paradosso dal protocollo, per evitare ulteriori gravi errori.
Le altre partite – Poco da segnalare nelle altre gare. Da registrare soltanto la forte protesta del tecnico atalantino Gasperini per le decisioni di Irrati nella sfida contro la Sampdoria: un minuto prima dell’espulsione di Malinovskyyi, Ferrari aveva steso Barrow lanciato a rete rimediando però soltanto un giallo. Giuste le recriminazioni orobiche, ma ai sensi del nostro regolamento – che trovate in calce – non si può considerare falsata la gara di Marassi perché l’episodio si è verificato al 72′, quindi non “a tanti minuti dalla conclusione del match”.
La classifica senza errori arbitrali – Ecco, dunque, la classifica dopo dodici turni al netto degli errori arbitrali: Inter 33; Juventus 28; Napoli 26; Roma 22; Atalanta, Cagliari 21; Lazio 20; Fiorentina 18; Bologna, Parma 17; Verona, Torino 16; Sassuolo 13; Milan, Udinese 11; Lecce 10; Sampdoria 9; Genoa 7; Spal 6; Brescia 5.
La classifica reale – Ed ecco invece la graduatoria “vera”, quella con i punti conquistati sul campo (e con gli errori arbitrali). Tra parentesi sono segnati proprio i punti in più o in meno accumulati da ciascuna squadra: Juventus 32 (+4); Inter 31 (-2); Cagliari 24 (+3), Lazio 24 (+4); Roma 22, Atalanta 22 (+1); Napoli 19 (-7); Parma 17; Fiorentina 16 (-2); Verona 15 (-1); Torino 14 (-2), Udinese 14 (+3); Sassuolo 13, Milan 13 (+2); Bologna 12 (-5); Lecce 10; Sampdoria 9, Genoa 9 (+2); Spal 8 (+2); Brescia 7 (+2).
IL REGOLAMENTO – Questa classifica è stilata sulla base di quello che avviene in campo, in occasione di episodi decisivi e che possono determinare direttamente il risultato, come i gol convalidati o annullati, i rigori concessi o non concessi, un’espulsione esagerata o ingiusta a tanti minuti dalla conclusione del match. Non sono considerate le variabili non direttamente determinanti, come i cartellini gialli, i falli veri o presunti avvenuti nell’azione precedente a quella che ha portato a un gol, le rimesse laterali, i corner contestati, un’espulsione contestata in zona Cesarini, ecc.