E’ iniziato il processo per il caso tamponi, che vede coinvolti la Lazio e il suo presidente Claudio Lotito, oltre ai medici sociali Rodia e Pulcini. E arrivano anche i primi dettagli dall’udienza, che si svolge in videoconferenza presso il Tribunale Federale: emergono le richieste della Procura Figc, presieduta da Giuseppe Chinè, la società biancoceleste evita la stangata.
Che cosa è successo?
Per capire bene le richieste della procura della FIGC, è necessario ricostruire l’intera vicenda.
Il 26 ottobre scorso, la Lazio ha effettuato il consueto giro di tamponi in vista della trasferta di Champions League contro il Club Brugge: Ciro Immobile è risultato positivo al coronavirus, e come lui pare altri componenti della rosa biancoceleste, come Lucas Leiva, Luis Alberto, Strakosha, Lazzari e Luis Felipe. Pare”, perché la società non ha mai comunicato i nomi, che i media hanno dedotto dagli assenti negli allenamenti e nelle convocazioni; ad oggi, Immobile è l’unico della cui positività si ha certezza, anche se la Lazio non ha mai smentito gli altri nomi. Ad ogni modo, nessuno di loro ha potuto raggiungere il Belgio il 28 ottobre.
Il 30 ottobre nuovi tamponi vengono effettuati, stavolta non dal laboratorio Synlab (a cui fa riferimento la UEFA) ma da Diagnostica Futura di Avellino, che da maggio collabora con la Lazio: il responso è di negatività per Leiva, Strakosha e Immobile, che così tornano a disposizione di Inzaghi per la sfida con il Torino.
La situazione però si complica lunedì 2 novembre, con i test per la partita di Champions League in casa dello Zenit: il giorno seguente escono i risultati e, se per Diagnostica Futura sono negativi, per Synlab Leiva, Strakosha e Immobile sono invece ancora positivi.
Insomma, risultati differenti tra diversi laboratori di analisi, che hanno creato una confusione incredibile. Quello che si contesta alla Lazio è il non aver comunicato per tempo i nomi dei giocatori ritenuti positivi o presunti tali.
Le richieste di oggi della procura della FIGC
È andata bene alla Lazio rispetto a quanto preventivato: solo ammenda da 200mila euro, nessun punto di penalizzazione.
Più complicata la posizione di Claudio Lotito: inibizione di 13 mesi e dieci giorni che, qualora fosse accolta, vedrebbe accumulare a Lotito oltre un anno di inibizione negli ultimi dieci anni, e dunque si vedrebbe deporre da ogni incarico in Federazione e dunque sarebbe estromesso anche dal Consiglio.
Inibizione di 16 mesi per i due medici della Lazio, Ivo Pulcini e Fabio Rodia. Non è stato invece ammesso come parte interessata il Torino.